Seventh

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HARRY'S POV:

Guardai da lontano il tramonto, socchiudendo gli occhi e godendo del freddo che alleggeriva i miei pensieri; chiusi un po' di più i pugni dentro le tasche della tuta verde, stringendomi nelle spalle. Sarei voluto essere sulla spiaggia, nonostante il freddo, con Bella tra le mie braccia e il naso tra i suoi capelli, amandola sempre un po' di più.

Sospirai guardando la piattaforma vuota: un altro giorno era passato e la partenza con il cacciatorpediniere Hull che sarebbe passato tra poco più di due settimane, mi metteva una strana ansia addosso.
Cosa avrebbe fatto Bella, una volta davanti a lei? Sinceramente, mi sarei sentito male al posto suo. Insomma, ritrovarsi dopo mesi il proprio ragazzo davanti senza avere avuto nemmeno un piccolo preavviso, chi non reagirebbe urlando, almeno?

Sorrisi girandomi alla destra quando sentì fischiare. Louis era sul ponte principale che alzava una mano, mentre l'altra la stringeva dentro la tasca del giubbotto pesante. Mi avviai lentamente e quando gli fui davanti, mi afferrò per la manica della tuta e mi trascinò letteralmente all'interno.

«Sei impazzito?» mi domandò. «Ora che stiamo per tornare vuoi morire assiderato fuori?»

«Stavo solo pensando» mormorai ruotando gli occhi. «Non sono così stupido»

«Sulla seconda affermazione ho qualcosa di ridire» ribattè subito, guardandomi male dopo. «Sono le sette e mezza, vieni a mangiare con noi?»

«No, preferisco rimanere qua. Non sono in vena» mormorai facendo spallucce.

«Non lasciarmi solo con Goose e Ice, ti prego» si lamentò, guardandomi quando arrivammo davanti l'entrata della mia camera. «Sono due cazzoni»

Risi guardandolo, poi sospirai e annuì. «Fammi cambiare»

«Aspetto qui» disse indicando l'esatto punto dov'era, facendomi scuotere la testa e ridere.


*

«Quindi, tra qualche settimana andrete via» affermò Chip, un nostro "collega", guardandomi.

«Sì» dissi semplicemente, prendendo un sorso dal mio bicchiere.

«Dio, ridi un po'» mormorò sbuffando. «Ci credo che quella povera ragazza sia così insoddisfatta» disse, facendo ridere tutti.

Il mio sguardo scattò su di lui, mentre sentivo lo sguardo di Louis su di me.

«E Annie? Lei è soddisfatta?» dissi, sporgendomi in avanti e poggiando i gomiti sulle ginocchia.

«Stavo solo scherzando» mormorò guardandomi. «Fatti qualche scopata appena torni, almeno stai tranquillo e fai godere la tua fanciulla»

Dopo, scattai verso di lui dandogli un pugno dritto sul naso e facendolo cadere dalla sedia. Mi misi a cavalcioni sul suo corpo mentre Louis cercava di avvicinarsi ma gli altri bloccavano il passaggio dato che ci avevano accerchiato subito.

«Dillo di nuovo se hai il coraggio» dissi afferrandolo per il colletto e avvicinando il suo viso al mio. «Appena torno, mi scopo la mia ragazza e anche tua moglie» sibilai ad un fiato sul viso.

Scattò contro di me dando una testata sul mio setto nasale, facendomi lamentare e tirare indietro mentre portavo le mani sul mio naso che aveva iniziato a sanguinare.
Louis mi fu subito di fianco, mentre mi rialzavo e iniziavo a camminare verso quel cazzone. Mi afferrò le braccia, tirandomi indietro mentre gli altri presenti superavano il livello della musica urlando "botte, botte". Dio, gli darei tanti di quei punti fino a staccargli i denti e farglieli ingoiare tutti.


«Non mettere più nel mezzo la mia ragazza, cazzone!» urlai cercando di divincolarmi da Louis e Ice, che si era avvicinato per aiutare il mio amico.

«Me la scopo io quella troia insieme a mia moglie» disse ridendo mentre si leccava i denti e le labbra insanguinate.

Mi fermai di colpo, facendo alleggerire la presa dei due amici miei, per poi staccarmi e camminare veloce verso Chip, afferrandolo di nuovo. Alzai il braccio pronto a sferrare un altro corpo, ma la mano che lo bloccò mi fece fermare.
Mi girai pronto a sputare in faccia a chiunque esso sia, ma quando vidi il viso di Viper dovetti inghiottire di nuovo tutto e lasciare la presa su Chip.

«Vieni con me, immediatamente» disse guardandomi. Poi spostò lo sguardo su Chip. «In infermeria, adesso. Domani alle sette nel mio ufficio, senza se e senza ma» aggiunse quando Chip aprì bocca per parlare.

«La festa è finita, andate a dormire tutti quanti» disse Viper, facendo lamentare anche le altre persone.

Sospirai mettendo le mani in tasca e seguendolo con uno sguardo incazzato sul viso e tutti i muscoli contratti, con Louis un po' più dietro rispetto a me che seguiva noi. Mi aveva tolto il piacere di lasciare quel cazzone a terra. Attraversammo tutto il cacciatorpediniere, arrivando agli uffici dei superiori e poi in quello di Viper.

Entrammo, ci accomodammo di fronte al capitano e rimanemmo in silenzio mentre lui sospirava e si passava le mani sul viso.

«Capitano» mormorai, per poi essere interrotto.

«Ho detto che potevi parlare?» chiese guardandomi. Negai semplicemente con la testa. «Perfetto, allora porti un po' di rispetto tenente e stia zitto ad ascoltare, chiaro?» stavolta annuì semplicemente, notando come Louis cercò di rimanere serio e non sbottare contro di me. «Siete nella marina militare da quasi cinque anni, avete avuto quello che volevate, per poco distruggevate dei cazzo di F-14 e lo stato americano vi elogia invece di sbattervi fuori a spalare la merda delle foche in un cazzo di zoo.» borbottò, mentre noi lo guardammo in silenzio. «Sei un tenente, tra poco comandante. Cosa diavolo ti è passato per la testa?» mi chiese, mentre portavo il sigaro alle sue labbra.


«Signore non era mia intenzione, ha detto cose che meritavano di essere smentite e difese, signore» dissi annuendo di poco, mentre lui sospirava.


«Andate via, non voglio più sentire queste cazzate» disse battendo la mano sulla scrivania. «E fatti controllare quel cazzo di naso, che sei già un mostro di tuo»

Mi alzai annuendo di nuovo mentre Louis ridacchiò, per poi tornare serio quando ricevette una gomitata mia.
Una volta fuori, silenziosamente, ci dirigemmo in infermeria trovando Charlie, la dottoressa che si trovava sempre di turno per qualche guaio.

«Cosa hai fatto stavolta?» mi domandò mentre guardava il mio naso e Louis rimaneva seduto in un angolo. «Devo applicarti una fascetta e fasciare la parte superiore. La frattura è piccola, ma può risolversi senza intervento»

Annuì guardando le mie mani sporche di sangue ormai secco, mentre la dottoressa lavorava sul mio naso silenziosamente. Quando la dottoressa finì, la ringraziai e seguì Louis fuori.

«Louis» dissi piano.

«No Harry, niente Louis!» disse fermandosi e girandosi di colpo verso di me. «Avevi promesso che non avresti picchiato o attaccato più nessuno! È già successo tre anni fa, quando poi ci hanno trasferito qui, e io non ho detto niente! Ti sono stato accanto, mi sono trasferito con te ma adesso basta!» disse quasi urlando e puntando un dito sul mio petto. «Non ti fermerò più la prossima volta! L'ho fatto la prima volta quando stavi letteralmente ammazzando Max. Eri così ubriaco che tua madre sarebbe dovuta venire con Gemma e riconoscere il tuo corpo picchiato a morte» disse sbuffando e continuando a camminare. Lo seguì silenziosamente, sentendomi tremendamente in colpa.

«Mi dispiace» mormorai una volta arrivato di fronte la porta della mia camera. «Non avrei dovuto farlo, scusami»

Louis sospirò annuendo leggermente, e indicandomi la camera. «Vai a letto e dormi, qualche giorno e andremo via»


Annuì per poi entrare dentro e sospirare, coricandomi direttamente vestito. Quando guardai la foto delle mie donne, non so perché ma una lacrima solitaria solcò la mia guancia, facendo crescere un nodo all'altezza del petto. Mi mancavano così tanto da non riuscire nemmeno a respirare. L'unica cosa che avrei dovuto fare era aspettare. Presto sarei stato a casa, accanto la mia meravigliosa donna e la mia famiglia.




Avietor » h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora