Capitolo 34: Federica
Sentii tutto quello che stava accadendo lì fuori la porta della mia stanza e il modo in cui mi stava difendendo,a spada tratta,mi stava riempendo il cuore di gioia.Forse per una volta mi stavo illudendo di aver trovato il mio posto nel mondo,ovvero nelle sue braccia.
Eravamo amici,niente di più e niente di meno,ma un'amico delle volte può salvarti la vita senza bisogno di saperlo,sapevo che due amici non si comportano di certo come noi,sapevo che c'era stato qualche bacio non indifferente ma sapevo anche che la prima cosa che contava adesso era l'amicizia che ci avrebbe legato per tanto tempo,anche perché non credevo che lui volesse di più da me e io non credevo allo stesso modo di poterglielo dare.
Chi mai si porterebbe dietro il peso di una "fidanzata" invalida,che non esce di casa e che non può essere autonoma? Praticamente nessuno.
A distogliermi da questi miei pensieri fu proprio la porta della mia camera che si aprii e un Riccardo parecchio arrabbiato entrò in camera e io risi appena perché era buffo,non lo avevo mai visto arrabbiato fino a quel momento e la cosa era parecchio divertente.
Mi guardò alzando un sopracciglio perplesso,sicuramente non capiva il motivo del mio divertimento,ma io ero così,un attimo prima ridevo insieme a te,quello dopo ti distruggevo in un battito di ciglia.
Riccardo:"cosa ridi?" Mi chiese perplesso venendo verso di me che stavo comodamente seduta sul letto.
Federica:"niente....è stata una giornata intensa e l'unica cosa che mi fa ridere è la tua faccia buffa da arrabbiato" gli dissi ridendo lievemente scuotendo appena la testa mentre lui si sedette di lato a me sul letto.
Riccardo:"ah ah che divertente,adesso ti faccio ridere io di gusto....." mi disse ridendo lievemente anche lui e con aria minacciosa poggiò le mani sul mio bacino provando a farmi il solletico ma rimasi immobile,quella parte del mio corpo per me era inesistente,poteva farmi il solletico quanto voleva e Dio sapeva solamente quanto avrei voluto ridere,anche a piangere dalle risate,ma non potevo,non sentivo nulla,non sentivo il suo tocco,il suo calore e abbassai lievemente lo sguardo sulle sue mani deglutendo appena.
Quello che poteva essere un bel momento di risate era diventato un momento di angoscia,quasi di disagio per me.
Lui se ne accorse e mi sorrise lievemente mentre il silenzio calò nella stanza. Rimanemmo così zitti per un tempo insormontabile,non so se passarono minuti,secondi,ore,mesi o anni,ma solo dopo un po' lui prese parola,e quasi timoroso di una mia brutta reazione,mi chiese sussurrando tenendo le mani sul mio bacino:
Riccardo:"non sono solo le gambe?.....anche qui non senti nulla?...." mi chiese sussurrando deglutendo appena e io deglutii a mia volta sospirando appena prima di rispondergli sussurrando lievemente:
Federica:"le gambe sono collegate al bacino.....è da lì che parte il problema.....il bacino,i fianchi,le cosce,le gambe per me è come se non ci fossero.....ormai ci ho fatto l'abitudine....." sussurrai lievemente alzando appena le spalle deglutendo appena e lo vidi sospirare dispiaciuto,era dispiacere e non compassione e ne fui sollevata o non avrei più risposto ad alcuna sua domanda:
Riccardo:"ma....ma non hai mai provato nessuna cura?.....non hai mai fatto fisioterapia o altro?......da quello che ho capito non è una cosa che hai dalla nascita......ma c'è stato un qualcosa che è successo per essere così....." mi sussurrò lievemente provando ad accarezzami i fianchi ma era scontato che non sentissi nulla,aveva capito che non ero così dalla nascita,aveva capito che c'era tanto dietro ma era una storia che non mi andava ne di ricordare ne di raccontare perché faceva tanto male,faceva male anche solamente raccontarla,anche se era passato tanto tempo era una ferita che non si sarebbe ricucita mai ma decisi comunque che qualcosa meritava sapere perciò gli diedi solamente qualche indizio,o meglio gli mostrai solamente qualcosa e sospirai lievemente,non so cosa mi portava a fidarmi,ma di lui mi fidavo,mi fidavo ciecamente,se mi avessero detto di buttarmi giù da un muro che sotto ci sarebbe stato lui a prendermi,io lo avrei fatto senza neanche pensarci,non so cosa era ma mi fidavo di lui più di ogni altra persona che conoscevo,più di mia sorella e più di mia madre.
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Come le ali smarrite di una farfalla
RomantikMille emozioni diverse in una storia piena di mistero. Tanti sentimenti,tanti pericoli e un paio di gambe volate via,come le ali,le ali smarrite di una farfalla.🦋