Questa storia è un'opera di fantasia, puramente inventata dalla sottoscritta. Alcune delle vicende scritte qui dentro fanno riferimento a fatti realmente accaduti. Non intendo offendere o insultare nessuno in alcun modo.
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Jamie's pov
Dato che oggi hanno annunciato la mia partecipazione al torneo 'Ryder Cup Celeb Match' in Francia, mi hanno chiesto di mandare un video dove invito i miei fans a vedermi, quindi ho passato praticamente tutto il pomeriggio nel giardino di casa mia cercando di fare qualcosa di decente a golf per il video. Dopo tanti tentativi, sono riuscito a fare punto e a fare un video decente per i miei fans, poi entro in casa e mi tolgo la felpa del torneo. Non vedo le bambine in giro, mi chiedo dove siano. Raggiungo la cucina e trovo Amelia che asciuga qualcosa vicino al lavandino, da sola ovviamente.
"Dove sono le bambine?" Chiedo, preoccupato.
"Elva sta dormendo, e Dulcie sta guardando 'Frozen' in camera sua." Mi risponde. Perché l'ha lasciata da sola? Avrebbe potuto chiamarmi e sarei rientrato in casa per farle compagnia. Lei nota immediatamente il mio disappunto e cerca di aggiustare la situazione. "La raggiungo io appena finisco qui." Mi dice.
"Tranquilla, adesso vado io da lei." Le dico, accennando un sorriso di cortesia prima di lasciare la cucina. Lei chiude il rubinetto e mi guarda.
"Credo che noi due dovremmo parlare d'altro." Dice, usando un tono tagliente. Ecco, ci siamo.. Mi giro nuovamente verso di lei, esausto. Che cosa non le va bene adesso? Cosa pretende? Cos'altro le manca?
"E io credo che non sia il momento." Replico, facendo riferimento alle bambine, che sono in casa con noi. Non voglio che sentano niente del genere, ho sempre fatto in modo che non sentissero nessuna delle nostre liti, anche a costo di scoppiare di rabbia. Sia prima che arrivasse Dakota che dopo di lei.
"Io credo di sì." Ribatte. Si allontana dal lavandino e viene verso di me, incrociando le braccia e guardandomi in cagnesco. "Pensi che sia normale ciò che stai facendo ultimamente?" Mi chiede.
"Oh, mi dispiace..." Le rispondo, in modo teatrale. "Scusami se ho passato un pomeriggio a cercare di fare una buca a golf per lavoro, non capiterà più..." Continuo. "Scusami se, per una volta, mi sono permesso di prendermi un po' di tempo libero da te e ti ho lasciata con le tue figlie." Aggiungo.
"Che cosa?" Aggrotta la fronte. "Non mi riferivo a questo!! Non far finta di non sapere a cosa io mi riferisca, lo sai benissimo di cosa parlo." Mi dice.
"Mi dispiace, dovrai essere più chiara." Le dico, strofinarmi la fronte. Sono stanco di questa storia.
"Pensi che non abbia capito che ti senti al telefono con quella lì? Pensi davvero che non l'abbia capito e che sia così stupida?" Mi chiede. Merda. Improvvisamente i suoi occhi sembrano ingigantiti e pieni di rabbia. Se potessero, credo che mi ucciderebbero in questo preciso istante.
"Quella lì?" Chiedo, ripetendo le parole che ha usato con tanto disprezzo per riferirsi a Dakota. "Non so di chi parli." Scrollo le spalle. "Se ti riferisci a Dakota, ovvero il suo nome, allora si.. ci stiamo sentendo al telefono. Ma tranquilla, fortunatamente per te non è successo nulla." Le rivolgo un finto sorriso.
"E ti aspetti che ti creda?" Ribatte, incrociando le braccia. "Ti ricordo che ci siamo già passati una volte, e che ormai queste telefonate o incontri segreti li conosco a memoria. Non mi freghi, mi dispiace."
"E invece ti sbagli, perché non sto facendo niente di male." Scrollo le spalle. "Ma sinceramente, sei libera di credermi o meno.. non mi interessa poi tanto. Non mi butterò ai tuoi piedi pregandoti di credermi, non ne ho motivo. E tu lo sai." Le dico, e lei spalanca la bocca come se fosse sorpresa. "Adesso, se me lo permetti, vorrei andare da mia figlia." Aggiungo, prima di girare le spalle ed uscire dalla cucina per raggiungere le scale e andare in camera di Dulcie.
"No, Ehi!" Alza la voce e mi segue per le scale.
"Non urlare." Le dico, girandomi. Sa benissimo che non voglio che Dulcie o Elva sentano le nostre liti. "Senti." Scendo un gradino e mi metto di fronte a lei, che continua a guardarmi in cagnesco. "Te l'ho detto, ci stiamo solo sentendo e non sto facendo niente di male. Sei libera di credermi o no, lo sai, non mi interessa affatto." Scrollo le spalle. "Ecco tutto."
"E cosa dovrebbe significare questo? Non..." La interrompo, dato che sta alzando ancora la voce. La porto in cucina e chiudo la porta. Come devo farglielo capire? "Non eri tu quello che era intenzionato a riprovarci?" Mi chiede, sospirando. "È così che ci riprovi con me? Parlando con lei?"
"Forse ti sfugge un particolare che, anzi, ti sfugge da sempre... io ho deciso di ritrovarci con te per dare una famiglia normale alle mie figlie, per dar loro la serenità, per darmi un obiettivo in un momento buio, non perché mi fossi accorto improvvisamente di provare qualcosa per te." Le dico. "Chiaro?"
"Che bastardo..." Scuote la testa. "Non ti sforzi nemmeno a fingere. Nemmeno per le tue figlie?" Mi chiede, guardandomi con disprezzo. "Wow... Non devi essere un granché come attore, allora." Mi dice.
"Però i soldi dei miei film ti sono sempre piaciuti, eh?" Ribatto, con lo stesso disprezzo. Così non funziona. Non può funzionare e mai funzionerà.
"Okay..." Sospira. "Okay. Mi dispiace." Mormora.
"Non può funzionare." Scuoto la testa. "Senti, non sto facendo niente di male. Eravamo amici prima di tutta questa storia e stiamo cercando di esserlo di nuovo, tutto qui... ma non credo di dovermi giustificare. Lo sai benissimo che non siamo tornati insieme perché ci amiamo, quindi non vedo perché dovrei fingere... dato che non ce la faccio. Se un giorno succederà, ben venga, ma adesso non è così."
"Non mi sta bene comunque." Replica. "Anche prima eravate amici, poi a forza di questi giochetti avete rovinato tutto e avete voluto giocare a due cuori e una capanna." Mi dice, avvertendomi con lo sguardo. "Vediamo di non fare altri casini, ma è bene che tu sappia che io non mi fido più." Aggiunge.
"Non mi aspetto che ti fidi, non mi aspetto nulla sul nostro rapporto che vada al di là della nostre figlie." le dico, incrociando le braccia. "E non far finta di essere sorpresa, perché ti ho detto tutto questo già tempo fa, ma evidentemente te ne sei dimenticata. O meglio.. hai voluto dimenticarlo." Le dico.
"No infatti, non posso essere sorpresa perché questa è l'ennesima volta che facciamo questo discorso." Sospira. "Jamie.." Richiama la mia attenzione, cercando di incrociare il mio sguardo. "Così non funziona. Non possiamo continuare così, cercando di fare dei passi avanti mentre tu continui ad aggrapparti al passato." Mi dice, quasi velenosa.
"So quello che faccio." Le dico, interrogandola con lo sguardo. Lei sospira, esasperata, poi annuisce e io lascio la cucina per andare, finalmente, da mia figlia e stare un po' in pace. Non mi pento di ciò che ho detto. Io ho detto la verità, e preferisco questa verità piuttosto che le sue illusioni. Almeno sono sincero.
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Damie • Never tear us apart.
Fanfiction▸ Questa storia è un'opera di fantasia, puramente inventata dalla sottoscritta. Alcune delle vincende scritte qui dentro fanno riferimento a fatti realmente accaduti. Non intendo offendere o insultare nessuno in alcun modo.