Nineteenth

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HARRY'S POV:


Nella mia vita, guardando la mia famiglia, ero sempre stato consapevole che fossimo una famiglia problematica. In passato avevo fatto cose della quale non andavo fiero, almeno fino all'età di diciotto anni, quando poi entrai nella U.S Army.
Quella, era stata la scelta migliore di tutte. Riuscivo a controllare la mia rabbia, dovuta ad un padre poco presente e che picchiava la mamma; riuscivo ad uscire fuori da quel tunnel dove, a volte e purtroppo, tornavo.
Per tutti i problemi che avevo avuto, ero riuscito comunque ad andare avanti e avevo trovato una persona che realmente mi amava. Persona che, ultimamente, nascondeva qualcosa e mi dava su i nervi.


La guardai per l'ennesima volta mentre camminavamo mano nella mano per la via principale. In queste settimane aveva già trovato i vestiti per Gemma, Lola e Rach. Io avevo trovato il mio con l'aiuto di Gemma, Louis e, persona che non poteva mancare, mia mamma.
Avevamo scelto il prete, ovvero quello che aveva battezzato Bella, ma alla fine avevamo deciso che la cerimonia si sarebbe tenuta sotto ad un gazebo nel giardino di casa Mitchell, dato l'enorme spazio mai utilizzato realmente. Adesso, stavamo andando nella mia pasticceria preferita per la torta. Essendo agosto e sposando Bella nel mese di maggio dell'anno dopo, avevamo appena nove mesi per sistemare tutte cose senza la minima imperfezione, proprio come voleva lei. In più, non potevo dimenticare quello che i bastardi dei miei amici e di mia sorella, mi avevano convinto a fare.

«Quindi? Red Velvet, pistacchio e cioccolato fondente oppure cioccolato al latte e panna?» domandò Bella, tirandomi fuori dai miei pensieri.

«Mh» dissi pensieroso e guardando le tre torte piccole davanti a me. Presi una forchettina tagliando via un pezzetto di quella Red Velvet, e con la bocca ancora piena mormorai, «Decisamente questa» facendo ridere il pasticcere e Bella.

Avevamo concordato per una torta a tre piani, semplice, bianca, con i soliti sposini in zucchero sopra. Presi un sorso di succo all'arancia e poi passai il bicchiere a Bella, che si tirò indietro storcendo la bocca e il naso.
La guardai in cerca di spiegazioni, ma distolse lo sguardo e scrollò le spalle. Lì, capì che nascondeva qualcosa -dal momento che il succo d'arancia lo beveva anche la notte al posto dell'acqua- e difficilmente lo avrebbe tenuto ancora nascosto per molto.



*




Mentre cucinavo il pollo al forno e tagliavo la lattuga, un rumore dal piano di sopra mi fece bloccare. Guardai l'orologio notando come Bella ci stesse mettendo più del solito in bagno. Posai lo strofinaccio sul bancone pronto a salire, ma la ragazza scese all'ultimo minuto.

«Amore so che stai cucinando, ma sto poco bene e vorrei andare a letto» disse, guardandomi con gli occhi stanchi e il viso pallido. «Penso di aver preso l'influenza»

«Ad agosto? Dio, hai delle difese immunitarie da far schifo» mormorai sorridendo e dandole un bacio sulla fronte. «Va a letto, tra poco di porto qualcosa di caldo»

Annuì e scomparì di nuovo sulle scale di casa Styles dove, in quel momento, eravamo solo io e lei: Gemma era da Louis e mia mamma aveva il turno di notte in ospedale. Feci un po' di the caldo per Bella, con qualche fetta biscottata e salì sopra facendo attenzione a non gettare tutto a terra.
Quando arrivai davanti la mia camera, rimasi leggermente triste dal fatto che già dormiva. Sorrisi cercando di fare poco rumore e poggiai il vassoio sulla scrivania. Mi avvicinai al letto e coprì il suo corpo con la coperta leggera dal momento che il condizionatore era acceso. Le diedi un bacio tra i capelli e andai in bagno per fare una doccia. Cacciai i bottoni della camicia e, quando mi abbassai per slacciare i lacci delle Vans e cacciarle via, fu lì che lo notai.

Avietor » h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora