27 | mrs bloody

12K 800 148
                                    

Hai presente l'istante in cui ti ritrovi davanti a due opzioni, ma non sai minimamente cosa scegliere? Per esempio, quando devi decidere quali gusti mettere sul tuo cono e non vuoi impiegarci troppo perché c'è la fila? Ecco, come spesso accade, io finisco col domandare alla gelataia se mi può preparare direttamente una vaschetta e, dunque, pago più del dovuto. Non so se mi trovo nella medesima situazione, ma sta di fatto che non abbia la più pallida idea di come agire. Rimango con Matthew o raggiungo Dean? Matthew sarà il padre dei miei figli e Dean soltanto il mio burattino.
Ricorro alla sorte e chiedo cortesemente al mio nuovo amico di prestarmi una moneta e di scegliere tra testa e croce. La lancio e, anche se con difficoltà, la riacchiappo e la pongo sul dorso per poi sbirciare, non sicura di volere venire a conoscenza del risultato.

"È uscita croce," sospiro sotto il suo sguardo confuso, "quindi, mi dispiace, ma devo andare da Dean."

"Perché scusa? Il messaggio era da parte sua?" domanda ancora più perplesso e quando rispondo che ha bisogno di me, aggiunge:"Beh, allora ti accompagno. Dopotutto, non hai i soldi per un biglietto dell'autobus, o sbaglio?"

"Non rifiuto mai un passaggio!" esclamo a mia volta e insieme saliamo sulla sua auto, un'Audi nera, posteggiata dietro l'angolo. Stranamente durante il tragitto non chiacchieriamo granché: lui pare assorto dai suoi pensieri e non distoglie lo sguardo dalla strada, e io invece penso ed elaboro osservazioni stupide, per esempio che ho i capezzoli grandi. Scuoto il capo per tornare in me e, avendo perso la cognizione del tempo, non mi sono resa conto di essere ormai sotto il palazzo del mio spogliarellista. Mi slaccio la cintura di sicurezza, ma prima che possa aprire lo sportello, Matthew mi ferma.

"Prima di salire, posso chiederti una cosa?" pone e io annuisco.

"Ceni con me sabato?" propone facendomi gli occhi dolci, ma con un pizzico di malizia ben distinguibile. Non sono quel genere di ragazza che ama le cenette romantiche al lume di candela, perciò rifiuto con un no secco, lasciandolo del tutto spiazzato. Gli spiego il motivo, con la speranza che si rassegni, ma fa il contrario.

"E dove vorresti andare? Sono aperto a tutto." passa a me la decisione e sia per non rimanere sola che per controllare Dean, suggerisco:"Uscita a quattro: io e te, Dean e Alexandra al Bijoux!"

"Ci devono essere pure gli altri due? Sai che si sono lasciati, vero?" ricorda e io controbatto:"Sai che non mi interessa?"

"Non so se accetterà, ma va bene. Sabato al Bijoux!" esclama e gongolo, mentre scendiamo dalla macchina e lui si avvicina per appoggiarmi il braccio sulle spalle. Non glielo impedisco, anche perché sto morendo di freddo, ma quando la sua mano arriva al fianco, mi stacco. Parliamo del più e del meno in ascensore, informandoci un po' sull'altro e poi suoniamo al campanello. All'udire « avanti, è aperto », irrompiamo nell'appartamento, che si presenta in soqquadro con piatti e bicchieri di vetro rotti per terra.

"Finalmente sei arrivata!" spunta dal corridoio con la scopa e la paletta e un sorriso a trentadue denti che scompare al vedere che sono in compagnia.

"E sei con Matthew."

"Ciao anche a te, Dean! Stai rovinando la nostra uscita, ne sei consapevole?" lo fissa torvo e l'altro ghigna per la goduria.

"Non era così tanto importante a quanto pare, dato che ti ha trascinato con sé qui da me."

Non mi capacito del suo attuale atteggiamento nei confronti di Matthew, che da quel che ho potuto capire è il suo migliore amico. Vista la piega che sta prendendo questa conversazione, intervengo:"Ooookay. Che è successo qui e perché mi hai chiesto di venire?"

"Matt, potresti lasciarci soli un attimo?" si rivolge al bruno al mio fianco, che giustamente non gli fa tale cortesia e non lo avrei pregato se solo Dean non mi avesse scongiurato con il viso, accennando al piano Dean-osauro meets the wood. Mi giro e domando di attendermi qui in salotto mentre io avrei ascoltato lo sproloquio del padrone di casa in camera.
Una volta soli, Dean mi racconta l'accaduto con i singoli dettagli, soffermandosi pure su quanto fosse bella Alexandra. In sostanza, hanno litigato perché ha tentato di baciarla e lei si è ritirata, ribadendo che essere amici non significa ciò. Si sono gridati contro, accusando l'altra persona del modo in cui ha rovinato la loro relazione e lei ha cominciato a lanciargli piatti e bicchieri addosso, poiché ha addossato l'intera colpa a questa. Infine lo stupido innamorato ha confessato il proprio amore e Hulk si è tranquillizzata.

"E quindi? È andata bene, perché hai bisogno di me?" sbotto non comprendendo i suoi messaggi allarmanti.

"Per pulire." risponde ovvio e io abbranco un cuscino dal suo letto e glielo lancio in faccia.

"Ma vaffanculo!"

"Eh, dai, mi hai aiutato l'ultima volta." ridacchia per il mio attacco di violenza. Al contrario io mi sto alterando, ché con Matt stava filando bene sino alla sua interruzione.

"Non vuol dire un cazzo!"

"Okay, però torna a casa e non proseguire l'uscita con quello là. È come un fratello per me, ma con le donne è un bastardo."

Sta diventando logorroico inutilmente, dal momento che non cambio idea quando mi metto in testa una cosa.

"Il nostro patto prevede che tu mi aiuti a conquistarlo e che io ricambi con Alexandra. Tu hai avuto successo, ma io ci sto ancora lavorando, perciò, con permesso." lo scosto, ma in un baleno mi intralcia nuovamente la via per raggiungere il brunetto.

"Lo conosco e sa essere davvero stronzo." ripete.

"Mettiti l'anima in pace. So badare a me stessa." cerco di rassicurarlo, ma non ha intenzione di smuoversi. Lo spingo con la forza e quando riesco a superarlo e torno in salotto, del mio amico non vi è più traccia.

"Te l'ho detto, è uno stronzo." riafferma al notare che effettivamente il soggetto del nostro breve battibecco abbia tolto il disturbo. Ci rimango lievemente male e dall'abbraccio che mi regala, deduco che non sia stata in grado di nasconderlo.

"So che brami di toccarmi dal nostro incontro, ma scollati." fingo che non mi piaccia quel contatto caloroso e poi mi butto sul divano.

"Vuoi che ti accompagni a casa?"

"Mh, tra due ore. Adesso ho voglia di romperti un po' il cazzo."

"Oh, gentile. Lasciami prima pulire il casino sul pavimento, a meno che tu non voglia darmi una mano..." mi sorride come ad invogliarmi.

"La mano te la do per qualcos'altro se proprio devo."

"Proposta allettante" dice sorprendendomi, ma al realizzare quel che ha appena pronunciato, aggiunge:"ma passo."

Inizia a spazzare facendo parecchio rumore e mentre si piega in avanti, io colgo l'occasione per contemplare il suo sedere.

"Sai che hai delle belle chiappe? Quanti squats fai?" mi complimento, ma non mi degna di una risposta, allora proseguo:"Facciamo un gioco? Io pulisco tutto quanto e tu invece mi dedichi uno spogliarello?"

"Arrenditi, Serafina." sogghigna, ma un flusso fin troppo familiare nel basso ventre mi mette all'erta. Scatto in piedi, preoccupata di avere macchiato il divano e quando constato di averlo fatto, balbetto:"Ehm... Dean? Posso usare il bagno?"

Al suo sì corro là e levandomi i jeans e le mutande, mi siedo sulla tazza. Sono entrambi sporchi e mi meraviglio di non essermi accorta prima del ritorno della bastarda.

"Steffy, tutto bene?" grida dall'altra parte.

"Ehm... Dean, conosci la signora Bloody?"

"No, dovrei?"

"Eh, è una stronza con un tempismo di merda." la critico e capisco grazie al rumore dei passi sul parquet che è vicino alla porta.

"Non capisco."

"È conosciuta come mestruazioni..." indugio, "E ha macchiato il tuo bellissimo divano. Che stronza, eh?"

EighteenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora