Capitolo 46: Federica
Andreas,o quanto meno,cosi mi sembrava che avesse detto si chiamasse si accostò in una stradina che non conoscevo,sembrava parecchio isolata e sperduta,ma perché mi trovavo in quella situazione?Ma soprattutto perché avevo accettato di uscire? Io uscire! Per lo più con un ragazzo che neanche conoscevo.
Dovevo essermi proprio rimbecillita ma qualcosa mi diceva che stavo facendo tutto quello solo perché mi importava di una persona,mi importava anche tanto e non potevo ne negarlo ne farne a meno.
Sospirai passandomi le mani sul viso,ero stanca,ero tanto stanca,è stata una giornata davvero faticosa e l'unica cosa che volevo era chiudere occhio e dormire ma sapevo che non ci sarei riuscita,quel ragazzo aveva occupato la mia testa,ormai quella era diventata casa sua.
Andreas scese dalla macchina e solo in quel momento mi guardai intorno,ma Riccardo cosa ci faceva qua? Era un posto desolato e non si sentiva il minimo rumore di qualche locale nelle vicinanze.
Ma quindi non era in una discoteca? Non lo capivo proprio questo ragazzo,mi stava facendo impazzire.
Qui l'unica cosa di rumoroso che c'era era il venticello che muoveva i rami degli alberi e non vi poteva essere presenza di alcol li,ma mi stava forse prendendo in giro Andreas? Non feci
in tempo neanche a parlare che questo mi apri lo sportello e prima che potessi dire qualcosa mi prese e mi mise sulla sedia a rotelle e io lo guardai male,detestavo essere toccata e ancora più stizzita gli dissi:Federica:"tu mi vorresti dire che Riccardo si trova qua ubriaco? In mezzo al nulla uno si può ubriacare? Stai scherzando vero? "
gli dissi irritata passandomi una mano sul viso e poi fra i capelli sbuffando poggiando poi le mani sui bracci della sedia a rotelle e mi guardai attorno,io li non vedevo proprio niente e nessuno se non qualche albero sul prato e una vecchia casa che doveva essere abbandonata di quanto era malandata.
Mi accorsi solo poco dopo che più in là vi era proprio parcheggiata la macchina di Riccardo e aggrottai la fronte perplessa,ma quindi quel pazzo era davvero la? Andreas notò che avevo visto la macchina e mi sorrise come a volermi dire "te lo avevo detto io!" e io gli gettai un occhiataccia di sbieco,odiavo esser presa per in giro soprattutto da un perfetto estraneo.
Andreas:"se guardi bene....è proprio lì giù...." mi disse sorridendomi lievemente indicandomi un punto sul prato e io seguendo la sua indicazione vidi nella penombra una figura,una sagoma Steaua sul prato con di lato una serie di bottiglie,alcune aperte e altre ancora da aprire.
Era proprio Riccardo,ma quanto doveva esser stupido per fare una cosa del genere? Perché poi? Io non ero alla fine una così grande perdita.
Sospirai e annuì appena con la testa guardando verso il prato e feci cenno ad andreas di andare,sapevo che non sarebbe tornato con lui,e sapevo che dovevo prenderlo da sola con le buone o non sarebbe mai tornato a casa. Peggio di un bambino era!
Federica:"okay.....grazie,lasciami con lui....in caso non riesce a guidare chiamo mia mamma....."
gli dissi e lui annuì appena e prima di andarsene sorridendo mi disse:
Andreas:"perdonalo,è davvero sotto per te,non l'ho mai visto stare così per qualcuna....e lo conosco da tantissimo tempo...." io non risposi,gli sorrisi appena e poi sospirando,mentre Andreas andava via,misi le mani sui bracci della sedia a rotelle e mi diressi verso il prato dove stava quel ragazzo.
Ma cosa potevo dirgli? Cosa avrei mai potuto dire ad un ragazzo ubriaco che non si teneva neanche in piedi e che non voleva tornare a casa?
Odiavo l'alcol,mi ricordava cose del mio passato non belle e mi stava lasciando l'amaro in bocca anche quella volta.
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Come le ali smarrite di una farfalla
RomanceMille emozioni diverse in una storia piena di mistero. Tanti sentimenti,tanti pericoli e un paio di gambe volate via,come le ali,le ali smarrite di una farfalla.🦋