Da ormai qualche ora ero sveglia, rigirandomi tra le lenzuola e cercando di trattenere il groppo in gola. Era comunque troppo presto, forse nemmeno le sette, e tremavo al pensiero di dover affrontare un Harry con il dopo sbronza, per questo reagì d'istinto. Mi alzai, legai i miei capelli in una coda alta molto confusionaria e tolsi il mio pigiama estivo per indossare un jeans chiaro e una maglietta a maniche corte rosa, poi indossai le Espradillas nere. Afferrai il borsone e, cercando di fare più silenzio possibile, uscì dalla camera di Gemma. Avevo superato appena il corridoio per arrivare alla scale, quando mi sentì chiamare. Mi voltai verso un Harry che non conoscevo, con gli occhi e il naso rossi, e quasi mi odiai quando feci qualche passo, prendendo distanza, quando cercò di avvicinarsi.
«Ascolta Bella» sospirò appena con una voce tremante e rauca che non conoscevo nemmeno.
«No» dissi appena, con un groppo in gola e scuotendo la testa. «Non voglio ascoltare, Harry» presi un respiro profondo asciugando con rabbia le mie guance. «Adesso vado via, non venirmi dietro per favore. Ho bisogno di tempo, da sola»
L'ultima volta che lo guardai era in piedi nel mezzo del corridoio di casa sua: aveva il labbro inferiore che tremava, gli occhi rossi e lucidi.
Quando aprì la porta, mi scontrai con qualcuno ma non avevo nemmeno la forza di alzare lo sguardo per vedere se si trattasse di Gemma o Anne. Mi sentì chiamare, nella luce della mattina presto, ma non ascoltai nessuno e corsi, letteralmente, via.*
LOUIS' POV:
Da qualche minuto ormai camminavo nel corridoio di casa Styles, avanti e indietro, aspettando che il mio amico si calmasse. Gemma ed Anne, ferme in un angolo del corridoio lontane dalla camera di Harry, erano strette tra di loro e fissavano la porta della camera. Non avevo la più pallida idea di quel che stesse facendo là dentro, ma non sapevo nemmeno se entrare o meno. Nella vita avevo avuto la fortuna/sfortuna di vedere Harry in diverse sfumature: ubriaco, arrabbiato, triste, felice, annoiato...ma tutte queste sfumature di Harry, non le avevo mai viste tutte insieme.
Quando Gemma mi aveva chiamato dicendo di aver visto Isabella andare via piangendo, senza Harry dietro, capì che la situazione fosse comunque grave: Harry era innamorato perso di quella ragazza e, per qualsiasi motivo, non avrebbe mai guardato andarla via senza correrle dietro.
Sospirai bussando appena, e l'unica risposta che ricevetti fu un grugnito. Abbassai la maniglia della porta, aprendola giusto per dare al mio corpo lo spazio per entrare e, dopo aver guardato Gemma e averle sorriso dolcemente, chiusi la porta dietro di me.
La prima cosa che mi si presentò davanti furono gli oggetti, prima poggiati sulla scrivania, tutti a terra; le coperte del letto erano state tirate via senza un valido motivo; il lume, prima sul lato destro del letto, era a terra leggermente distrutto; l'armadio, prima sicuramente sistemato, aveva le ante aperte e tutti i vestiti gettati a terra come se fossero sporchi. Harry, senza maglietta e piedi scalzi, faceva avanti e indietro tirandosi i capelli e dandomi le spalle.
Mi aveva sicuramente sentito entrare ma, conoscendolo, si vergognava per il disastro combinato quindi gli diedi qualche minuto prima di avvicinarmi al letto e sedermi sopra.«Bella camera» dissi con un sorriso sulle labbra, cercando di smorzare la tensione. «Accogliente comunque, non c'ero mai stato»
Ovviamente lo stavo prendendo in giro perché, dopo una vita che lo conoscevo, più volte avevo dormito a casa Styles o passato i pomeriggi qui e più volte avevo visto la camera di Harry: sempre la stessa, con piccoli cambiamenti tipo poster o lenzuola, che venivano cambiati i modelli man mano che il ragazzo cresceva.
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Avietor » h.s.
FanfictionEro un giovane aviatore dell'US Navy da ormai quattro anni e, da quasi un anno, ero innamorato di lei, Isabella. L'unica cosa che desideravo era tornare a casa da lei...e ci sarei riuscito. Harry Edward "Steel" Styles era un fottuto bastardo, uno de...