Forty-ninth

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HARRY'S POV:



In una relazione, inizialmente è tutto meraviglioso: rose e fiori, baci, abbracci, coccole. Ma arriva il primo litigio poi, così come ci sarà il secondo e il terzo che getteranno un'ombra sulla vita di coppia. A me e Bella era successo: il peso del nostro litigio di quasi una settimana pesava ancora sulle nostre spalle. Avevamo chiesto scusa a vicenda, ci eravamo perdonati e avevamo fatto di tutto per far sì che nulla di simile succedesse di nuovo. Sembrava essere tornato tutto alla normalità, almeno all'apparenza, ma sia io che Bella facevamo attenzione alle parole che usavamo. Capitava sempre che ne scappasse una in più, ma non andavamo mai oltre. Per l'amore suo e di nostra figlia, avevo iniziato a vedere uno psicologo per cercare di controllare la rabbia. Non serviva a nulla, inizialmente pensavo che mi spillasse cento sterline a seduta, ma quando era arrivato al punto del discorso avevo capito e mi ero impegnato davvero: la rabbia accumulata da giovane e quella accumulata sul lavoro avevano trovato sfogo su mia moglie e la mia famiglia con una stupida scintilla. Mi ero ripromesso che non sarebbe più successo e ci sarei riuscito. In più, avevo pensato di frequentare un corso di boxe per sfogarmi e placare la rabbia. Era questo che, essenzialmente, consigliava lo psicologo.

Ritornai con la testa all'interno della camera quando il letto sobbalzò al movimento di Bella. La guardai voltarsi verso di me, portare le mani sotto la guancia e sospirare. Gli occhi chiusi, le labbra aperte. Una bambina nel sonno più profondo. Sorrisi dolcemente e accesi il piccolo lume, sapendo quanto le desse fastidio dormire al buio, poi le tolsi i capelli dal viso. Erano le due di notte e i miei pensieri non volevano lasciarmi in pace, per questo scostai le coperte dal corpo e mi alzai. Camminai fino alla camera di Lia, guardandola dormire nella sua culla con l'orsetto che le avevo comprato, poi camminai fino al salotto. Accesi la televisione, abbassando il volume per non svegliare nessuno e misi la replica di una partita NBA che non avevo potuto guardare prima. Se dovevo essere proprio sincero, Celtics vs Rockets non mi interessava poi molto, ma era il programma migliore che passavano a quell'ora quindi mi costrinsi a guardarlo. Quando il sonno arrivò anche per me, erano quasi le cinque del mattino ma ero troppo stanco per arrivare in camera da letto quindi mi addormentai sul divano.



BELLA'S POV:


Sbadigliai silenziosamente e stirai le mie braccia, allungandone poi una sul lato sinistro del letto. Quando toccai le coperte fredde, alzai il viso per guardare la parte vuota. Mi alzai, notando che fossero appena le sette e mezzo. Misi la vestaglia e camminai fino in camera da Lia ma, ancora dormiente, decisi di andare a guardare dove si ero cacciato Harry. Non servì camminare molto perché, una volta al piano di sotto, lo trovai che dormiva sul divano. Il sotto del pigiama, la schiena nuda, il telecomando sul pavimento e le braccia incrociate sotto il cuscino. Mi mossi per spegnere la televisione, rimasta sicuramente accesa dalla sera prima, poi camminai lentamente per coricarmi accanto a lui. Gli sollevai un braccio con delicatezza, dato che era coricato a pancia sotto, e misi la mia testa sotto; dopo coprì entrambi con la coperta. Il suo corpo era freddo per questo mossi le mie mani più volte sulla schiena per poterlo riscaldare. Solo in quel momento mi resi conto che Harry mi osservava con gli occhi socchiusi e un sorriso pieno di sonno sulle labbra.

«Scusa, non volevo svegliarti» mormorai piano. «Ma non ti ho trovato a letto e sono venuta a cercarti» spiegai piano.

Harry annuì, respirando con un ritmo lento. «Non preoccuparti piccola, non mi hai svegliato» disse sottovoce. «Scusa se ti ho lasciata sola, non riuscivo a dormire»

Sorrisi dolcemente, accarezzando il suo mento e la sua guancia. Mi avvicinai di poco, piazzando un bacio sul lato destro della sua bocca. «Dormi un altro po', è presto» dissi.

Avietor » h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora