Questa storia è un'opera di fantasia, puramente inventata dalla sottoscritta. Alcune delle vicende scritte qui dentro fanno riferimento a fatti realmente accaduti. Non intendo offendere o insultare nessuno in alcun modo.
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Jamie's pov.
"Allora.." Entro in camera da letto di Dakota, dove lei sta preparando le ultime cose prima della partenza. "Tutto bene?" Le chiedo, osservando la valigia aperta e piena sul suo letto. Alla fine sono riuscito ad organizzarle il viaggio con le sue sorelle. Andranno due giorni in Jamaica, non è niente di che.. ma almeno si distrarrà un po'. Deve uscire, deve distrarsi.. è questo ciò di cui ha bisogno. E mi sono assicurato che Melanie, ignara di tutto questo, si occuperà di lei non appena tornerà. Io non ci sarò, ma almeno così non sarà mai sola. Dio solo sa quanto vorrei rimanere qui ed aiutarla come dico io, ma non posso.. non c'è modo di farlo.
"Si, diciamo..." Si siede sul letto, sbuffando. "Non sono proprio dell'umore per una vacanza." Mi dice.
"Lo so." Mormoro, sedendomi accanto a lei sul letto. "Ma devi farlo.. per il tuo bene. Devi allontanarti da tutto ciò che ti fa venire voglia di metterti a letto e rimanere lì per sempre. Lo sai, vero?" Le chiedo, e lei annuisce. Se non altro, in queste ultime ore ha smesso di rispondermi male. Forse ha capito che mi sto comportando così duramente solo per aiutarla e darle una scossa, perché penso che non risolverei nulla dicendole sempre di sì.... proprio come fa il tizio. "Scusami se sono stato duro in queste ore, ma l'ho fatto solo per il tuo bene. Ero così arrabbiato.. da morire, sapendoti sola e depressa a casa tua, nessuno che ti aiutava, volevo disperatamente fare qualcosa per aiutarti, e non potevo." Le spiego. "Non potevo fare nulla per aiutarti." Aggiungo.
"Lo so." Sospira. "Lo so." Ripete, guardandomi negli occhi. "Mi dispiace di aver reagito male, ma sono sicura che, data la mia situazione... beh..." Mormora.
"Non devi spiegarmi nulla." Le dico. "Lo rifarei altre mille volte. Anzi, mi dispiace di poter rimanere solo per una giornata, ma sono felice di averti aiutata a fare dei grossi passi avanti in così poco tempo." Dico, lei accenna un sorriso, abbassando il viso.
"Hai ragione tu... mi serviva una scossa." Mi dice.
"Già. Anche se non vuoi ammetterlo.. in realtà sei la persona più forte che io conosca. E me lo hai dimostrato anche oggi, alzandoti da questo letto e tutto il resto..." Stavolta mi interrompe lei.
"Ci sono riuscita solo grazie a te." Mi dice, cogliendomi di sorpresa. "Se non fossi venuto qui, probabilmente starei ancora sotto le coperte a deprimermi." Mi dice, posando una mano sulla mia. "Quindi... grazie." Dice, sorridendo. "Grazie mille."
"Prego." Le Rispondo, sorridendole a mia volta. "In realtà avevo paura più della tua reazione. Insomma, so che ultimamente ci stiamo riavvicinando, ma avevo paura che ti saresti arrabbiata e che non mi avresti proprio accolto a braccia aperte." Le dico.
"In realtà non ci ho pensato. Non pensavo che saresti mai venuto qui, non dopo il modo in cui... ci siamo lasciati." Abbassa nuovamente il viso, ed anche io. "E poi quando ti ho visto, ero sotto shock.. ma non ho mai pensato di cacciarti via con la forza." Mi dice.
"Beh.. grazie." Ridacchio. "E anche il tuo ragazzo, beh, all'inizio non da molto amichevole.. ma alla fine è andata bene." Le dico, e lei cambia immediatamente espressione. Probabilmente sì sente a disagio quanto me. "È un bravo ragazzo." Ammetto, nonostante mi costi molto farlo.
"Si.. già..." Mormora, in risposta. Sembra.. strana.
"Qualcosa non va?" Le chiedo.
"Beh.. in realtà..." Inizia a parlare, ma viene interrotta da quel tizio che entra in camera da letto. Anche lui sta per dire qualcosa, ma si sofferma sulle nostre mani strette tra di loro. Dakota allontana istintivamente la sua mano dalla mia, ed è come se mi strappasse il cuore dal petto. Non mi appartiene più. E fa male. "Hey... che succede?" Gli chiede.
"Uhm.. niente. Ho prenotato il mio volo." La informa, mettendosi le mani in tasca per mostrarsi più rilassato. Anche io partirò tra poco, e Dakota partirà con Grace e Stella col suo jet privato. Abbiamo pensato che fosse meglio così. Improvvisamente sono io a sentirmi di troppo, nonostante Dakota sia seduta vicino a me. Forse dovrei andarmene. In realtà sono venuto qui per farla stare meglio, ci sono riuscito e adesso posso lasciarla andare, nonostante io non voglia.
"Beh..." Sospiro. "Forse è meglio che io vada." Le dico. Non voglio di certo lasciarla andare e vederla di nuovo chissà quando, ma mi sento di troppo. E sento che è il momento giusto per andarmene.
"No, resta... non c'è problema." Dice Dakota.
"No, è meglio che io vada." Rispondo. Non riesco più a sopportare l'idea di loro due insieme davanti a me. Non ne posso più. Sono venuto qua per farla stare bene, ci sono riuscito, ho fatto il possibile e adesso è ora che io vada. Mi alzo in piedi e si alza anche lei, subito dopo di me. Mi chino ai piedi del letto e prendo lo zaino, mettendomelo in spalla.
"Beh..." Mormora Dakota, davanti a me. Lo so benissimo, vorrebbe abbracciarmi.. ma non può farlo davanti a Chris. Ma io lo farò lo stesso, perché ho bisogno di farlo e non c'è niente di male. "Allora.. grazie di tutto. Davvero." Mi dice, e nei suoi occhi leggo tutta la stima di questo mondo. "Grazie mille."
"Di niente." Accenno un sorriso. Ho bisogno di abbracciarla, non m'interessa. Il tizio se ne farà una ragione. Quando sto per farlo, lei mi sorprende e mi butta le braccia al collo. Io faccio lo stesso. E improvvisamente, come sempre quando stiamo insieme, siamo nella nostra bolla e il resto dell'universo smette di esistere. Ci siamo solo io e lei, stretti in un abbraccio che vorrei potesse non finire mai. Rimaniamo abbracciati per un tempo infinito, e quasi mi vengono le lacrime agli occhi quando devo lasciarla andare, dimenticandomi quasi della presenza del tizio. "Ciao." Le sorrido.
"Alla prossima." Dice lei, sorridendomi.
"Ti accompagno io giù." Interviene Chris. Ugh, questo si che sarà divertente. Lui si avvia verso le scale ed io mi giro per guardare di nuovo Dakota, che forza un altro sorriso e incrocia le braccia. Vorrei rimanere qui, mandare via questo tizio e riprendermela, ma non posso.. è troppo tardi.
"Allora... io me ne vado." Dico, una volta arrivati alla porta d'ingresso. "Grazie per l'aiuto, se così si può dire." Non è che in realtà abbia fatto molto.
"Grazie a te. Non dovrei dirlo.. ma se adesso sta in piedi è grazie a te, e solo grazie a te. Io non sarei stato capace di avere questo impatto su di lei." Mi dice, cogliendomi di sorpresa. "Quindi... grazie."
"L'ho fatto per lei, perché voglio che stia bene e non sopporto l'idea che stia male." Rispondo, scrollando le spalle come se fosse la cosa più naturale del mondo. Perché l'amo. Ed è proprio perché l'amo così tanto, che devo lasciarla andare. "Prenditi cura di lei.. mettila sempre al primo posto, se lo merita."
"Lo farò." Risponde, abbassando il viso.
"Bene." Sospiro. Si sta creando sempre più tensione. Vorrei non andarmene, ma devo.. o finirò per impazzire. Rimarrei qui solo per lei. "Io vado." Apro il portone. "Ciao." Dico, mettendo un piede fuori dalla porta, allontanandomi ancora una volta da lei.
"Ciao." Replica lui, poi chiude la porta. Ed io sono solo di nuovo... senza di lei, solo col ricordo del suo amore, costantemente vivo dentro di me.
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Damie • Never tear us apart.
Fanfiction▸ Questa storia è un'opera di fantasia, puramente inventata dalla sottoscritta. Alcune delle vincende scritte qui dentro fanno riferimento a fatti realmente accaduti. Non intendo offendere o insultare nessuno in alcun modo.