Capitolo 42

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Capitolo 42: Federica
Volevo solamente andare a casa,volevo andare nel mio letto e chiudermi in camera e non uscire più di questa,quella mattinata era stata la più brutta della mia vita dopo la giornata dell'incidente ma quanto meno lì non ero stata picchiata da una serie di ragazze inviperite perché ero con il ragazzo che a loro interessava.

Quel ragazzo che avevo deciso a malincuore di non voler rivedere più,mi aveva recato troppo dolore e non volevo stare male altrimenti,già stavo male di mio per tutto ciò che da lì a due anni mi era accaduto,non avevo bisogno anche di un ragazzo a cui legarmi per poi starci male proprio come in quel momento,ma forse era troppo tardi e io a quel ragazzo mi ci ero già legata,forse anche troppo ma non mi interessava sarei andata anche contro me stessa.

Lo spinsi via,in quel momento i suoi baci e i suoi abbracci erano davvero l'ultima cosa che volevo,stavo detestando tutto quello che era successo quella mattina,era iniziata bene la mattinata ma era finita male.

So di avergli fatto del male ma so anche che dovevo proteggermi da lui e dal mondo come avevo sempre fatto,così lo cacciai via,non volevo più vederlo.

Mi portai le mani sulle guance asciugandomi le lacrime e vidii in lontananza mia mamma correre verso di me,arrivò sugli spalti di corsa,qualcuno deve averle detto quello che era successo,ma chi?

Lì dentro non mi conosceva nessuno se non Riccardo e il suo amico non sapeva che ero sua figlia.

Chi poteva averla avvertita? Ma in quel momento non ci feci caso,mi concentrai solamente su mia madre che corse verso di me e mi abbracciò prendendomi il viso fra le mani preoccupata e allarmata mi disse:

Mamma M:"oddio tesoro mio....ma cosa ti hanno fatto? Chi è stato? Cosa è successo Riccardo...?"

Disse mia mamma come se fosse una mitraglietta,parlava sempre tutto d'un fiato quando era in ansia,preoccupata o come in quel momento spaventata.

Si rivolse prima a me e poi a Riccardo ma io non diedi neanche il tempo di rispondere a questo che non mi cacciava gli occhi di dosso,ma io lo ignoravo nonostante il suo sguardo dolorante e dispiaciuto.

Federica:"niente mamma....portami a casa subito e non far venire più nessuno,nessuno!"

Le dissi duramente e mi aggrappai a lei che mi stava sollevando da terra,da lontano vidi arrivare Arianna con la sedia a rotelle,questa guardò male i due ragazzi e poi venne verso di me dicendomi duramente:

Arianna:"stupida....ti avevo detto di non fidarti di lui!"

Mi disse mentre mia mamma mi metteva sulla sedia a rotelle e io non potevo negare le sue parole,ero stata una stupida a fidarmi di un ragazzo che neanche conoscevo bene,ero stata una stupida a farlo entrare nella mia vita,gli avevo mostrato le mie gambe,gli avevo mostrato il mio pianoforte,lo avevo abbracciato,lo avevo baciato e lo avevo fatto dormire con me e cosa ci avevo guadagnato?

Solamente tanti altri lividi,sul mio corpo ma soprattutto sul mio cuore già abbastanza malandato di suo.

Federica:"non ti preoccupare....non ci sia modo che lo faccia più!"

dissi duramente a mia sorella asciugandomi del tutto le lacrime stando attenta a non toccare il mio labbro dolorante e gettai uno sguardo al ragazzo che stava poco distante da me ed era stato raggiunto dall'amico e irrigidì la mascella mentre lui parlò:

Riccardo:"Federica ti prego....ti prego non farlo...."

mi disse implorante e provò ad avvicinarsi ma gli feci cenno di stare lontano da me,doveva solamente starmi lontano senza toccarmi,soprattutto non doveva toccarmi.

Federica:"non pregarmi proprio....ho preso la mia decisione....devi stare il più possibile lontano da me,mi hai capito?!"

Gli dissi duramente ma ciò che dicevo sapevo benissimo che non era nei miei occhi e nel mio cuore,provo a ribattere ma non lo ascoltai perché misi le mani sui freni della sedia a rotelle,la sbloccai e andai via quasi correndo su quella sedia a rotelle mentre le lacrime scendevano sul mio viso copiose,avevo perso,avevo ancora una volta perso,prima le gambe,adesso una persona a cui stavo iniziando a tenere tanto.

Riccardo:
Se ne andò,se ne andò via lasciandomi un vuoto dentro,provai a seguirla ma Maria mi bloccò dicendomi di lasciarla sbollire,ma lei non doveva sbollire,sapevo che anche quando si sarebbe calmata,la sua decisione sarebbe rimasta quella.

Avevo una chance e per una distrazione l'avevo persa,avevo perso lei e quella era una cosa che non riuscivo e che non volevo accettare.

Mi sentivo vuoto senza di lei,sentivo che non sarebbe stato più lo stesso la sera passare da casa sua e stare insieme,un momento come amici,l'altro come tutt'altro che questi e l'altro ancora come due bambini che si divertono insieme.

Avrei accettato essere qualsiasi cosa per lei,un amico,un amante,un fratello o altro,non mi sarebbe importato,non mi sarebbe importato niente,volevo starle vicino perché mi aveva preso,mi aveva preso nel suo mondo,lei così piccola con tutte le sue difficoltà mi aveva aperto una piccola porticina,porticina che adesso si era chiusa per sempre,ne ero sicuro anche se in cuor mio speravo che qualcosa dentro di lei la portasse da me.

Irrigidì la mascella,ero una furia ma non con lei,ero una furia con me stesso,così iniziai a tirare calci contro i seggiolini degli spalti tirando pugni contro questi,andreas provò a fermarmi ma io non potevo e continuavo,continuavo senza fermami.

Andreas:"cazzo amico fermati,fermati o li distruggi!" Mi urlo andreas cercando di agguantarmi da dietro ma poco mi importava,rompere tutto era ciò che volevo in quel momento,esattamente come era rotto il mio cuore.

Riccardo:"non me ne fotte un cazzo! L'ho persa capisci? Se prima poteva esserci qualcosa adesso è sicuro che non ci sarà....lo persa,ed è tutta colpa mia!!"

Urlai tirando un forte pugno contro un seggiolino ma invece di prendere il seggiolino presi il muretto di stacco che c'era fra un seggiolino e un'altro e mi feci male alla mano,mi graffiai praticamente tutta la parte superiore della mano ma poco mi importava,non sentivo neanche il dolore,era troppo forte quello che avevo dentro.

Andreas:"amico basta....c'è ne stanno così tante di ragazze nel mondo,non ne vale proprio la pena!"

Mi disse andreas afferrandomi da un braccio bruscamente per farmi fermare e io respiravo affannato mentre strinsi le mani e le nocche finirono per diventare bianche da quanto strinsi forte le mani e fra i denti gli risposi:

Riccardo:"tu non capisci,non capisci proprio che per me in così poco tempo era diventata tutto,non capisci che è come se il mio cuore fosse stato strappato dal mio petto e fosse stato gettato a terra e calpestato tante volte,non capisci che dovevo proteggerla,non capisci che mi sento uno schifo perché l'ho persa,cazzo ho perso quella cazzo di persona,l'unica persona che stavo amando così spontaneamente che neanche me ne ero accorto,tu non lo capisci e non lo capisce neanche lei,lei che è così forte ma così debole,lei che è una tempesta che mi ha travolto in pieno"

gli dissi quasi urlando e gettai un altro pugno contro il seggiolino prima di superarlo e andarne via da lì,avevo bisogno di stare da solo e affogare via tutto quel dolore che mi stava distruggendo e straziando dentro,avevo perso tutto ciò che contava per me,tutto ciò di cui avevo bisogno.

*spazio autrice*
Ragazzi ecco il capitolo 42!!! Spero vi piaccia!!! C'è un po' di tempesta....chissà se tornerà il sole!!! Vi ringrazio per esser arrivati alle 4.000 visualizzazioni!!! Per me è davvero tanto!!! Vi mando un abbraccio enorme!!! Vi voglio bene!!
F💓

Come le ali smarrite di una farfallaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora