Capitolo 16: Federica
Mi tenni dal suo collo per non cadere e deglutii lievemente a quella mossa avventata di quel ragazzo e ascoltai le parole che stava sussurrando sulla mia fronte facendomi leggermente rabbrividire,le sue labbra stavano toccando ancora la mia pelle.Lo guardai senza dire niente e lui mi sorrise lievemente prima di rimettermi nella mia sedia a rotelle,scossi lievemente la testa e senza dire niente sbloccai i freni e mi diressi verso il muro per cercare la porta che si vedeva in penombra nella camera e l'aprii una volta che la trovai e senza dire niente me ne andai,mi aveva davvero scombussolato con i suoi atteggiamenti e mi sentivo come se fossi uscita da un tunnel e fossi ancora stordita da questo.
Sentii i suoi passi dietro di me e la porta della camera in cui eravamo prima chiudersi e sospirai appena arrivando in salone e gettai uno sguardo alla sveglia,erano già le 22:00 e non me ne ero neanche accorta,era strano ma quel giorno il tempo era volato,non avevo neanche preso il cellulare e chiamato mia mamma e mia sorella ma ero contenta di non averlo fatto,non avevo nessuna voglia di ascoltarle,mi trattavano come una bambina o meglio come una bambolina nelle loro mani.
Mi voltai verso il ragazzo che stava vicino a me e passandomi una mano fra i capelli gli dissi ciò in tono neutro:
Federica:"dovresti andare...sono le 22:00,è tardi...la tua famiglia ti starà aspettando"
Riccardo:"oh...ma posso rimanere ancora un pochino...se ti va ti posso cucinare qualcosa io e tu insomma...puoi darmi una mano"lo guardai aggrottando la fronte,ma davvero questo non aveva altro che fare se non stare qui con me,non aveva una famiglia che si riuniva a cena?
Era davvero strano ma mi piacque il modo in cui mi disse che voleva cucinare,non mi aveva trattato come una bimba o una cosa di porcellana che non poteva fare niente altrimenti si rompeva,anzi mi aveva chiesto di farlo insieme e ciò mi portò,insolitamente ad accettare,tanto ormai mi ero rassegnata per quel giorno a non rimanere da sola.
Sospirai lievemente e presi parola cautamente:
Federica:"va bene...ma dopo te ne vai e non torni più gentilmente eh"gli dissi ma ero lievemente divertita tanto che lui rise e scosse la testa e mi prese nuovamente dalla sedia a rotelle spingendomi verso la cucina mormorando un "andiamo va".
Arrivammo in cucina e mi fermò davanti al tavolo di questa e sorrisi appena mentre lo vidi dirigersi verso i fornelli e si voltò verso di me domandandomi divertito:
Riccardo:"cosa vuole mangiare signorina?"
Federica:"mh non saprei,per me un panino è più che sufficiente generalmente."
Riccardo:"un pani....che? No no quale panino,adesso ci facciamo un bel piatto di spaghetti al pomodoro con tanto formaggio"Risi lievemente e scossi la testa portandomi una mano fra i capelli e incrociai dopo le braccia al petto sussurrando lievemente:
Federica:"okay okay mi devo stare muta ho capito" dissi divertita mentre scuotevo la testa e mi diressi verso lo stipo in basso della cucina e l'aprii prendendo la tovaglia da tavola e mi diressi poi al tavolo togliendo il vaso che stava su questo e tolsi poi il centrino poggiando il tutto da un altra parte e misi la tovaglia sul tavolo,presi da bere in frigo e feci la stessa cosa e presi anche dei pomodori e delle mozzarelle,del tonno e verdura mista e mi misi a fare un insalata in una ciotola che avevo preso da uno stipo in basso,altrimenti mi sarebbe stato impossibile.
Sorrisi lievemente,quella sera mi sentivo abbastanza normale e mi voltai verso il ragazzo che stava tirando fuori dagli stipi della pasta e del pomodoro già pronto e mi venne da ridere lievemente e gli dissi in tono pacato:
Federica:"alla faccia della pasta al pomodoro squisita...col sugo pronto"
Riccardo:"ehi ehi tu stai mettendo in dubbio le mie doti di cuoco provetto?"
Federica:"assolutamente si" gli dissi abbastanza divertita ridendo lievemente perché mi stava puntando contro un mestolo e aggiunsi:Federica:"e secondo te mi dovrei spaventare di un tizio con un mestolo di legno in mano?" gli dissi ridendo lievemente tagliuzzando il pomodoro e scossi lievemente la testa concentrandomi sul mio lavoro e non mi accorsi dei suoi passi verso di me e dopo che poggiò il mestolo sul tavolo mi poggiò le mani sui fianchi e incominciò a farmi il solletico facendomi ridere a crepapelle,soffrivo da morire il solletico.
Riccardo:"chiedimi scusa o non la smetto"
Federica:"okay okay" gli dissi fra le risate per farlo smettere e appena si fermò per aspettare le mie scuse gli dissi divertita "puoi anche aspettare" gli dissi ridendo lievemente e scappai via con la sedie a rotelle nel corridoio ma per lui non fu difficile raggiungermi avendo due gambe su cui correre e appena mi raggiunse mi bloccò riprendendo a farmi il solletico facendomi ridere a crepapelle nuovamente e sentivo che rideva anche lui mentre mi disse:Riccardo:"ha chi credi di scappare tu?"
Federica:"a te"
Riccardo:"a me non mi scapperai mai" mi disse ma senza più farmi il solletico e sembrava serio mentre mi sorrideva lievemente e abbassai il viso sulle mie gambe e scossi la testa,mi stava sorprendendo quella sera ma temevo che era solamente una presa per i fondelli tutto quanto,sapevo di fargli solamente compassione,lo avevo visto quei giorno che mi vide la prima volta,ma adesso sembrava diverso ma non sapevo se era realmente così ma in cuor mio ci speravo.
Riccardo:
Le feci il solletico perché adoravo vederla ridere,era il suono migliore che avessi mai sentito in vita mia,era una risata delicata,dolce,così insolita per una ragazza così dura come si mostrava di solito ma infondo sapevo che non era realmente così e quella serata me lo stava confermando ancora di più
ed ero felice,che almeno un po',si fosse sciolta,ci tenevo davvero ad esserle amico ma non perché mi facesse pena o compassione perché era sulla sedia a rotelle ma perché mi incuriosiva e mi piaceva passare il tempo con lei.
Le dissi poi che non me la sarei fatta scappare smettendole di farle il solletico ma non parlò,anzi sembrava addirittura quasi imbarazzata e ciò mi fece sorridere lievemente.
Riccardo:"cosa c'è non parli?" Le sussurrai lievemente tenendo le mani sui suoi fianchi accarezzandoli appena lievemente ed era strano che non si stesse scostando e senti ciò che mi disse sussurrando lieve:
Federica:"non ho niente da dire ma io scappo da chiunque"
Riccardo:"non da me,da me non ne hai bisogno,anzi se devi scappare,scappa da me" le dissi in un sussurro sorridendo lievemente,era così,se doveva scappare volevo che venisse da me,l'avrei sempre accolta fra le mie braccia.
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Come le ali smarrite di una farfalla
RomanceMille emozioni diverse in una storia piena di mistero. Tanti sentimenti,tanti pericoli e un paio di gambe volate via,come le ali,le ali smarrite di una farfalla.🦋