Capitolo 43

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Capitolo 43: Federica
Mi portai le mani sul viso cercando di asciugare le lacrime che mi stavano scendendo copiose sulle guance,ero fuori che stavo attendendo mia mamma e mia sorella che non si decidevano ad arrivare,non sapevo dove mia mamma avesse lasciato la macchina e quindi non mi potevo dirigere verso di quella senza aspettarle.

Inutile dire che ero abbastanza distrutta da tutto ciò che era successo quella mattina,quel ragazzo mi aveva totalmente distrutta peggio delle botte che quelle ragazze mi avevano dato.

Non sapevo cosa avrei fatto dopo tutto quello,anche se era durata poco quella specie di amicizia,sapevo che mi sarebbe costato tanto tornare ad abituarmi alla sua assenza quando mi stavo abituando ad averlo presente nella mia vita,in parte era colpa anche di mia mamma,era lei che aveva architettato tutto questo,era lei che aveva voluto farmi conoscere Riccardo,io non avevo nessuna intenzione di fare amicizia con nessuno,tanto meno con un giocatore di calcio con tutte queste ragazze appresso,non che mi interessasse che ragazze frequentasse ma questo mi aveva costato un labbro spaccato e tanti lividi,più di quelli che il mio corpo già aveva.

Infondo mi dispiaceva perché avevo iniziato a sperarci in quell'amicizia perché mi piaceva passare il tempo con lui,mi sentivo libero e sentivo di poter essere me stessa,quella vecchia me che ahimè avevo chiuso nel cassetto da tanto tempo,ma lui era stato capace di aprirlo e dargli una spolverata tirando fuori la Federica che sorrideva e che rideva sempre ma quello era stato solo un momento temporaneo,un qualcosa di così sfuggente che già adesso non c'era più,perché così come avevo fatto uscire lui dalla mia vita ancora prima che ci entrasse del tutto,così sarebbe tornata nel cassetto anche la vecchia Federica e questa volta avrei chiuso il cassetto a chiave e avrei buttato via questa.

A distogliermi da quei pensieri è l'arrivo di mia mamma e mia sorella,mi trascinarono dalla sedia a rotelle e arrivammo in macchina e una volta arrivati in questa mia mamma mi prese in braccio come una bambina e mia sorella Arianna chiuse la carrozzella mettendola nel cofano.

Salimmo in macchina e nessuno parlava mentre mia mamma guidava e io ero persa nei miei pensieri mentre guardavo fuori dal finestrino ma poi mia sorella decise di interrompere quel silenzio di apparente pace ma in realtà pace non c'è ne era,quanto meno non nella mia anima e nel mio cuore.

Arianna:"sei stata stupida Federica.....ti avevo detto di stare lontana da lui....non poteva mai essere vera questa specie di amicizia...." mi disse con un tono da " te lo avevo detto "che mi fece solo salire di più i nervi e le dissi fra i denti guardandola di sbieco:

Federica:"arianna stai zitta!" Le dissi nervosa e irritata,mi mancava solamente lei che mi faceva la morale,che poi lei lo faceva perché avevo capito che a lei interessava Riccardo ma a me non me ne poteva importare di meno,poteva anche tenerselo stretto basta che non me lo portava in casa infatti ribatté:

Arianna:"perché ti dico la verità? Non ha mai considerato tanto neanche me e voglio dire....io e te non siamo mica la stessa cosa!"

Mi disse in tono sfottente facendomi solo più male e facendomi solamente arrabbiare di più ma prima solo che io dicessi qualcosa intervenne mia mamma urlando,evidentemente era stufa di quella situazione:

Mamma M:"arianna piantala adesso e lascia stare Federica e soprattutto lascia stare anche Riccardo!"

Le disse urlando e frenando di botta davanti casa,Arianna stizzita e irritata da tutta la situazione scese di corsa dalla macchina sbattendo lo sportello,e io sospirai,ero esausta e ancora era solo mattina o meglio ora di pranzo,non mi sarei immaginata cosa sarebbe accaduto fino a che, quella giornata che apparentemente sembrava iniziata bene,finisse.

Mia mamma scese dalla macchina e dopo aver preso la sedia a rotelle mi apri lo sportello e prese me mettendomi su di questa per dirigersi in casa,una volta dentro corsi in camera mia,chiudendomi la porta alle spalle e chiusi questa a chiave,non volevo nessuno,volevo stare da sola.

Mi passai le mani sul viso e mi guardai intorno e l'occhio mi cadde sulla sedia davanti alla scrivania,c'era un qualcosa che mi era estraneo ma allo stesso tempo familiare,mi avvicinai perplessa a questa ed era la giacca che Riccardo aveva lascito a casa mia quella mattina,scossi la testa e la presi portandola sulle gambe e la osservai per un momento,poi me la portai al naso annusandola,c'era il suo profumo e sorrisi lievemente mentre una lacrima mi scendere sulla guancia e chiusi gli occhi,che stupida ero stata,che stupida ero stata a fidarmi di lui,che stupida che ero ad essermi legata così tanto a lui,adesso ci tenevo,ci tenevo pure troppo.

Riccardo:
Me ne andai via,salii in macchina partendo a tutta velocità e mi diressi verso casa,avevo le spalle tese e la mascella serrata,da un momento all'altro sarei esploso come un vulcano in eruzione.

Detestavo tutto ciò che era successo,ma più di tutto detestavo me stesso per non averla protetta quando più ne avevo bisogno,detestavo non esserci stato per lei come le avevo promesso e detestavo averla persa,l'avevo persa perché sapevo che nonostante facessi la qualunque per lei,lei non mi avrebbe più aperto le porte ne di casa sua,ne della sua camera ma soprattutto della sua vita e del suo cuore.

Mi fermai di botto davanti casa e scesi,sapevo che a quell'ora non vi stava nessuno,per quello ero andato lì,volevo stare da solo,i miei erano a lavoro altrimenti non sarei mi andato lì,avrei finito per litigare anche con loro e oggi sembrava proprio non essere giornata.

Aprii la porta di casa,non mi accertai neanche si aver chiuso la macchina a chiave e non presi neanche il borsone con la roba del calcio,sinceramente non me ne poteva importante di meno di niente,mi importava solamente di quella piccola ragazza che ero sicuro mi sarebbe mancata da morire.

Entrai in casa e corsi nella mia stanza sbattendomi la porta d'ingresso alle spalle e poi feci lo stesso con quella della mia camera,respirai fatica per quanto ero nervoso e mi guardai attorno notando sulla scrivania una serie di libri,fogli e cose vari e in uno scatto di rabbia buttai tutto giù facendo cadere per terra tutto quello che stava lì sopra creano così un grande rumore in quanto era caduto tutto in un tonfo sul pavimento.

Continuai a buttare per terra,ogni cosa che vedevo: sedie,lampade e il resto delle cose che vi erano nella mia camera quando la porta si aprii di scatto ma io non mi accorsi neanche di quello perché ero troppo immerso nella mia rabbia,mi accorsi solo che era mia sorella Francesca quando mi urlò:

Francesca:"Riccardo ma cosa stai facendo?" Urlò per sovrastare il rumore delle cose che stavo buttando giù,cosa ci faceva lei qua? Non era a scuola? e così
mi voltai verso di lei respirando a fatica e non mi accorsi dei lividi che mi ero fatto alle mani e le dissi:

Riccardo:"cosa ci fai tu qua? Non dovresti essere a scuola?" Le chiesi e lie mi guardò perplessa rispondendo a tutto ma non alla mia domanda:
Francesca:"che succede fratellone?"

Mi chiese guadandomi con quegli occhi dolci,Federica me la ricordava così tanto mia sorella Nanci,così la chiamavo da quando era piccola e sospirai gettando un libero per terra che mi era rimasto in mano e mi sedetti sul letto portandomi le mani sul viso e sussurrai a mia sorella che ne frattempo era entrata in camera chiudendo la porta alle sue spalle e venendo verso di me sul letto:

Riccardo:"succede che sono uno stupido Nanci,un grandissimo stupido.....ho fatto un casino con una ragazza tanto importante per me.....e ora lei non vorrà più vedermi...."

sussurrai tenendo le mani sul viso sospirando,mia sorella era piccola ma riusciva a capirmi sempre e comunque davvero,era l'unica della mia famiglia che adoravo e con cui andavo d'accordo.

Nanci:"ehi riki....tu tieni tanto a lei ma vedrai che se anche lei tiene tanto a te tornerà perché due persone che si vogliono tanto,troppo bene non possono stare sperate nonostante tutti e tutto...."

mi disse mia sorella sussurrando poggiandomi una mano sulla spalla e poi mi abbracciò facendomi sorridere lievemente e la strinsi forte a me,mi era mancato così tanto questa piccola tanto quanto adesso mi mancava quella ragazza che avevo perso,ma mia sorella aveva ragione,se lei teneva a me sarebbe tornata e mi avrebbe dato un altra possibilità per essere nuovamente ciò che eravamo o tutto ciò che non eravamo mai stai veramente.

*spazio autrice*
Ecco a voi il capitolo 43!!! Ragazzi sono davvero felice che vi piaccia tanto questa storia ma vorrei leggervi di più,quindi cliccate una stellina e lasciatemi un commento o un messaggio,amo leggere ciò che mi scrivete,siete fantastiche!!! Vi mando un abbraccio e....al prossimo capitolo!!! Vi voglio bene!!
F💓

Come le ali smarrite di una farfallaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora