Capitolo 59

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Capitolo 59: Federica
Era come se il mondo adesso mi fosse crollato addosso,schiacciandomi sotto il suo peso infame,ma perché di nuovo tutto quello? Cosa avevo fatto io di male per dover sopportare tutto quel dolore? Cosa avevo fatto io per vedere mia sorella piangere in questo modo nelle mie braccia? Non riuscivo neanche ha rassicurarla,ero io più distrutta di lei perché quello a cui aveva fatto più male ero proprio io. Sospirai e avevo così tanto dolore che mi stava schiacciando il petto ma non riuscivo neanche a versare una lacrima,non riuscivo a piangere,avevo perso le lacrime o semplicemente avevo perso tutte le energie e non riuscivo più neanche a versare quelle lacrime salate segno di dolore e di sofferenza. Non mi spiegavo come poteva esser vivo,quello che era successo doveva averlo ucciso,io mi ero salvata per miracolo,ma lui,lui doveva esser morto. Lui era la causa di tutto,lui era il colpevole della mia disgrazia più grande e lui doveva pagare,perché se non era morto,avrebbe dovuto passare esattamente,e lentamente,per assaporare bene,tutto quello che io stavo patendo e sapere esattamente cosa significhi soffrire per anni,come un animale ferito,come un cerbiatto ferito alle gambe e rimane dolente per terra,senza il minimo respiro.
Sospirai e strinsi forte Arianna sussurrandole con un nodo in gola che mi stringeva così forte da togliermi il respiro che mi si stava mozzando in gola:
Federica:"ari....tranquilla.....c'è la faremo....come c'è l'abbiamo sempre fatta....te lo prometto...."sussurrai lievemente stringendola forte a me mettendo una mano dietro la sua nuca accarezzandola lievemente e chiusi appena gli occhi come a voler chiudere gli occhi su questo mondo infame che mi stava recando ancora tanto dolore,volevo chiudere gli occhi e cadere nel buio perché volevo scappare via da tutto questo dolore,volevo farlo scivolare nelle tenebre e non sentirmelo più gravare così tanto sulle spalle,perché mi stava schiacciando,mi stava letteralmente schiacciando. Arianna si strinse forte a me come se io fossi la sua ancora di salvezza ma la verità era che io non ero così forte,ero fragile e stavo per crollare portando tutti quelli che si aggrappavano a me,giù,giù nel baratro con me e Arianna fra le lacrime mi sussurrò lievemente:
Arianna:"c-come fai ha dirlo....c-come fai ad essere sempre così forte....c-come?...." mi sussurrò Arianna fra i singhiozzi e si staccò appena da me per potersi passare le mani sulle guance che erano inondate di lacrime e io scossi lievemente la testa,non ero forte,ero solamente abituata al dolore che ormai mi passava su come se niente fosse,ma essere abituati al dolore non era essere forti ma semplicemente quando la vita ti ha già bastonato troppo,una bastonata in più non ti cambia niente,se non ammaccarti di più e aprire di più quelle ferite che ancora dovevano essere risanate.
Federica:"non credere che io lo sia....non lo sono....ma in qualche modo devo esserlo...." sussurrai lievemente spostandole delle ciocche dal viso che le si erano appiccicate per quante lacrime aveva versato e nel mentre sentivo parlare da dietro la porta e una era la voce di Riccardo mentre l'altra era la voce di mia mamma,mia mamma era l'ultima persona che volevo vedere. Mi aveva mentito su tutto,su ogni cosa,mi aveva tenuto allo scuro da tutto,per due anni,da quel giorno,lei si era ostinata sempre a non dire niente di tutto quello,ma adesso il passato era ritornato e andava affrontato in qualche modo anche se sapevo che ne sarei uscita sconfitta ma forse con qualche angelo pronto a sostenere ogni mio livido,ogni mia ferita sanguinante.

Riccardo:
Rimasi poggiato alla porta della stanza mentre Maria mi rivolse un dolce sorriso alle mie parole,mi aveva chiesto se io l'amavo ma oramai mi sembrava scontato e dire il contrario sarebbe stata solo una grossa bugia. Maria mi guardo sorridendo lievemente,sembrava volesse dirmi qualcosa,sembrava implorarmi quasi con  quello sguardo e sembrava tanto dispiaciuta. Cos'era tutto questo dolore che vi era in questa famiglia,il dolore che leggevo nei suoi occhi adesso,era lo stesso dolore che leggevo sempre negli occhi di Federica e che prima avevo letto negli occhi di Arianna,qualcosa era successo a tutti loro ma vedevo che quella segnata più profondamente era Federica,lei andava protetta più di tutti,perché lei era quella a pagare di più le conseguenze dell'odio di qualcuno o di non so cosa,ma lei soffriva tanto,soffriva così tanto nonostante voleva dimostrarsi così forte. Maria mi afferrò le mani lasciandomi sbalordito,non mi aspettavo un simile gesto,ed ero anche abbastanza perplesso,e sollevai appena un sopracciglio e lei di rimando mi sorrise ma non era un sorriso felice,era un sorriso amaro e tirato,come se quello che adesso voleva dirmi fosse anche contro se stessa o le facesse fatica dirlo. Sospirò lievemente e ingoiò il boccone amaro prima di sussurrarmi lievemente:
Mamma M:"ti prego....allora....di portarla via....portala via da tutto questo dolore....via da questa città che per lei è stata una condanna....via da questa casa.....da questa famiglia....da tutto.....siate solo tu e lei.....e nessun altro......so di chiederti tanto.....so che ti sto chiedendo di rinunciare alla tua famiglia prima di tutto....alla tua carriera subito dopo....e ai tuoi amici anche.....ma te lo chiedo perché io per amore ho fatto pazzie che non hai neanche idea.....pazzie che ahimè oggi incombono la vita delle mie figlie......ma una di loro.....federica......si può salvare.....si può salvare andando via di qua.....può salvarsi da questo dolore......perciò se la ami veramente come dici....per favore pensa alle mie parole....prendila e portala ovunque tu voglia.....ogni posto sarà più sicuro anche di qui,qui che è casa sua.....perché casa sua le ha sempre fatto solo del male...." mi disse Maria sussurrandomi ciò guardandomi negli occhi,quegli occhi che adesso abbandonavano delle lacrime e io rimasi impietrito davanti a quelle parole,mi aveva lasciato di stucco ma dentro di me avevo la consapevolezza che per amore di quella ragazza avrei rinunciato a tutto....ormai ero troppo dentro in questa storia e uscirne era difficile,se non impossibile. Sospirai lievemente e accennai lievemente un sorriso annuendo appena sussurrandole lievemente:
Riccardo:"qui o lontano di qui....lei sarà sempre protetta....questo te lo posso giurare Maria...." sussurrai lievemente e lei mi sorrise e mi stupii quando mi tirò a se abbracciandomi e io la strinsi come fosse mia mamma,quella mamma che ahimè io non potevo avere,perché troppo impegnata in altre cose,la strinsi come fosse quella mamma che avevo sempre desiderato di avere,forse perché lei era una mamma,una mamma che voleva proteggere le sue figlie a spada tratta,e io l'avrei aiutata,perché una di queste era il mio più grande amore.

Come le ali smarrite di una farfallaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora