Capitolo 27

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Capitolo 27:Federica
Mi lasciai cullare da quelle calde braccia ma non c'era niente che in quel momento mi poteva consolare,non riuscivo proprio a calmarmi.

Il fatto era che non volevo un uomo a casa mia,un uomo che per me non era nessuno,una persona estranea che doveva vedermi in quella sedia a rotelle e soprattutto non volevo la compassione di un uomo che doveva essere il "compagno" di mia madre. Quell'incidente purtroppo mi aveva segnato nel profondo,mi aveva portato a respingere tanto la gente e a chiudermi in me stessa rendendomi la ragazza dura e fredda che ero oggi,già fare entrare Riccardo nella mia vita mi stava risultando abbastanza difficile,mi era difficile avere un amico,figuriamoci un uomo per casa che non sapevo neanche come definire.

Sospirai lievemente frugando il viso sul petto del ragazzo che mi stava stringendo come fossi la cosa più importante del mondo,forse con lui,la cosa bella era proprio quella,riusciva a farmi stare bene senza dire niente,solamente abbracciandomi,non so sinceramente cosa lo ha portato a volermi bene così tutto in una volta,ma sono grata di meritarmi il bene di qualcuno anche se forse non lo meritavo,non ero una persona splendida e avevo un bruttissimo carattere.

Un'altra cosa che mi piaceva tanto di lui,era il fatto che non avesse mai tirato in ballo la mia disabilità,sembrava non farci caso a questo e mai per un momento mi era sfiorato il pensiero di dire:  "mi sta vicino perché sono invalida",con lui non mi sentivo tale,mi sentivo una persona normale.

Sollevai lievemente il viso,lo avevo ammutolito dopo le mie parole e questo mi fece lievemente ridere e lui mi guardò perplesso non capendo la mia risata e io scossi la testa come per dirgli che non era niente di importante.

Ero stanca di essere sempre arrabbiata,non volevo esserlo anche quella sera,volevo passare una bella serata con quel mio "nuovo amico" e per me nella serata significava solamente una cosa,musica,musica e musica.

Ebbene si so suonare il pianoforte,la chitarra classica,elettrica e sapevo suonare anche un pochettino il violino ma non mi aveva insegnato nulla nessuno,avevo fatto tutto da autodidatta,quando sei su una sedia a rotelle hai tanto tempo libero e un pregio di tutta questa situazione e che ti puoi dedicare a ciò che ti piace di più anche se non proprio tutto,visto la mia limitazione in questa sedia.

Mi piaceva nuotare,mi piaceva cavalcare,mi piaceva correre la mattina presto,mi piaceva andare in bici in montagna insieme a mia sorella Arianna,mi piaceva passeggiare per i borghi milanesi insieme a mia mamma,mi piacevano tante cose che non potevo più fare ma la musica mi era rimasta,forse era l'unica cosa che non aveva subito una modificazione  e che non si era scalfita dopo l'incidente,era rimasta intatta.

Federica:"l'altra volta mi hai voluto mostrare tu una cosa....oggi ti mostro io un pezzetto di me" sussurrai lievemente e non lo potei vedere più contento di quanto lo era in questo momento.

Sorrisi lievemente e lui si sollevò con me in braccio e gli feci cenno di andare verso la mia camera mentre mi teneva in braccio e risi lievemente per quella situazione e risi lievemente sussurrando:

Federica:"puoi mettermi anche nella sedia a rotelle sai...."
Riccardo:"non se ne parla....fin quando ci sono io con te in casa dimenticati la sedia a rotelle...." mi sussurrò sorridendomi lievemente e risi lievemente,mi era tornato in parte un po' di buon umore nonostante fossi molto preoccupata per il ritorno di mia mamma e mia sorella insieme a questo fantomatico uomo.

Federica:"bene entra in stanza....sulla destra c'è una piccola porta,vedi quella vicino all'armadio,aprila...." gli dissi sussurrando una volta che entrammo nella mia stanza e fece come gli dissi mentre mi tenevo aggrappata a lui e lui mi teneva stretta e salda per non farmi cadere.

Quella porta era annessa al muro,era una porta scorrevole e sembrava quasi la parete stessa ma dentro ci stava qualcosa che adoravo particolarmente e con cui passavo il mio tempo e le mie giornate dimenticandomi del mondo intero e di quanto questo sia stato ingiusto con me.

Lo vidii perplesso e gli sorrisi lievemente mentre si dirigeva verso quella porta,una volta arrivati si fermò davanti a questa e io gli feci cenno di aspettare un attimo,tirai fuori dalla tasca della felpa la chiave che apriva la porta e gliela diedi in modo che potesse aprire.

La prese e mi sorrise lievemente e inserì la chiave nella serratura per aprire la porta,questa si aprii dopo qualche giro di chiave e mostrò l'interno della stanza,era tutto nella penombra essendo sera e in mezzo a vari scaffali risaltava il pianoforte. Sorrisi vedendolo e gli sussurrai:

Federica:"portami lì...." sussurrai lievemente stringendolo lievemente indicandogli il pianoforte infondo alla stanza,sembrava una cosa da niente ma stavo facendo una cosa che non avevo mai fatto,mi stavo mostrando lievemente a lui ed era una cosa che mai nella mia vita avevo fatto. Quel pianoforte era stata la mia medicina,chi sa forse adesso poteva esserlo anche lui.

Riccardo:
Mi sorprese,mi sorprese non poco quando mi disse che stava per mostrarmi una parte di se e la cosa non poteva che rendermi più felice di quello che ero già per essere lì con lei,sapevo che tutto ciò le costava tanto e non smetteva mai di sorprendermi,l'attimo prima era incazzata nera e adesso mi sorrideva come la più tenera dei bambini,mi stava aprendo una porta e io ci stavo entrando in punta di piedi.

Feci quello che mi diceva,entrai in camera sua,chiusi la porta dalla quale entrai con lei in braccio,e mi diressi verso quella porta che mi aveva indicato sul muro ed ero perplesso,non l'avevo mai notata quella porta,nonostante ci fossi entrato pochissimo in quella camera ma comunque quella porta sembrava finta,sembrava essere parte della parete.

Mi diede una chiave e mi disse di aprire la porta e le sorrisi facendo ciò e quando la porta si aprii vidii il suo interno,era una stanza,un po' più piccola della sua,aveva dei scaffali qui e la e non capivo cosa dovesse mostrarmi lì dentro ma quando mi indicò il pianoforte bianco che stava infondo alla stanza rimasi sbalordito e entrando in quella camera illuminata dalla luce della luna che entrava dalla finestra della stanza,sussurrai:

Riccardo:"tu....tu sai suonare?" le chiesi sussurrando ma non mi rispose mi fece solamente cenno di farla sedere sul seggiolino davanti al pianoforte quando arrivammo davanti a questo e feci ciò,mi sorrise e mi fece cenno di avvicinarmi a lei e mi sussurrò:

Federica:"ora ascolta solamente....okay?" mi sussurrò e annuii lievemente e lei sospiro lievemente lasciandomi un ultimo sorriso prima di abbassare la testa sul piano forte e si sistemò sul seggiolino prima di poggiare le dita sul piano iniziando a suonare una dolce melodia. Era la melodia migliore che avessi mai ascoltato e un sorriso si aprii sul mio viso,era bellissima mentre suonava,sembrava farlo da una vita e sembrava la cosa più naturale del mondo.

Era così semplice e così unica allo stesso tempo,era così magnifica,lei racchiusa dentro la sua melodia.

Come le ali smarrite di una farfallaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora