Aria fresca

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<<Bullismo?>>

<<Già... I suoi genitori hanno insistito per un trasferimento. Tu eri come un angelo protettore per lei, quando sei tornato in coma per lei é stata una brutta botta...>>

<<É colpa mia...>>

<<No, non l'hai fatto di proposito, sono cose che succedono Jake>>

Rimango in silenzio, sono arrabbiato con me stesso, vorrei colpire qualcosa, o qualcuno.
Stringo i pugni e respiro profondamente.

<<Promettimi solo di non fare pazzie>>

<<Non posso prometterlo, in che città è andata?>>

<<Mi ha fatto promettere di non dirtelo>>

<<Cosa? Adesso giochi contro di me?>>

<<La stai vedendo dalla prospettiva sbagliata, voglio proteggere entrambi>>

<<A me non sembra...>>, mi alzo e vado via, non ne posso più, non voglio più sentire una parola.

Torno a casa ed inizio a dare pugni al sacco per sfogarmi.
Episodi di bullismo, cosa le avranno fatto?
Certo Jennifer senza di me ha avuto carta bianca e il suo tirapiedi non sarà stato da meno.
Devo continuare a migliorare, sto quasi bene, non mi stanco più nelle corse, mi sto rimettendo in carreggiata per lei.

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E un altro mese é volato, le mie condizioni fisiche sono al massimo, tra qualche giorno inizia la scuola.
Non mi é mai fregato niente di quello che pensano le persone di me, ma ho come un nodo allo stomaco, sono sicuro che appena metterò piede oltre il cancello non si parlerà che di me.

Odio avere gli occhi di tutti puntati addosso, é come essere sotto processo.

<<Jake sei pronto?>>

<<Sì mamma, arrivo>>

Stiamo andando nella mia scuola per iscrivermi di nuovo all'ultimo anno dato che l'ho perso dormendo.

Quando arriviamo sento un brivido correre lungo la schiena.
Il preside é ben felice di vedermi, mi abbraccia forte.

<<Ragazzo mio é meraviglioso riaverti qui!>>

<<Grazie>>, sorrido e mi guardo intorno, per fortuna la scuola é rimasta la stessa.
Lui e mia madre parlano a lungo.

<<Allora, metti una firma qui e abbiamo finito>>

<<Certo>>, firmo il foglio e poso la penna sul tavolo.
Il preside si alza e faccio lo stesso, mi stringe la mano.

<<Bentornato>>, sorridiamo tutti e tre e ci salutiamo.

Quando usciamo dalla porta do un occhiata al cortile, quanti ricordi...
Scuoto subito la testa, devo scacciare via questi pensieri, almeno fino all'inizio delle lezioni.

Passano tre giorni ed eccomi qua, vestito come il capo di una gang di motociclisti, jeans, maglietta nera, giubbotto di pelle e scarponi neri, pronto per la guerra.

Scendo in cucina e mangio un toast con burro e marmellata di fragole, facciamo due dai.

<<Ti vedo in ottima forma, sei splendido>>, mia madre mi abbraccia velocemente da dietro mentre sono seduto.

<<Dai mamma, cosa sono queste smancerie di mattina>>

<<Ppfff, é tornato mister permalosità>>, ride, <<vado a lavoro, buon primo giorno>>, mi scoccia un bacio sulla testa ed esce.

I Am Miss Nobody [COMPLETA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora