Capitolo 55: Federica
Passò il tempo e decidemmo di metterci a dormire su quel vecchio divano che era stato testimone di quanto successo in quella notte d'amore ma allo stesso tempo di terrore. Ero molto stanca e ero anche abbastanza distrutta,era stata una serata,una notte pesante e volevo solamente riposarmi ma non mi andava di tornare a casa a dormire anche se mia mamma e mia sorella non sapevano neanche dove fossi. Quando ero uscita di casa mia mamma dormiva già da un pezzo e mia sorella doveva essere buttata chissà in quale discoteca con chissà quale ragazzo che sicuramente si sarebbe portata a letto. Eravamo così diverse pur essendo sorelle,eravamo il giorno e la notte,il nero e il bianco,il sole e la luna. Io ero così acida,così testarda e così dannatamente ferita mentre lei era così sfacciata,così superficiale e non credo che sapesse cosa significava soffrire veramente. Non era stata male neanche quando io ero finita su questa sedia a rotelle,anzi forse ne era stata addirittura contenta,mi ero così tolta di mezzo e adesso poteva avere tutto ciò che io non potevo avere più ma lei non aveva mai capito che di tutto ciò che io avevo,come amici,confidenze attenzioni e cose varie,erano cose che non mi interessavano per niente,l'unica cosa che mi era sempre importata,era quella di essere libera,cosa che adesso mi era stata negata dalla vita,non ero libera come volevo essere,perché senza le mie gambe non potevo essere libera di fare quello che volevo e dovevo essere sempre dipendente da qualcuno. Sospirai lievemente stringendomi al petto del ragazzo che si era sdraiato con me su quel divano e ero tanto preoccupata e abbastanza provata,speravo con tutta me stessa di dare una risposta negativa a tutta quella situazione che combaciava così maledettamente alla perfezione,quella situazione li,quell'uomo,quell'uomo che ahimè ero sicura di aver visto non mi permetteva di prendere sonno nonostante fossi fra quelle braccia che mi avrebbero protetto da tutto e da tutti. Sospirai e Riccardo se ne accorse che non riuscivo a prendere sonno,così mi fece sollevare lievemente dal suo petto e mi sorrise lievemente poggiandomi una mano sulla guancia accarezzandola lievemente mentre si sollevò lievemente con il busto sorridendo lievemente sussurrando:
Riccardo:"che c'è piccola?....non riesci a dormire?...." sussurra lui lievemente e io scossi lievemente la testa accennando appena un sorriso e lui sospirò appena sorridendomi lievemente e mi prese fra le sue braccia stringendomi forte,ecco qui il mio porto sicuro,questa qua era davvero casa mia perché qui,fra le sue braccia,mi sentivo davvero tanto amata.
Sospirai lievemente e mi poggiai nuovamente al suo petto,chiusi lievemente gli occhi e lentamente grazie alle sue coccole riuscì ad addormentarmi e a dormire serenamente.
Ecco,questo era ciò che più amavo di questo ragazzo,riusciva ha farmi stare tranquilla anche quando la vita mi crollava addosso,lui mi abbracciava,mi toglieva le macerie di dosso e rimaneva qui giù con me. Dormii così tutta la notte e la mattina fu proprio il suono del mio cellulare ha svegliarmi,aprii gli occhi assonnata e mi stropicciai questi ultimi per poi portare un attimo lo sguardo sul ragazzo che stava disteso su questo vecchio divano e sorrisi lievemente vedendo che dormiva come un angelo serenamente. Poggiai una mano sulla sua fronte scostandogli i ciuffi di capelli che finivano sul suo viso sorridendo lievemente e poi sbuffai portando lo sguardo sul cellulare che continuava a squillare,mi sporsi così per prendere i pantaloni che stavano ancora a terra e mi venne da sorridere vedendo quei vestiti li giù,era vero,era tutto vero quello che era successo quella notte,anche se speravo che una parte di quella notte non fosse per niente vera,reale. Presi il cellulare dalla tasca dei pantaloni e vidi che era mia mamma che chiamava insistentemente,sbuffai nel leggere il suo nome sul display e rifiutai la chiamata,sicuramente voleva sapere dove fossi e doveva essere anche tanto preoccupata conoscendola ma non avevo voglia di stare a sentirla,anche perché da lì a poco sarei tornata a casa e qualcosa mi diceva che non sarebbe andrà bene quella giornata,ma oramai mi ero abituata a quelle giornate tremende,i miei ultimi tempi erano sempre costituito solo da tante sofferenze e solo ora sapevo un po' cosa volesse dire essere felici per la prima volta,lo scoprii grazie proprio a questo ragazzo che dormiva qui di lato a me. Decisi di svegliarlo,anche se a malincuore visto che avrei voluto guardarlo dormire,sembrava tanto rilassato,quasi un angelo ma forse era davvero proprio questo,perché una persona che era giunta così nella mia vita provando a sollevarla e ripararla,non poteva che essere strato mandato da Dio,doveva essere uno dei suoi angeli più belli e io non capivo come potesse averlo mandato a me,io che ero così niente in confronto a lui che era tutto,quanto meno,era tutto per me.
Sorrisi lievemente e poggiando felicemente un meno sulla sua palla lo accarezzai lievemente prima di scuoterloo leggermente e risi appena quando questo si svegliò spaventato e perplesso subito dopo vedendomi ridere e tolsi la mano dalla sua spalla incrociando le braccia sotto al seno sussurrandogli lievemente divertita:
Federica:"ma buongiorno....spaventato?"gli chiesi divertita e lui mi guardo perplesso e poi rise scuotendo appena la testa e mi afferrò da un braccio tirandomi delicatamente e facendomi cadere su di lui facendomi ridere lievemente e sorridere e mentre mi abbracciò mi sussurrò divertito:
Riccardo:"sei proprio tremenda tu....giorno piccola mia...."sussurrò lui lievemente facendomi ridere e facendomi sorridere mentre frugai il viso sul suo petto e avrei voluto svegliarmi sempre cosi,sempre così rilassata e sempre cosi contenta,contenta perché lui mi faceva esser cosi,lui mi faceva sorridere.
Federica:"non sai neanche quanto...." sussurrai lievemente ridendo appena lasciandogli un lieve bacio sul petto e lui sorrise stringendomi più forte al suo petto e ridendo lievemente divertito mi sussurrò:
Riccardo:"lo voglio scoprire però....non sai quanto...." sussurrò lievemente e io risi lievemente ma le sue parole mi facevano sempre un effetto bellissimo,mi riempivano sempre il cuore facendomelo quasi esplodere.
Federica:"si....intanto puoi scoprire come sarà portarmi a casa...visto che mia mamma sarà la millesima volta che mi chiama..."gli dissi ridendo lievemente e neanche a farlo apposta proprio quando dissi queste ultime parole,il cellulare prese nuovamente a squillare e io sbuffai ma ero lievemente divertita,questo ragazzo aveva una strana influenza su di me,mi faceva sentire davvero così leggera e così libera.
Riccardo:"okay okay andiamo....o ti uccide....." sussurrò lui lievemente divertito e si sollevò dal divano sorridendomi e io mi persi a guardarlo e quando lui si accorse di ciò io abbassai lo sguardo in imbarazzo e lui sorrise venendo verso di me e mi sollevò il viso lasciandomi un bacio delicato sulle labbra e io sorrisi su di queste,poi si staccò e si vesti e io mi sentivo davvero felice come non mai ma sapevo che quella era solo la quiete dopo la tempesta. Tempesta che scoppiò,esplose totalmente quando tornai a casa,ci mettemmo poco ad arrivare e quando entrai mia mamma era tanto preoccupata per me,ma io stavo bene o almeno in parte ma non fu questo a scatenare il vero e proprio uragano. Quando la vidi mi ricordai che lei mi aveva assicurato che lui fosse morto,mi aveva assicurato che lei stessa lo aveva visto seppellire,mi aveva sempre detto che lui se ne era fottutamente andato via. Poggiai le mani sui bracci della sedia a rotelle,eravamo nel salone di casa e mia mamma mi stava abbracciando per la preoccupazione avuto e io strinsi la mascella e le mani sui bracci della sedia a rotelle e sussurrai dura mentre la mia espressione cambiava,così come il mio umore,Riccardo li a guardare tutto quello che stava per succedere,probabilmente smarrito e probabilmente perplesso:
Federica:"c'è qualcosa che devi dirmi....qualcosa che tu sai ma io non so...qualcosa riguardante qualcuno che tu ed io conosciamo tanto,troppo bene...." gli dissi duramente con sguardo di fuoco,lei doveva sapere,doveva sapere per forza se lui,quell'uomo che avevo visto da quella finestra,era proprio lui,dovevo sapere se lui fosse ancora vivo,perché se era così non avrei più guardato in faccia nessuno di loro,ne mia mamma e ne mia sorella,che sapevano sicuramente una cosa del genere e non me l'avevano mai detta nonostante sapessero quanto detestassi quell'uomo. Mia mamma mi guardo scioccata,aveva capito a cosa mi stessi riferendo e si staccò dall'abbraccio che mi stava dando per potermi guardare in viso e quasi tremò davanti alla mia espressione dura. Scosse la testa come a voler negare tutto ciò che le stavo dicendo e preoccupata ma anche timorosa di una mia eventuale reazione mi disse:
Mamma M:"no Federica...tesoro no cosa dici..." sussurrò lei scuotendo la testa ma io non ci credetti per niente e la guardia ancora più male e sbattei una mano sul bracciolo della sedia a rotelle urlando,ero esplosa:
Federica:"Tu! tu non ti puoi prendere il lusso di giocare con la mia vita manovrandola secondo quello che vuoi tu....tu devi dirmi se quell'uomo,quel maledetto uomo è ancora vivo e non morto come tu mi avevi detto! Devi dirmelo perché non è una cosa che riguarda te ma solamente me e nessun'altro..... ma se non me lo dirai tu stai tranquilla che lo troverò da sola e vi farò pagare,a te,ad Arianna e a lui ciò che mi avete fatto passare....voi in un modo,lui in un'altro...." urlai respirando anche a fatica per quanto la mia voce si era alzata,mia madre non disse nulla,scoppiò solo in lacrime e io la lasciai là,non volevo vederla ne avere a che fare con lei,volevo solo sperare che tutto quello che mi aveva distrutto non fosse tornato,che quell'uomo non fosse ancora tornato per riempirmi ancora di più di ferite,ferite che ancora dovevano guarire.Riccardo:
Quando arrivammo a casa sua,dopo una notte bella ma allo stesso tempo brutta,esplose il vero e proprio uragano. Federica iniziò ad urlare contro sua mamma che sapeva esattamente cosa le stesse dicendo anche se lei non aveva menzionato nessuno mentre io ero sempre più perplesso su tutta quella storia ma ciò che sapevo e che se non l'avrebbe aiutata nessuno,io no,io ci sarei stato ma lei doveva lasciarsi aiutare da me,doveva fidarsi e provare a raccontarmi tutto ciò che le era stato fatto,dopodiché l'avrei consolata,protetta come sempre facevo e insieme avremmo trovato ciò che le stava facendo male adesso e che già in passato le aveva fatto male.
Rimasi scioccato quasi davanti a quelle urla di rabbia,erano urla di aiuto e erano urla disperate e io corsi da lei quando scappò letteralmente via da tutto quel dolore che stava provando ancora,scappò via su quella sedia a rotelle,quella sedia che era la sua più grande condanna. La raggiunsi col fiatone perché mi misi a correre e la bloccai dalla sedia a rotelle e lei mi guardò,gli occhi pieni di lacrime,il cuore spezzato e le mie braccia pronte a ripararla dal mondo intero,da tutto ciò che adesso la stava distruggendo sempre di più,da tutto ciò che la vita le stava dando,cose brutte ma anche belle e io speravo,che io per lei,fossi proprio una di queste poche cose belle che la vita le stava donando.
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Come le ali smarrite di una farfalla
RomanceMille emozioni diverse in una storia piena di mistero. Tanti sentimenti,tanti pericoli e un paio di gambe volate via,come le ali,le ali smarrite di una farfalla.🦋