Thirty-seventh

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HARRY'S POV:



«Esattamente, cos'è che stai nascondendo?»

Mi voltai verso Louis aggrottando le sopracciglia e nascosi lo schermo del mio cellulare dai suoi occhi quando notai che cercava di allungare il collo.

«Niente, che vuoi?» chiesi sbuffando e poggiando una mano contro la sua fronte per allontanarlo.

Novembre era già dannatamente freddo e, cosa mai successa a Londra, mi aveva costretto ad indossare un maglione - per la gioia di Isabella. In più, la settimana prossima, mia moglie faceva il compleanno ed ero intenzionato a lasciarla senza parole. Come prima cosa avevo organizzato una cena fuori con tutta la famiglia e gli amici più stretti che sarebbero arrivati da Norfolk solo per l'evenienza; poi, dal momento che sarei partito tre giorni dopo il suo compleanno, volevo regalarle qualcosa che tenesse compagnia a lei e Dahlia quando non ci sarei stato.

«Avanti amico, me lo puoi dire» sorrise Louis prendendo un sorso di cioccolata dalla tazza.

Mi guardai intorno nel piccolo bar, dove stavamo facendo colazione, per controllare se Bella stesse tornando e poi lo guardai sospirando. Uscì dalla pagina Internet e bloccai il cellulare.

«Stavo cercando una cosa per il regalo di Bella» dissi scrollando le spalle, bevendo il mio caffè.

«E cosa le regali?» domandò ancora.

Lo guardai con le sopracciglia aggrottate, poi sbuffai. «Cosa sono tutte queste cazzo di domande? Non te lo dico, non sai mantenere i segreti» sbottai.

«Che vuol dire non so mantenere i segreti?» sbottò infastidito. «Li so mantenere e anche bene!»

«Oh, ma davvero?» dissi sorridendo, in modo da poterlo prendere in giro. «Vogliamo parlare di quando ti avevo esplicitamente chiesto di non dire nulla a Bella sul passaggio radente alla Torre di controllo?» sbuffai quando distolse lo sguardo. «Ecco, sta zitto ora, sta tornando»

«Ehi marmocchia» dissi sorridendo alla bambina quando Bella la allungò verso di me, prima di sedersi. «Come mai avete perso così tanto tempo?»

Bella sospirò togliendo i capelli dal viso, prese un sorso di caffè mentre cercava il ciuccio all'interno del borsone. «Beh ha deciso di non collaborare, ovviamente»

«Ehi, Bella, il ciuccio è qui» disse Louis mentre lo afferrava o lo metteva tra le labbra della bambina, che ovviamente si calmò subito.

Pensandoci, Dahlia era comunque una bambina estremamente calma e non piangeva mai, tranne per quando aveva fame o qualche colica. In questi mesi era cresciuta molto, e non volevo immaginare quanto sarebbe cresciuta quando non ci sarei stato.

Mentre Louis e Bella avevano intrapreso un discorso che a me non interessava particolarmente, sistemai Lia in modo che potessi avere il suo viso poggiato sul petto e iniziai ad accarezzarle le gambe da sopra la tutina rosa che indossava. Lei, e Bella, erano il regalo più prezioso che potessi avere nella vita. E avrei fatto di tutto per poterle proteggere e dare loro quello che realmente meritavano. Adesso che sarei dovuto partire, e stavolta non sapevo per quanto tempo, il mio petto sembrava restringersi così tanto che non riuscivo quasi a respirare: Lia sarebbe cresciuta ancora di più, avrebbe iniziato a gattonare -cosa che già faceva ma non benissimo- e avrebbe compiuto un anno; probabilmente mi sarei perso il primo compleanno della mia bambina, ma cosa avrei potuto fare realmente? Non potevo tardare la partenza per altri mesi e né potevo tornare per qualche giorno poiché non avrei avuto la licenza. Guardando, poi, al futuro riuscivo solo ad immaginare Lia crescere sempre di più e Bella prendersi cura di lei e della casa come faceva sempre. Pensando anche a mia moglie, non sapevo cosa fare prima per poterle dare il matrimonio dei suoi sogni: la bambina era ancora troppo piccola, e io purtroppo non avevo tutti questi mesi a disposizione per poter organizzare un matrimonio.

Avietor » h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora