46 | love story

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Ricordi quei momenti della tua infanzia, in cui ti divertivi quando qualcuno ti inseguiva col fine di prenderti in braccio e farti il solletico? Ecco, mi ritrovo nella medesima situazione: sto correndo all'interno della villa con Dean alle calcagna che tenta di mantenere in alto il braccio, di modo che non peggiori la posizione in cui ho appiccicato la striscia depilatoria. Riesco a stento a depistarlo, ma quando odo un grido simile a quello di un ruggito, ripercorro i miei passi per poi scoprire che Zoe è appena arrivata e che ha avuto l'onore di rendere l'ascella del fratello parzialmente liscia come una volta.

"Suppongo sia opera tua." si rivolge a me fiera e dopo un mio sì aggiunge:"Inizi a starmi più simpatica. Raggiungimi in camera mia dopo che quel coglione si è ripreso."

Ordina, lasciandoci soli e deve aver fatto davvero male a Dean, dato che sta affrontando il dolore rimanendo rigido sul proprio posto e prendendo respiri profondi. Bene, la ceretta è da togliere nella lunga lista della mia vendetta.

"Sto bene, vai pure da Zoe." sibila a denti stretti. Mi stupisco: essendo uno spogliarellista dovrebbe essere abituato a tal dolore, come minimo va dall'estetista ogni mese e si fa depilare le palle.

"Sembra che ti scappi la cacca, ma che tu la stia trattenendo. No, Dean, non stai bene." controbatto divertita da tutto quanto, mantenendo le distanze per paura che mi possa attaccare di lì a poco. Dopotutto, pare uno che non sa controllare la rabbia. Parla l'altra, si intromette il mio subconscio, che detto papale papale credevo morto o disperso nei meandri della mia mente.

"Come cazzo fate voi ragazze? Siete masochiste!" esclama, iniziando a fare piccoli passi verso la mia direzione.

"Fidati che non è niente perdere un paio di peli in confronto alla salsa piccante che mi hai messo nel piatto." sbotto anche se la quantità di peli sulla striscia mi mette leggermente in dubbio.

"Adesso sì che è guerra." dichiara con un sorriso più inquietante di quelli assunti dai personaggi di Obbligo o verità?.

"Verità!" grido dal nulla, essendomi immaginata il demonio costringermi a scegliere. Devo smetterla di guardare film horror, rischio di fare troppe figuracce e infatti Dean è parecchio perplesso.

"Ehm... lascia perdere. Riprenditi che non appena ho terminato di chiacchierare con tua sorella, mi devi accompagnare a casa, femminuccia."

"Fottiti."

"È un insulto o un punto della tua lista di cose da fare?" chiedo anche se il verbo dovrebbe essere coniugato in un altro modo. Per irritarlo devo pur ignorare un paio di dettagli, no?

"Ma vai da mia sorella e basta!" rotea gli occhi e se non la smette di farlo ogni qualvolta che lo infastidisco, temo che si possano fermare in quella posizione. Tralasciando i miei pensieri idioti, vado dalla Carrefour che è in camera sua.

"Hey, stronzetta!" mi accoglie con il solito diminutivo.

"Che vuoi, Zoe?" pongo annoiata e lei mi porge il telefono regalatomi da suo fratello, dicendo:"Innanzitutto, tieni. Secondo: ho bisogno del tuo aiuto."

"Grazie per il telefono, ma qualsiasi cosa tu mi stia per chiedere, io non voglio farne parte." chiarisco immediatamente come stanno le cose, ma questo non la ferma dal supplicare la mia partecipazione nel suo piano malefico.

"Devi aiutarmi a rovinare il matrimonio di mia madre, ti prego."

"No."

"Ma sei un'esperta nel rovinare qualsiasi cosa!"

"Ah, grazie." la ringrazio ironicamente con una mano al cuore per non nascondere che mi abbia ferita lievemente.

"Ti scopi mio fratello, andiamo." non ancora, zuccherino, penso. "Mi devi un favore per l'unico pene che ti accetta nonostante tutti i tuoi difetti."

"Vai all'inferno. Io torno da tuo fratello."

"Sono seria, Sofia!" mi richiama usando miracolosamente il mio vero nome. Beh, dai, i fratelli Hill stanno facendo progressi.

"Pure io, Zoe! Vai all'inferno." le auguro di nuovo, acquietandola per un paio di secondi, ma quando sto per girare il pomello della porta, aggiunge:"Ti piace davvero tanto mio fratello, eh?"

"Non sono cazzi tuoi."

"Oh, se solo sapessi." ridacchia, ma prima che possa parlarmene, Dean irrompe nella stanza e mi informa che è ora che io vada a casa mia. Tento di oppormi per ascoltare Zoe, ma lui mi prende sulla spalle come un sacco di patate per poi incamminarsi verso l'esterno.

"Cazzo, pesi." contesta dopo avermi inchiodata sul sedile dell'automobile.

"Sei tu che sei debole, bastardo." ribatto, essendo dell'idea che l'argomento peso di una ragazza non debba essere minimamente preso in considerazione. Non importa se cercava di fare il simpatico-stronzo.

"Stai calma." sorride rassicurante, ma io non mi smuovo.

"Tua sorella doveva dirmi qualcosa di importante."

"Non mi interessa."

"Ma sei lunatico? Porco di-... dildo!" impreco, rimediando anche alla mezza bestemmia che stava per lasciare le mie labbra. Ho già un'anima di merda che mi assicura il viaggio senza ritorno verso l'inferno, meglio non nominare il nome del signore invano. D'altronde, non è colpa sua se Dean è un coglione.

Proprio adesso, la persona in questione sta per infilare le chiavi per avviare il motore, ma la precedo scendendo dalla macchina, intenzionata a farmela a piedi.

"Non ho tempo per i tuoi capricci, Stephanie." bofonchia, ma io proseguo indispettita sia per aver interrotto sua sorella che per il commento. Non capisco perché sia così emotiva in questo istante, ma non riesco a comportarmi differentemente.
All'udire un rumore strano però, torno spedita da Dean, che sogghigna – se lo aspettava probabilmente.

"Dovevi rincorrermi come nei film e nei libri." esalo a metà tragitto, fissando il finestrino e rompendo il silenzio che mi stava assillando.

"La nostra non è una storia d'amore, piccola." dice deglutendo e inutile negare che mi abbia fatto uno strano effetto sentirlo. So che facciamo entrambi schifo nelle relazioni, ma allora dove ha intenzione di arrivare con me? Stiamo insieme ogni giorno, ci baciamo in una maniera che fa invidia ai francesi e, se non avessi messo in atto il mio piano di vendetta, un'ora fa saremmo passati addirittura oltre.
Probabilmente però ha ragione. Io in primis, confidandomi con Cheche, ho affermato di essere spaventata.
Ma allora perché ci sto così tanto male?

"Un'amicizia con benefici? E con benefici intendo tantissimi preliminari." scherzo e lui cambia discorso.

"Ti è passata la rabbia?" chiede e annuisco per poi porgli la medesima domanda e ottenere la medesima risposta.

"Forse siamo entrambi lunatici." afferma e mi viene spontaneo pensare:"Ecco perché saremmo la coppia perfetta, troglodita ignorante testa di cazzo bastardo sexy."

Poi mi accorgo che ha appena appoggiato la sua mano sulla mia e ammetto di non essere mai stata più perplessa di così. Dannazione, è pure contraddittorio.

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