Ferite di guerra

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Sto correndo da dieci minuti e vedo già molte persone abbandonare la gara, ragazzi troppo stanchi per continuare che si ritirano.

Io sto bene, sono abituata a correre.

Vedo poca gente di mia conoscenza durante il tragitto, ragazzi che supero che mi squadrano da testa ai piedi chiedendosi com'é possibile.

Vedo Mindy tra il pubblico fare il tifo.

Vedo Derek molto più avanti di me fresco come se fosse appena uscito dalla doccia.

L'unica persona che non vedo, e questo mi preoccupa, é Jennifer...

Non voglio essere una di quelle persone che pensa che tutto giri intorno a me, ma mi ha già fatto male più volte, tenere la guardia alta non mi farà male.

C'è da dire che il paesaggio é stupendo, fa più fresco di quello che mi aspettavo, ma la corsa in questo aiuta.

Ogni quattromila metri c'è un piccolo stand con dei bicchieri d'acqua a disposizione dei corridori così da rinfrescarsi e non morire disidratati.

Chissà se Jake é già in testa alla gara, molto probabilmente si.

Io mi chiedo, come fa uno così a... Beh... A stare con me (a livello di amicizia si intende)..
Mah, meglio non complessarsi troppo e continuare a correre.

Venti minuti di corsa, ho caldo, parecchio!

Arrivata a trenta minuti rallento un po' il ritmo, dietro di me non c'è anima viva, davanti nemmeno.

Il sentiero non é più pianeggiante come lo é stato fino ad ora.
Comincia ad avere degli alti e bassi, delle irregolarità, pietre grosse lungo la strada rendono più pesante la corsa.

Come dicevo é tanto che non vedo Jennifer, forse il troppo pensare a lei ha fatto sì che si palesasse proprio in quel momento.

In un primo momento non ci faccio caso, non capisco, non arrivo a captare la minaccia.

Poi realizzo, troppo tardi.

Vedo un ombra dietro di me, pensando che fosse qualcuno che vuole sorpassarmi mi metto di lato.

ERRORE

Cosa potevo saperne...

L'ombra mi si avvicina, capisco che é una ragazza dalla sagoma ma ignoro la cosa.
D'un tratto mi viene fatto lo sgambetto più violento di sempre.
Mi dà un calcio al piede destro mentre sto incalzando il passo e mi fa cadere con forza al suolo.

Inutile elencare i danni...anzi no, elenchiamoli pure!

- ginocchio destro non sbucciato, grattugiato proprio a sangue
- escoriazioni varie lungo tutte le gambe
- gomiti e avambracci sbucciati anche questi a sangue
- dolore allucinante alla caviglia sinistra.

La mia caduta alza un bel polverone, dopo essermi rimessa in piedi dolorante ed arrabbiata come non mai mi guardo intorno.

Jennifer é davanti a me, sta sghignazzando, mi guarda compiaciuta.

Guardo i danni che mi sono fatta, cavolo che disastro, qui ci vuole ben più di una scusa per giustificare il sangue e tutto.

Il coraggio e la rabbia mi spingono a parlare.

<<Ti rendi conto di che cazzo hai fatto?!
>>, ride.

<<Certo che sì, ho studiato questo piano più e più volte prima di metterlo in atto, brucia per caso?>>

In preda ad una rabbia cieca mista a furia omicida mi avvicino a lei di colpo e la spingo a terra con tutta la forza che ho.

Cade come un sacco di patate, scomposta.

I Am Miss Nobody [COMPLETA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora