42 | pretty boy

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Attendo l'arrivo della mia migliore amica e che Dean finisca di fare la doccia per mettere a riposare il suo membro. Questa giornata è cominciata in uno dei modi più assurdi, ma nonostante ciò non riesco a smettere di sorridere. Il motivo forse è che ho partecipato ad una delle feste più belle con un uomo che mi piace; cosa che avviene di rado.
Sono seduta sul divano e mentre mi guardo attorno, mi saltano all'occhio, ancora una volta, le cornici vuote che fanno sembrare l'appartamento uno di quelli che si vedono sulle riviste di Mondo Convenienza. Chissà, potrei riempirgliele io, tanto per irritarlo.
Ad un tratto, suonano al campanello e io vado ad aprire, sapendo già di chi si tratti.

"Oh mio Dio, ma che cazzo ti è successo ieri?" mi schernisce Cheche, mettendosi comoda come se fosse a casa sua e tirando fuori dallo zaino tutti i suoi trucchi.

"Sei stata veloce." mostro stupore, ma rammentando la sua condizione, tutto quanto mi torna: per i ragazzi farebbe qualsiasi cosa. Frugo tra i suoi fondotinta e, abbrancando quel che mi serve, la nostra conversazione viene interrotta da Dean che appare in salotto con il petto scoperto e sgocciolante e con un asciugamano alla vita; una vista spettacolare per due ragazze del liceo con gli ormoni a mille.
Non so perché, ma attualmente lo vedo muoversi a rallentatore, un effetto che lo rende ancora più sexy. Il tutto però finisce quando mi schiocca le dita davanti agli occhi e quando mi dice che tocca a me fare la doccia. Assento e faccio per superarlo, ma quando si rivolge all'altra sua ospite, non posso non trattenermi.

"E tu che cazzo ci fai qui?" sbotta contro Cheche che sta sogghignando. Vedo che non sono l'unica che ama infastidirlo.

"Sono venuta per aiutarvi, Dean. Lamentati di meno!" gli fa l'occhiolino e mi risulta un'impresa ardua non ridere a causa dell'espressione assunta recentemente dall'unico uomo lì presente.

"E scommetto che in cambio tu voglia conoscere uno dei miei amici." aggiunge e le sue parole non vengono nemmeno negate. Trattasi di una questione di pochi secondi che incominciano entrambi a bisticciare e realizzo che sembra una situazione in cui solitamente mi ritrovo io con lui: lei fa battute a sfondo sessuali e lui la chiama ragazzina o comunque con altri termini con cui mi ha già definita, ma, scuotendo la testa, smetto di soffermarmici troppo.

"Okay, discutetene. Io vado a lavarmi." comunico a voce alta, ma, una volta imboccato il corridoio, Dean mi corre dietro ed esige spiegazioni.

"Non ho bloccato il contatto della tua migliore amica per puro caso!"

"Vuoi andare in giro con tutte queste scritte in bella vista?" lo ammutolisco e poi mi allontano, ma mi raggiunge di nuovo in bagno.

"Okay, però muoviti a lavarti che io non so se sono in grado di sopportarla."

"Tu dalle il numero di un tuo amico e vedi che se ne va." dico sincera, ottenendo tuttavia un suo roteare gli occhi. Sparisce e io riesco a levarmi, almeno in parte, tutto lo schifo sulla mia pelle.
Nel momento in cui esco dal box della doccia, col corpo e i capelli avvolti da due asciugamani, constato che ci sia silenzio... fin troppo silenzio. Pertanto, spalanco la porta facendo fuoriuscire solo la mia testa e successivamente tutta la mia persona. Eseguo un passo verso il soggiorno, ma vengo attirata indietro verso la camera da letto da Dean che mi intima a non fiatare e a non interromperli.

"Interrompere chi?" domando, avendo perso qualche passaggio.

"Cheche e Theo."

"E chi è Theo?"

"Un mio amico."

"Oh mio Dio, l'hai fatto sul serio?"

"Sì, con la speranza che si levasse dai piedi, ma guarda caso si è innamorata del mio divano e adesso è al telefono con Theo." bofonchia, cadendo a peso morto sul materasso, "Già è stata un'impresa abituarmi a te, figurati con Karrueche!" e ora si mette a sedere.

"Wow, abituarti a me? Ma smettila."

"Lo sai anche tu che sei difficile da sopportare." sorride e io mi avvicino per provocarlo, intenta a fargli cambiare idea.

"Ci metto tutta me stessa." mi metto comoda sulle sue gambe, facendo attenzione a non perdere l'asciugamano.
Deglutisce e svia l'argomento che lui stesso ha introdotto:"Sai che sei strana senza trucco?"

"Stai dicendo che sono brutta?"

"Sto dicendo che sei più bella e che dovresti uscire così... ovviamente con il disegno totalmente sparito."

Tralascio l'ultima frase che ha rovinato quel che poteva essere un momento dolce e lo bacio appassionatamente, avida delle sue labbra. Mi adagia delicatamente sul materasso per posizionarsi sopra di me e potrei facilmente dedurre con quale intenzione, date le sue mani vaganti per il mio corpo, ma ad arrestarlo fortunatamente – e dico così perché non lo ritengo ancora degno di entrare nel paese delle meraviglie – è l'ingresso improvviso di Cheche.

"Ho un appuntament-... Ho interrotto qualcosa?"

"La mia vita allegra." risponde di rimando Dean e lei si commuove ironicamente.

"Ti amo pure io, Dean." scherza mandandogli un bacio volante, "Comunque...vi truccate sì o no? Io devo vedermi con Theo e col cazzo che vi lascio i miei bambini."

"Sì, sì, vado solamente a vestirmi." li avviso, ma la risposta idiota della vietnamita non tarda ad arrivare:"Come se nessuno dei due non ti abbia mai vista nuda."

La spintono e dopo aver indossato una maglietta del mio Dean-osauro mi metto all'opera: chili e chili di fondotinta mi ricoprono il viso, seguiti dal correttore e dall'illuminante. Aggiusto le mie sopracciglia con la matita apposita, le mie ciglia con il mascara e le mie labbra con un rossetto matt colore nude. Quanto ci ho impiegato? Un'ora intera.

"Okay, vieni qui." ordino al ventiseienne, una volta contenta del mio aspetto.

"Non esagerare, ti prego." mi scongiura e, dopo averlo rassicurato, lo rendo bello quanto una ragazza! Divento anche un po' invidiosa delle sue lunghe e folte ciglia che non necessitano del mascara, ma questi sono futili dettagli.

"Passami lo specchietto." pretende al termine del mio capolavoro.

"Ti fidi di me?"

"Eh..."

"Ti ho coperto le scritte e i piccoli disegni come si deve, ma non guardarti allo specchio o rischi di... di... tu non farlo e fidati di me." dico e in contemporanea infilo i trucchi nello zaino della mia migliore amica, che sta lottando con se medesima per non scoppiare a ridere come una forsennata per come ho conciato l'agente di polizia.

"Col cazzo! Cosa hai combinato?" sbotta, allungando la mano verso l'oggetto richiesto, ma l'allontano schizzando fuori dall'appartamento, richiamando Karrueche.

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