Capitolo 52

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Capitolo 52: Federica
Mi lasciai cullare esattamente come una bambina nelle braccia della mamma o del papà,nel mio caso ero sempre stata cullata sempre e solo dalle braccia di mia mamma.

In quel momento tant'è domande mi passavano per la testa.

Mi chiedevo come avesse fatto a non morire? Io mi ricordavo il suo corpo in una pozza di sangue! Com'è che adesso era vivo ed era proprio li? Come era possibile che tutto quello stesse succedendo? Come aveva fatto a sapere dove mi trovavo? Quella era una zona di Milano che conoscevano in pochi,neanche io sapevo dove fossi in questo momento ma ero andata lì per portare a casa la persona a cui tenevo di più al mondo.

Sospirai,le sue braccia e il suo calore mi stavano tranquillizzando,così come il suo respiro caldo fra i miei capelli e le sue braccia che mi stavano stringendo fortissimo e quei delicati baci,così piccoli e così teneri che mi facevano venire i brividi lungo la spina dorsale.

Sollevai appena il viso,nella mia testa mille domande diverse,avevo bisogno di risposte,non mi sarei mai data pace finché non avrei scoperto se effettivamente era proprio lui ad esser venuto qui o se si trattava di un altra persona,magari qualcuno che Riccardo conosceva anche.

La verità è che stavo cercando ogni scorciatoia per non ammettere che era proprio lui.

Mi passai le mani sul viso stravolto dalle lacrime e mi staccai dall'abbraccio solo per poter prendere da terra il mio intimo e la mia felpa,quel pianto così isterico mi aveva portato brividi e spasmi su tutto il corpo facendomi sentire freddo.

Così mi rivestii sotto lo sguardo di Riccardo che mi guardava sorridendomi lievemente e subito dopo mi poggiai nuovamente al suo petto e iniziai a fargli delle domande tirando indietro con il naso,le lacrime erano cessate di scendere ma i miei occhi e il mio naso pizzicavano per tutto quel piangere:

Federica:"Riccardo....ma per caso conosci qualcuno che viene qua spesso....oltre te dico?...." sussurrai lievemente sollevando appena il viso speranzosa che mi dicesse di si e che quindi avevo solo preso un grosso abbaglio prima e avevo visto davvero male.

Ma lui scosse la testa e io deglutii,le mie speranze erano state spazzate via e lui accarezzandomi poi lievemente i capelli mi sussurrò:

Riccardo:"no piccola....questa casa è stata della mia famiglia per lunghi anni....la prendevamo sempre noi in estate.....sono stato qui fino ai 18 anni con la mia famiglia....poi beh non l'abbiamo presa più e il padrone non l'ha mai più affittata ed è finita per essere una casa abbandonata...." sussurrò lui lievemente e io sollevai il viso dal suo petto per guardarlo negli occhi deglutendo appena e gli chiesi sussurrando lievemente:

Federica:"ma questo proprietario....tu lo conosci? Come si chiamava? Sai ancora se è vivo?...." gli chiesi sospirando lievemente,avevo bisogno di informazioni,lui era perplesso nel rispondermi a tutto ciò ma gli fui grata per non farmi domande e rispondermi solamente e così passandosi una mano fra i capelli mi sussurrò:

Riccardo:"si il proprietario allora si chiamava.....Francesco.....era un uomo anziano e aveva una bellissima famiglia....ricordo che quando io ero piccolino lui aveva già dei figli grandi....aveva due figlie....e un solo figlio maschio.....ma quest'uomo sarà sicuramente morto...." mi sussurrò lui lievemente e nel mentre il mio cervello frugava e deglutii pesantemente.

Corrispondeva,corrispondeva quasi tutto.....Francesco,anziano.....due figlie ed un solo figlio,un figlio solamente. Mi presero i brividi e mi si accapponò la pelle,e cacciai indietro le lacrime che minacciavano di scendere nuovamente,ma non ne avevo più,non avevo più le forze neanche di piangere.

Annuì appena alle sue parole e gli presi le mani stringendole forte guardandolo negli occhi,lui era dispiaciuto,smarrito e preoccupato,i suoi occhi così azzurri e così profondi,per me erano un vero e proprio libro aperto e così gli accennai un lieve sorriso,non volevo farlo preoccupare,volevo salvaguardarlo da tutto il dolore che ho provato,che stavo provando e che avrei sicuramente provato.

Come le ali smarrite di una farfallaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora