Niall
Sono passate due settimane da quando ho parlato con Emma di quello che provo ultimamente e ancora non sono riuscito a parlarne con Cel. Ogni volta che ci provo mi blocco, ho paura di dire cose che non penso o di ferirla e non voglio questo, voglio solo dirle una volta per tutte che voglio un figlio, non tra cinque o dieci anni, lo voglio ora. Ne ho parlato anche con Liam, tra i ragazzi lui è quello saggio, quello che sa sempre cosa dire e cosa fare quindi avevo bisogno di sentirmi dire da lui cosa fare ma è stato inutile, mi ha detto quello che già sapevo, quello che mi ha detto Emma e cioè che devo parlare con Cel ma loro non capiscono quanto è difficile per me farlo. Sono giorni che mi comporto in modo strano, so che anche lei se n'è accorta ma credo faccia finta di niente perché, esattamente come me, non vuole litigare quindi entrambi evitiamo il mio strano comportamento e il mio muso lungo.
Lavoro il più possibile per restare meno tempo a casa a non fare niente e pensare sempre alla stessa cosa, pensare sempre a come parlare con mia moglie e sopratutto per non pensare a come sarebbe avere un bambino.
So che Celine molto presto avrà l'esame finale, il più importante di tutti che finalmente la renderà un chirurgo. Ha studiato tanto per questo e lo merita perché ci tiene tantissimo al suo lavoro e ci mette l'anima, la mette in tutto quello che fa ed è una cosa che amo di lei, è eccezionale perché mette amore in ogni suo gesto, in ogni sua parola e in ogni suo sguardo. Si prende cura dei suoi pazienti ed è sempre attenta a tutti, non lascia mai niente al caso e so che sarà un chirurgo straordinario.
È anche per questo che non riesco a dirle niente. A breve avrà l'esame, deve studiare e concentrarsi, non deve avere distrazioni e so che io sarei una distrazione in questo caso, so che la farei stare male e questo potrebbe influire sul suo esame. Ha bisogno di tranquillità ed è quella che sto cercando di darle ma non è semplice, non lo è affatto perché vorrei tanto dirle cosa sento, cosa provo in questo periodo ma ogni volta che ci provo mi blocco. Penso che non è il momento, che avremo modo di parlarne quando l'esame sarà passato, che forse è solo una fase passeggera che a breve sparirà e quindi parlarne è inutile. Penso anche che forse non lo voglio sul serio un figlio, che forse lo voglio solo per non sentirmi escluso dai miei migliori amici perché tutti hanno un figlio e quindi vorrei sentirmi parte di quel piccolo gruppo. A volte penso anche questo ma poi mi fermo a riflettere e capisco che non è così, che lo voglio davvero e non per sentirmi parte del gruppo ma per la gioia che proverò nell'avere tra le braccia un piccolo fagiolino. Sono un casino, la mia testa è un casino in questo momento e non riesco a non pensare a niente se non a questo.Oggi non lavoro, mi sono preso un giorno libero e ho intenzione di passarlo a casa, steso sul divano a non fare niente, mangerò e berrò soltanto. Non ho intenzione di fare diversamente e non ho intenzione di uscire. Per questa sera ordinerò cinese per Cel così che quando tornerà dal lavoro avrà la cena pronta.
Sto per stendermi sul divano come avevo deciso di fare quando suonano alla porta così vado ad aprire controvoglia trovandomi davanti mia sorella.
Da quando abbiamo parlato mi chiama ogni giorno per chiedermi se ho parlato con Cel e io ogni giorno le dico la stessa cosa, non ancora.
'Che ci fai qui?' Chiedo facendola entrare.
'Hope aveva da fare così sarò io la tua psicologa per oggi.' Mi dice entrando.
'Non ho bisogna di una psicologa Em.' Dico convinto chiudendo la porta. Senza dire niente vado in soggiorno e mi stendo sul divano nella speranza che mia sorella mi lasci da solo a godermi la mia mattinata di tranquillità. A quanto pare non vuole mollare, è una Horan, siamo testardi purtroppo.
'Io credo di sì.' Mi dice sedendosi accanto a me sul divano togliendosi la giacca.
'Dimmi cosa devi dire Em, così posso tornare alla mia giornata.' Dico mettendomi comodo, pronto ad ascoltare la sua ramanzina.
'In cosa consiste la tua giornata? Stare tutto il giorno buttato sul divano a non fare niente?'
'Esattamente. L'ho sempre detto che se vuoi sai essere intelligente.' La stuzzico pizzicandole le guance.
'Smettila James.' Mi dice dandomi una schiaffo sulla mano per allontanarla. 'Puoi essere serio per cinque minuti?'
'Che vuoi Em?'
'Voglio sapere come stai.'
'Sto bene, non sono malato o cose del genere.' È vero. Non sono malato, non ho nessun problema. Semplicemente non riesco a trovare il coraggio per parlare con Cel, ma non vuol dire che sono malato e che ho bisogno di uno psicologo.
'Quando hai intenzione di dire a Cel quello che hai detto a me?'
'Non è il momento ora. Deve concentrarsi per l'esame che avrà a breve ed è il più importante della sua vita, non può pensare a me o alle mie stronzate.'
'Non è una stronzata Niall. È una cosa seria per te e Celine è tua moglie, ha il diritto di sapere cosa stai passando. So che in questo periodo è impegnata, che non vuoi essere una distrazione per lei ma sei suo marito, è giusto che lo sappia e che affrontiate questo argomento una volta per tutte.'
'Lo so ma non ora, non questi giorni che sono pieni per lei. Ne parleremo quando sarà tutto finito, te lo prometto.' Le dico.
'Va bene.' Mi dice abbracciandomi. Si è arresa subito, per fortuna. 'Vuoi venire con me? Devo portare questa traduzioni in ufficio e poi vado a fare spesa.' Mi chiede sciogliendo l'abbraccio. So che lo fa perché non le piace vedermi così e vuole che io esca con lei così che può tenermi sotto controllo ma deve capire che sto bene.
'No tranquilla.' Le sorrido e le lascio un bacio sulla guancia.
'Allora vado via.' Dice alzandosi e rimettendosi la giacca. 'Chiamami se ti serve qualcosa.' Si raccomanda. Mi bacia e poi dopo esce lasciandomi solo.
Che la mia giornata abbia inizio.
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Fool for you
FanfictionEmma dopo 5 anni ritorna nella città dove è cresciuta, dove si è innamorata per la prima volta, dove ha sofferto, la città che per lei sarà sempre casa è dove ha deciso di far crescere suo figlio. Un bambino adorabile di 3 anni. Ritroverà i suoi ve...