Capitolo 18

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Capitolo 18: Federica
Ero sulle sue gambe e mi piaceva la sensazione che provavo stando cosi ed ad un certo punto mi abbracciò forte,non mi aspettavo quel gesto dopo quelle parole e mi sembrava una cosa strana,

non ricevevo un abbraccio da tanto tempo ed era una sensazione davvero strana tanto che mi irrigidì ma piano piano mi lasciai andare e mi poggiai sul suo petto,

il suo profumo mi inondava le narici e chiusi gli occhi rilassandomi lasciandomi stringere come se fossi una bambina timorosa,per una volta mi stavo lasciando andare e tutto ciò non lo avevo mai permesso a nessuno.

Eravamo zuppi e i nostri vestiti si erano quasi attaccati totalmente ai nostri corpi tanto da sembrare quasi la nostra pelle stessa,ma non avevo freddo,le sue braccia erano il posto più caldo che avessi mai incontrato,erano il posto più sicuro che c'era.

In quel momento mi sentivo protetta,coccolata come non mi sono mai sentita,né da mia madre e né tanto meno da mia sorella e sentivo che lo faceva perché voleva farlo e non perché ero su quella stupida sedia a rotelle.

Mi rilassai totalmente e avvolsi leggermente le braccia intorno al suo busto e lui prese ad accarezzarmi i capelli e avrei potuto addormentarmi in quel modo e non svegliarmi neanche più,non sapevo perché mi sentivo in quel modo,

ma le mie barriere in quel momento stavano cedendo o quantomeno si erano tanto indebolire.

Io che lo abbracciavo? Io che mi lasciavo andare? Se mi sarei guardata allo specchio o me lo avesse raccontato qualcuno probabilmente gli avrei riso in faccia e gli avrei dato del matto sicuramente,

ma non sapevo il perché in quel momento sembravo un'altra persona totalmente.

Mi stava coccolando come se fossi una bimba in braccio alla sua mamma da piccolina e sorrisi lievemente mentre sentii ciò che mi sussurrò:

Riccardo:"non mi prendere per matto...ma sei così bella che non mi sembri neanche vera."
Mi fece sorridere ciò che disse e gli risposi sussurrando lievemente:

Federica:"sei totalmente matto.." gli sussurrai ridendo appena.
Riccardo:"perché sarei matto?"
Federica:"perché stai qua invece di stare da qualche parte a divertiti con i tuoi amici."

gli sussurrai lievemente ed era davvero ciò che pensavo,non capivo veramente che cosa ci facesse ancora lì.

Riccardo:"non vorrei essere in nessun altro posto..." mi sussurrò lievemente e mi lascio diversi baci caldi sulla testa.

Mi ammutolì ciò che disse,non sapevo davvero cosa dire ma speravo che fosse vero ciò che aveva detto e così rimasi in silenzio facendomi cullare dalle sue braccia e dal suo profumo dolce.

Riccardo:
La stavo stringendo il più possibile a me,era bellissima e non sapevo quando mi sarebbe ricapitato riabbracciarla in quel modo,

sapevo che non sarebbe sempre stato così con lei ma volevo godermi al massimo quel momento,quella sera,in cui stranamente si stava lasciando andare.

Quando le sussurrai che non avrei voluto essere in un altro posto era davvero la verità,

mi piaceva stare lì con lei e mi piaceva stringerla così forte al mio petto come se fosse la cosa più preziosa del mondo.

Non mi ero mai sentito così,questa ragazza mi prendeva tanto e non me lo sarei aspettato mai ma mi incuriosiva tanto e volevo andare fino infondo con lei,volevo scoprirla,scoprirla tutta.

Speravo che un giorno mi raccontasse la sua storia,facendomi entrare nel suo mondo ma non avevo fretta,le avrei dato tutto il tempo che voleva.

La strinsi forte a me e le lascia dei baci caldi sulla testa sorridendo lievemente fra i suoi capelli che avevano un odore buonissimo e chiusi lievemente gli occhi rilassandomi totalmente.

Dopo quella che sembrava un'eternità,mi staccai lievemente ma solo per guardarla in viso,era dolcissima e mi veniva voglia di riempirle le guance di baci ma non volevo essagerare e sussurrai lievemente accarezzandole piano la schiena:

Riccardo:"sei ghiacciata....dovresti cambiarti"
Federica:"gia..."

mi disse ciò e mi sollevai con lei in braccio e così mi diressi verso la sua camera e sorrisi perché si stava tenendo a me come una bimba piccola e una volta aperta la porta della sua camera la portai verso il letto facendola sedere su quello e dopodiché mi allontanai,anche se a malincuore da lei e la lasciai in camera per farla cambiare tranquillamente,

aveva un cambio sul letto quindi ero sicuro che riusciva a trovare dei vestiti senza bisogno della sedia a rotelle per spostarsi ma le dissi comunque di chiamarmi per qualsiasi cosa.

Uscì dalla stanza e chiusi la porta alle mie spalle poggiandomi con la schiena su questa e un sorriso felice appari sul mio viso,non potevo davvero essere più felice quella sera.

Come le ali smarrite di una farfallaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora