Fifth.

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BELLA'S POV:

«Ti ho già detto che non verrò, smettila» mormorai per l'ennesima volta.

La stanchezza degli ultimi giorni si faceva sentire sempre di più: per via del brutto temporale che era arrivato in città, raramente trovavo delle ore per dormire poiché il mio pensiero era sempre per Harry, mentre pregavo silenziosamente che tutto andasse bene, e i lampi furiosi illuminavano la mia stanza come se fosse pieno giorno.
L'università, inoltre, occupava gran parte del mio tempo perché prima delle vacanze natalizie, avrei dovuto dare qualche esame.
In più, da quando avevo avuto il piacere di conoscere Terry e aver raccontato a Gemma tutto quello che mi aveva detto la sera al pub, quest'ultima era sempre tra i miei piedi a cercare di distrarmi ma, sinceramente, come avrei potuto distogliere la mia attenzione dal ragazzo dai ricci folti e gli occhi verdi che era vicino al mio cuore ma lontano da me?

«Ma ti prego, Bella! È il ballo di Natale, come puoi non esserci?» esalò un respiro la ragazza, quasi tremante dal nervoso. Quando notò che non avrebbe ricevuto una risposta, si piazzò davanti al mio corpo poggiando le mani sulle mie spalle, fermandomi. «Ascoltami, ti prego. -sospirò piano- so com'è la tua situazione perché mancano da morire anche a me, ma non possiamo rimanere nel dolore e nella tristezza» mormorò.

Finalmente alzai lo sguardo sui suoi occhi, mordendo le mie labbra per poi sospirare piano. «Cosa dovrei fare? Mi manca così tanto che, se non fosse per la tua presenza nella mia vita, potrei anche dire di non averlo mai conosciuto. Manca poco e dimentico anche com'è fatto»


Gemma rise, guardandomi. «Smettila di dire queste sciocchezze, hai la faccia di quel coglione stampata davanti ai tuoi occhi a cuoricino ogni volta che ci pensi» ammise, facendo ridere anche me. «Se lui fosse qui, vorrebbe che tu andassi avanti con la tua vita, e non intendo sentimentalmente perché so che lo ami e non ci riusciresti manco se fosse morte -rise leggermente- ma non puoi rimanere indietro aspettando che lui in qualche modo ritorni perché non sappiamo quando lo faranno»

Ripetendo nella mia mente le sue parole, mi resi conto che quella era già la seconda volta dove parlava al plurale, ma ero più che sicura che Harry fosse uno solo. Pensandoci, la verità mi arrivò dritto in faccia, facendomi sorridere dolcemente.

«Cosa aspettavi a dirmi che tra te e Louis ci fosse qualcosa?» dissi, sgranando appena gli occhi. «Sei solo una stronza, voglio sapere tutto»

Gemma rise anche, facendo luminare i grandi occhi verdi che ricordavano tanto quelli del fratello. «Sì, ma magari davanti ad una tazza di cioccolata calda» sorrise.

«Andiamo, prima che mi si ghiacci il culo» dissi, prendendo a braccetto la ragazza e, ridendo, ci incamminammo verso il diner a pochi metri dall'università.



*



«Penso che adesso Harry lo sappia, comunque. E ho paura, perché non ci penserebbe minimamente a picchiarlo a sangue» mormorò la mora.

Arrivati al diner, avevamo occupato il nostro tavolo vicino alla vetrata e avevamo ordinato una cioccolata e un cappuccino, mentre Gemma mi raccontava tutto.
Lei e Louis si conoscevano già da un po', ovviamente, ma non avevano mai guardato l'un l'altro con interesse fino al mese di giugno, due mesi prima della loro partenza per l'addestramento. Il tutto era iniziato con una conversazione intrattenuta per evitare l'imbarazzante silenzio che li aveva avvolti nel salotto di casa Styles mentre Louis aspettava Harry, per poter pranzare insieme quel giorno di giugno.
Avevano iniziato ad uscire di nascosto, passeggiando per le spiagge a notte fonda, prendendo il gelato mentre erano sicuri che Harry fosse impegnato con me e quindi non li avrebbe potuti beccare, e spendendo il loro tempo a baciarsi nelle collinette appena fuori la città.
Adesso, potevo capire la paura di Gemma nel dire tutto quello ad Harry. Era capitato, durante l'estate passata mentre passeggiavamo per il centro dove si teneva il festival della città, che un ragazzo mi era venuto addosso di proposito e ci abbia provato con me anche palpandomi il sedere, il tutto incosciente del fatto che Harry si era appena allontanato due minuti per comprare il gelato.
Quando era tornato, aveva spinto violentemente il ragazzo indietro, intimandogli in modo poco carico di andare molto lontano da lì e che, se l'avesse trovato, non avrebbe esitato a metterlo sotto con l'auto.

Avietor » h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora