Capitolo 15

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Capitolo 15: Federica
Mi poggiò dopo un pochino sul davanzale della finestra tenendomi dalla vita per non farmi cadere ma io non ho neanche percepito quel tocco da cui mi sarei scostata altrimenti,perché ero tanto presa da quella bellissima sensazione che stavo vivendo nuovamente dopo due anni.

L'aria fresca sulla mia pelle mi faceva rabbrividire lievemente ma era la sensazione migliore del mondo e dopo un attimo di sviamento decidi di gettare la testa indietro e godermi al meglio quel momento che quel ragazzo mi aveva regalato.

Non so perchè l'aveva fatto,perché mi aveva portata qui per farmi fare ciò ma in cuor mio,anche se non glielo avrei mai detto,lo ringraziavo per quel piccolo gesto che seppur piccolo mi faceva davvero tanto tanto piacere.

Un sorriso lieve nacque inevitabilmente sul mio viso ed era un po' che non sorridevo così e lentamente mi risvegliai da quella specie di trans,aprendo gli occhi e voltandomi verso il ragazzo al mio fianco,il quale non mi aveva tolto gli occhi di dosso per tutta la durata in cui io tenni gli occhi chiusi e la testa rivolta verso dietro,avevo notato,o meglio sentito,il suo sguardo su di me perennemente.

Sospirai appena e decisi di parlare in tono neutro e pacato:
Federica:"beh...ci voleva un po' di aria fresca"
Riccardo:"non vuoi proprio darmi la soddisfazione eh?" mi disse lui usando lo stesso tono ma solamente più divertito e non potei fare a meno di ridere lievemente anche io,era proprio così,non gli avrei dato la soddisfazione di ringraziarlo per ciò.

Prese nuovamente parola dopo un po' e mi disse ciò:
Riccardo:"comunque oltre ha farti sentire l'aria fresca volevo farti vedere anche una cosa,devi solamente alzare il viso verso il cielo" mi disse lievemente quasi in un sussurro sorridendo lievemente e mi incitò con il braccio dietro la mia schiena a sollevare il viso e abbastanza confusa lo sollevai verso il cielo;

Dio non sapevo neanche io da quanto era che non guardavo il cielo,quella sera poi i lampioni per strada erano quasi del tutto spenti e permettevano alle stelle di illuminare il cielo ed era lo spettacolo più bello che io avessi mai visto nonostante non ero su un terrazzo in riva al mare ma solamente nella specie di "ripostiglio" di casa mia,era tutto davvero magnifico e non poteva essere meglio.

Federica:"è davvero stupendo...."sussurrai appena lievemente accennando un flebile sorriso guardando il cielo e il suo braccio mi stava stringendo di più ma nonostante adesso mi ero accorta di quel gesto,non volevo rovinare il momento,almeno non quella volta,sicuramente fosse stata un altra situazione glielo avrei rotto in mille pezzi il braccio.

Prese poi a parlare e si era arrampicato anche lui sul davanzale della finestra accomodandosi di lato a me e potevo sentire il suo profumo,percepire la sua stretta,sentire le sue parole sussurrate flebilmente e potevo sentire come mi ci stavo perdendo in esse:

Riccardo:"vedi quelle?" sussurrò indicandomi una serie di stelle con il dito e io annuii appena "sono sette se tu le conti una ad una...un'antica leggenda cinese narra che siano le sette porte del cuore che un uomo e una donna hanno dentro di se ed è compito della persona che si ama aprirle una ad una,passo dopo passo,fino a giungere all'ultima."

Federica:"e quando si giunge all'ultima?" gli chiesi sussurrando lievemente guardando il cielo e poi spostai il mio sguardo su di lui che mi sorrise lievemente sussurrandomi:

Riccardo:"quando si arriva all'ultima porta del cuore,beh allora la persona che riesce ad aprila entra nel tuo cuore per sempre". Era una bella storia peccato che io non credessi né all'amore né a qualsiasi altro sentimento del genere,non faceva proprio per me soprattutto nelle condizioni in cui ero.

Sollevai nuovamente il viso verso il cielo sorridendo lievemente e mi accorsi che il ragazzo di lato a me fece lo stesso,stavo adorando quel momento e avrei voluto,in cuor mio,che non finisse mai.

Riccardo:
Le raccontai quella leggenda che tanto mi piaceva,me la raccontava sempre mia mamma quando da piccolo guardavamo il cielo insieme,peccato che ora il massimo che ci diciamo era un "ciao" ostentato quando e se la vedevo,stava sempre fuori per lavoro lei e mio padre e pretendevano di comandare la mia vita come quella di una marionetta ma ciò non glielo avevo mai permesso a nessuno e tanto meno a loro.

Sorrisi nel vederla così,almeno per una volta ero riuscito a farla stare tranquilla e non sempre sulla difensiva,ero sicuro che per lei era stato un bel momento ma lo ero stato anche per me,mi incuriosiva tanto quella ragazza,mi incuriosivano i suoi modi burberi e sgarbati ma mi incuriosiva anche quel lato di lei che non conoscevo ancora,era un tabù per me,ma questa sera ero riuscito un pochino a tirarlo fuori da lei e non mi sarei fermato finché non l'avrei scoperta tutta.

Riccardo:"che dici rientriamo? Non vorrei ti prendessi una febbre"
Federica:"zitto che sembri mia mamma ti prego"

mi disse ed eccola che era tornata al suo solito atteggiamento scontroso ma mi fece ridere e scesi dal davanzale per poi sollevare lei fra le mie braccia e questa fu obbligata a tenersi dal mio collo per non cadere e le sorrisi lievemente guardandola in viso,fissando i suoi occhi mentre la riportavo sulla sua sedia a rotelle e senza pensarci neanche le lasciai un piccolo bacio sulla fronte sussurrandole lievemente su questa "vorrei vederti sempre così,perché così,così sei più bella di qualsiasi altra stella ci sia nel cielo".

Come le ali smarrite di una farfallaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora