Capitolo 56

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Capitolo 56: Federica
Mi senti aderare e blocare dalla sedia a rotelle e mi voltai come un razzo pensando che fosse mia mamma che mi aveva raggiunto e che mi avesse bloccato ma quando mi voltai vidi solo Riccardo. Ero nel bel mezzo del corridoio,quasi vicino alla porta della mia stanza e mi sentivo così male che avrei scoppiato a piangere da un momento all'altro,ma ero così stanca di piangere,ero così stanca di avvelenarmi sempre il sangue per queste cose. Il mondo mi stava crollando adosso,nuovamente tutto stava precipitando sulle mie spalle,quelle stesse spalle esili ma tanto forti che già portano su di se un macigno gigante,quello di non poter usare queste maledette gambe. Sospirai vedendo che era Riccardo e scossi appena la testa e non dissi nulla,non perché c'è l'avessi con lui ma perché non sapevo cosa dire,lui non centrava niente in questa situazione,e non volevo centrasse qualcosa,doveva rimanere fuori da una situazione così grande e così dannatamente brutta. Voltai nuovamente il viso e gli feci cenno di seguirmi mentre mi dirigevo in camera,la rabbia ancora circolava dentro di me,ero infuriata con mia mamma,perché ero sicura lei sapesse qualcosa su tutta questa situazione. Sospirai e aprii la porta della mia camera e vi entrai lasciandola aperta per permettere a Riccardo di entrare anche e questo dopo esser entrato chiuse la porta alle sue spalle. Mi guardava,mi guardava come a voler indagare dentro di me per capire come mi sentissi,e lo vedevo che era spaesato perso,ma come potevo raccontargli tutta quella situazione se il solo parlarne mi schiaccia il cuore,riducendolo in ancora più piccoli pezzetti di già quanto non lo sia. Mi passai le mani sul viso cercando di calmarmi e poi fra i capelli e socchiusi gli occhi per poi aprirli mentre sussurrai:
Federica:"mi dispiace che tu debba assistere a tutto questo....è una situazione troppo brutta....e tu non centri niente..." sussurrai lievemente aprendo gli occhi per guardarlo e questo se ne stava poggiato allo stipite della porta guardandomi,lo sguardo smarrito e dispiaciuto e quando sentii le mie parole,si avvicinò sorridendomi appena e si abbassò sulle gambe poggiando le mani sulle mie guardandomi negli occhi,quegli occhi in cui non si poteva fare a meno di perdersi e sospirai lievemente mentre questo mi sussurrò lievemente:
Riccardo:"non devi dispiacerti di nulla....voglio esserci in tutto questo,anzi ti prego d non tenermi fuori da questa situazione....voglio aiutarti piccola ma tu mi devi dare il modo di farlo...." sussurrò lui lievemente ma io scossi appena la testa,non volevo che entrasse anche lui a far parte di tutta quella sofferenza che io pativo da anni ormai,io ci ero abituata al dolore ma lui? Non potevo dargli un peso troppo grande.  Lui aveva alleggerito la mia vita,io non volevo rovinare la sua con tutto quel dolore che sarebbe stato troppo da sopportare:
Federica:"rimani fuori da questo dolore per favore....non voglio metterti in mano un macigno più grande di me e di te..." sussurrai lievemente guardandolo negli occhi e lui scosse la testa,serrando appena la mascella tenendo le mani sulle mie gambe e mi sussurrò lievemente guardandomi negli occhi:
Riccardo:"cosa ne sai tu....cosa sai se io un macigno già abbastanza grande e forte non lo porto sulle spalle?..." mi disse sussurrando lievemente,si era leggermente irritato ma non importava,non gli avrei dato anche il mio di peso sulle sue spalle e sospirai afferrando le sue mani sussurrando lievemente:
Federica:"proprio per questo,proprio perché anche tu porti già un macigno tanto grande e e pesante,non voglio dartene un altro abbastanza grande e pesante,non voglio darti il mio dolore...." sussurrai lievemente guardandolo negli occhi pregandolo quasi con lo sguardo stringendo le sua mani e lui sospiro scuotendo la testa e mi strinse di più le mani mentre mi sussurrò lievemente:
Riccardo:"non devi darmi tutto il tuo dolore....devi condividerlo con me....perché si sa un dolore troppo grande si sopporta e fa meno male se lo si sorregge in due,se lo si sorregge insieme..." mi sussurrò lui lievemente e io sospirai stringendo appena le sue mani e sussurrai lievemente accennando appena un sorriso:
Federica:"quale dolore? Di quale dolore parli? So così poco di te...." sussurrai lievemente e volevo adesso che fosse lui ad aprirsi un po' lui con me nonostante fosse lui a chiedermi adesso di raccontargli tutto quel dolore che avevo avuto e che stavo ancora avendo ma lui quanto meno sapeva già qualcosa di me,sapeva che non potevo muovere le gambe e conosceva ogni livido,ogni ematoma e ogni singolo graffio che vi era su di queste. Lui mi guardò e deglutii abbassando lo sguardo prima di sospirare e rialzarlo e annuì appena accennandomi appena un lieve sorriso e vidi nei suoi occhi tanto dolore,un dolore forte che mi faceva spezzare,distruggere e tremare il cuore e io ero pronta ad ascoltarlo e prendermi un po' del suo dolore e portarlo a far parte del mio.

Riccardo:
La situazione era leggermente cambiata,ero in questa stanza con l'intento di sapere qualcosa in più di tutta quella situazione ma era finita con lei che mi chiedeva di me e di quale dolore mi stessi portando e sospirai lievemente,io sapevo tante cose su di lei ed era vero ma lei non sapeva così tante cose di me,ed era forse arriva l'ora di raccontarle qualcosa di me e sospirai appena stringendole le mani e mi sedetti sul pavimento alle sue gambe e abbassai lo sguardo deglutendo appena prima di iniziare a sussurrare lievemente:
Riccardo:"beh vedi non sono mai stato un ragazzo che nella vita ha avuto tutto facilmente ma ho sempre inseguito i miei sogni anche senza l'appoggio dei miei genitori,il mio rapporto con loro non è il massimo....è quasi inesistente,vado d'accordo solo con mia sorella....l'adoro tantissimo....è la mia piccola peste e tu me la ricordo così tanto,anche lei è così tosta e così tremenda ma anche così dolce e così fragile a volte....comunque te la farò conoscere....e solo lei mi è sempre stata vicina della mia famiglia nonostante ha solamente dodici anni....solo lei mi ha appoggiato per la mia carriera calcistica....mio padre dice che sono solo uno che perde tempo e mia madre...beh lei non c'è mai....solo quando eravamo piccoli eravamo una famiglia unita e come ti dicevo quella casa è un bellissimo ricordo di un infanzia....adesso posso dire di essere solo,con mia sorella....i miei genitori è come se non ci fossero...è come se non ci fossero inesistente...."
Sussurrai lievemente e lei mi struggeva le mani sempre di più mentre parlavo poi non disse niente,si precipitò solo fra le mie braccia e cadde su di me,sulle mie gambe,io l'afferrai stringendola forte poggiando il viso sul suo collo socchiudendo gli occhi aspirando il suo profumo,era così dolce e così buono che era davvero la mia droga preferita. Era davvero magnifica e mi aveva fatto bene parlare con lei,mi aveva fatto bene raccontargli tutto ciò che era la mia vita e mi fece sorridere quando mi strinse più forte e mi sussurrò:
Federica:"tu non sei solo....tu avrai sempre me..." mi sussurrò lievemente e io la strinsi più forte a me lasciandole un lieve bacio tenero e caldo sul collo,ed ero così fortunato,così fortunato ad averla,si perché lei era mia,era assolutamente mia e non me la sarei lasciato scappare,era la cosa più importante della mi vita.

*spazio autrice*
Buongiorno popolo di wattpad,volevo dirvi che non sono morta ma il tempo mi ha portato per un po' via da questo mondo un po' matto! Per farmi perdonare ho appena postato tre capitoli uno dietro l'altro,spero che questa storia possa ancora piacervi!❣️

Come le ali smarrite di una farfallaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora