Scontri Liquidi

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Ed eccomi qui, nuovamente davanti allo specchio, incerta se uscire fuori dalla mia camera per fare colazione o se prendere tutte le cose che ho più care e scappare dalla finestra. Oggi é il mio primo giorno di quarta liceo in una scuola nuova.
So cosa pensate, la poverina si sposta perché la mamma ed il papà devono cambiare lavoro e ha lasciato tutti gli amici indietro: vi sbagliate.
Il motivo del nostro trasferimento é la mia salute.
Non fraintendete, sto benissimo attualmente, ma i miei cari vecchi ex compagni di liceo mi hanno fatto passare l'inferno sceso in terra. Ero arrivata ad un punto morto, tornavo a casa piena di lividi, con il morale e la psiche a pezzi, avevo perso l'appetito.
Così per amore della loro figlioletta ci siamo trasferiti altrove da una settimana.
Il posto é carino: sono quei tipici quartieri dove le case sono disposte a schiera, come quelle dei film americani, dove la bionda di turno fa la doccia lasciando la porta aperta ed il killer vuole aiutarla ad insaponarsi col coltello.
I prati sono di un verde ammaliante ed i vicini sembrano simpatici, anche se sono tutti adulti, nessuno della mia età nel raggio di un isolato. Le mie esplorazioni non sono andate oltre, ho fatto su e giù per il quartiere per portare fuori Dog, il mio dobberman.
Il nome non brilla di fantasia, quando gliel'ho dato speravo non diventasse stupido come l'appellativo che gli ho dato.

<<Guarda che la colazione si fredda>>, l'urlo affettuoso di mia madre riecheggia nel corridoio.

<<Scendo subito!>> , non ne ho nessuna intenzione.

Più guardo il mio riflesso più comincio ad avere una sorta di formicolio alle mani, possibile che dopo mille sedute dal terapista non sia migliorato nulla in me? Cos'ho di sbagliato? Ogni volta che incrocio il mio stesso sguardo rivedo il mio volto pieno di lividi, tumefatto, graffiato. Allora subito mi copro con le mani, scappando via da me stessa.

<<Guarda che se non scendi do tutto a Dog eh!>>, simpatica, Dog riceve sempre metà della mia colazione di nascosto, é un ottimo complice, cauto e perspicace.

Decido di farmi coraggio e scendo in cucina, già pronta per andare in quell'inferno chiamato scuola.

<<Buongiorno tesoro>>, mia madre mi scocca un bacio sulla fronte.

<<Buongiorno mamma... papà?>>

<<Già a lavoro>>, sospiro, é difficile beccarlo di mattina.

Il cibo davanti a me danza, mi invita ad assaggiarlo tramite una scia di profumo deliziosa: pancake con sciroppo d'acero e succo, la colazione dei campioni! Mangio tutto velocemente passando a Dog qualche fetta di pane tostato da mia madre ieri sera.

<<Sai a che ora passa il bus?>>, mi chiede lei.

<<Emh, alle otto meno un quarto?>>

<<Esatto, che ore sono?>>

<<Sono le sette e tren...Merda!!!>>, guardo l'orologio, segna già le otto e cinque!

<<Niente parolacce, solo per oggi ti accompagno io, una volta imparata la strada vai da sola se perdi il bus, chiaro? Tanto hai la bici>>, annuisco scattando in piedi.

Cinque minuti dopo mi ritrovo di fronte al cancello dell'istituto, mia madre mi ha lasciata lì quasi al volo. Mi guardo intorno spaesata, vedo persone che parlano allegre tra di loro come se si conoscessero da una vita, magari è così.
Odio i gruppetti che si formano i primi giorni di scuola, restano uguali per tutto l'anno e non si accettano new entry. Deglutisco, cerco di calmare il mio respiro, il mio sguardo passa da una persona all'altra: ci sono le solite troiette tutte scollatura e niente cervello, i giocatori di football poco lontano, i topi da biblioteca e quelli da laboratorio.
Lo so, non é carino classificare la gente, etichettarla senza conoscerla, ma essendo stata classificata per tutta la vita come "Miss Nessuno" mi diverto ad inventare soprannomi stupidi per la gente che mi sta sulle... beh avete capito.
Tenendo sempre a bada la respirazione mi incammino dentro l'edificio. I corridoi sono carichi di brusio, quasi non sento i miei pensieri. Mi dirigo verso la segreteria cercando di essere notata meno possibile, busso alla porta dell'ufficio:

I Am Miss Nobody [COMPLETA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora