Questa storia è un'opera di fantasia, puramente inventata dalla sottoscritta. Alcune delle vicende scritte qui dentro fanno riferimento a fatti realmente accaduti. Non intendo offendere o insultare nessuno in alcun modo.
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Jamie's pov
Per festeggiare Pasqua più in allegria, ho proposto ad Amelia di portare le bambine da mio padre in Irlanda, dato che lui mi ha detto più volte che sente la loro mancanza e che vorrebbe passare più tempo insieme a loro. All'inizio Amelia non era molto d'accordo, poiché aveva già i suoi piani in testa, ma alla fine l'ho convinta dicendole che è giusto che le mie figlie vedano anche mio padre, e non solo sua madre. Quindi.. eccoci qui. Siamo arrivati qui da poco, carichi di bagagli come sempre. Amelia sta chiacchierando giù in cucina con Samira, le mie figlie invece si stanno già dando alla pazza gioia in giro per casa e io sto portando le valigie al piano di sopra. Mio padre ha insistito per aiutarmi ma, ovviamente, gli ho detto di no. Quando veniamo qui mio padre ci sistema sempre nella camera degli ospiti, mentre invece la mia camera da ragazzo è praticamente off-limits, non ha voluto mai cambiare nulla di quella camera, nè di quella delle mie sorelle.
"Allora..." Mi mette una mano sulla spalla, non appena poso tutte le valigie ai piedi del letto. "Che bello che siete venuti, sono proprio contento!" Mi sorride, guardandomi in faccia. Io ricambio il suo sorriso. Anche io sono molto felice di essere qui.
"Anche io sono molto contento." Ammetto. Avevo bisogno di cambiare area, e questo è il posto migliore per farlo. A casa purtroppo l'aria si sta facendo già più pesante, e a volte è difficile rimanere lì.
"Vieni, figliolo.. fatti abbracciare!" Dice, avvolgendomi le braccia intorno al collo. Mi affaccia per qualche secondo, dandomi una pacca sulla spalla. "Ero così in pensiero quando ci siamo visti l'ultima volta... e anche adesso non hai una bella cera." Mormora, scrutandomi in viso. Io annuisco.
"Non è un bel periodo." Scrollo le spalle, semplicemente. Quando apre la bocca per dire altro, ecco che Amelia compare sulla soglia della porta della camera da letto, sorridente come non mai.
"Scusate se vi ho interrotti." Dice, educatamente. "Io e Samira portiamo le bambine a fare un giro. Venite con noi?" Chiede. Mio padre risponde immediatamente di sì, avviandosi verso la porta.
"Vengo anche io. Solo che vorrei farmi una faccia prima." Mento. In realtà devo parlare con Dakota, come tutte le sere. "Facciamo così.. mi faccio una doccia e vi raggiungo." Le dico, forzando un sorriso.
"Va Bene." Risponde, sospirando.
"A dopo, figliolo." Mi dice mio padre.
"A dopo." Replico. Amelia e mio padre escono dalla camera da letto e scendono le scale, io nel frattempo apro la mia valigia e tiro fuori una maglietta pulita. Quando finalmente sento la porta che si chiude, prendo il mio cellulare e chiamo Dakota, un po' prima del previsto. Preferisco farlo adesso. Di solito non ci sentiamo nel pomeriggio, ma dopo l'ultima telefonata ci siamo scambiati solo qualche messaggio e ho disperatamente bisogno di riacquistare quel poco che siamo riusciti a ricostruire.
"Pronto?" Risponde, dopo qualche secondo.
"Hey..." Sospiro. "Sono io. Scusa se ti chiamo prima del previsto, ti disturbo per caso?" Le chiedo.
"No, no.. assolutamente no." Mi dice.
"Scusami se non ti ho chiamata in questi giorni ma.. ecco, ho avuto un po' da fare. Sono in Irlanda, ehm.. adesso, quindi ho dovuto organizzare un po' di cose e.... beh." Quasi balbetto, spiegandole tutto. "In realtà dopo la nostra ultima telefonata non sapevo bene come comportarmi." Ammetto, sospirando.
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Damie • Never tear us apart.
Hayran Kurgu▸ Questa storia è un'opera di fantasia, puramente inventata dalla sottoscritta. Alcune delle vincende scritte qui dentro fanno riferimento a fatti realmente accaduti. Non intendo offendere o insultare nessuno in alcun modo.