Thirty-second

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Sono tante le cose che succedono nella vita e che sono inspiegabili: una di queste è che piove sempre sulle persone che meritano il sole. E no, non parlavo di me ma di Bella.

Da più di mezz'ora camminavo avanti e indietro nella sala d'attesa, dove il dottore mi aveva costretto a stare poiché ero troppo nervoso per stare lì e innervosivo anche la ragazza.
Mia mamma, Dave, i genitori di Bella, tutti i ragazzi e le ragazze erano seduti insieme mentre si confortavano tra di loro. Sospirai passando la mano tra i miei capelli, strofinai i miei occhi e mi poggiai alla parete vicino le sedie.

Un bicchiere di caffè mi fu messo sotto il naso, così alzai lo sguardo. Louis sorrideva dolcemente mentre indicava il bicchiere. Lo afferrai ringraziandolo con uno sguardo e ne presi un sorso, mentre grattavo con la mano libera il retro del mio collo.
Nell'esatto momento in cui stavo prendendo un altro sorso, un'infermiera uscì da una grande porta sospirando.

«Cosa succede?» chiesi preoccupato mentre tutti scattavamo verso di lei.

«La vuole dentro» annuì l'infermiera, mentre gli altri sospiravano e io lasciavo il bicchiere nelle mani di Louis.




L'infermiera mi aiutò ad indossare un camice e attaccò i piccoli fili dietro. Poi mi diede una mascherina e mi sorrise, lasciandomi due minuti da solo. Sospirai chiudendo un secondo gli occhi, afferrai la croce da sotto il camice e la baciai, per poi entrare dentro la sala parto. Un telo separava la testa di Bella da tutto il resto del corpo mentre io la affiancavo e mi sedevo su uno sgabello che una donna anziana e paffuta mi aveva avvicinato. Spostai i capelli di Bella dal suo viso, e le sorrisi dolcemente.

«Ehi bimba» mormorai piano, poggiando la mia fronte contro la sua quando si voltò verso di me. Leggermente pallida e sudata mi sorrise. «Sei stanca, lo so, ma finirà presto»

«Perché non sei entrato?» sussurrò piano.

«I-io... avevo paura, mi sono fatto prendere dall'ansia, mi dispiace» mormorai guardandola e afferrando le sue dita che era riuscita a tirare fuori dal telo. «Non volevo lasciarti sola, mi dispiace»

«Fa nulla» disse sorridendo mentre io mi abbassai di poco per baciarle la guancia. Mi voltai appena verso il dottore che riuscivo a vedere da dove ero seduto e stava mormorando qualcosa con l'ostetrica. «Come sta?» mi voltai di nuovo verso Bella, sorridendo.

«Andrà tutto bene» dissi piano. «Dottore?» lo chiamai, mentre lui rispondeva con un piccolo "mh". «Come sta?»

«Ci siamo quasi, tranquilli» disse sorridendo da sotto la mascherina mentre annuiva all'ostetrica. «Tieni la pinza. Sto fermando, adesso taglio e  allarghi di poco così tiro fuori la bambina» l'ostetrica semplicemente annuì mentre io mi voltavo di nuovo verso Bella. «Tre... due... uno... Eccola qui! 27 Aprile 2017, ore 03:37 di notte!»

Bella iniziò a piangere silenziosamente con un sorriso sulle labbra mentre io sorridevo e mordevo le mie. Allungò il braccio asciugando i miei occhi e le mie guance quando un pianto acuto si liberò nell'aria. Vidi l'infermiera pulire appena il corpo della bambina, poi la avvolse in un asciugamano e la avvicinò al petto di Bella. Piansi quando la ragazza baciò il piccolo nasino tutto rosso dovuto al pianto isterico che stava avendo in quel momento, ma ben poco interessava. Era la creaturina più bella che avessi mai visto.

«Dobbiamo fare dei controlli» disse l'infermiera prendendola di nuovo tra le sue braccia. «La riporterò, se tutto va bene, in camera domani mattina»

Annuimmo appena, sorridendo entrambi, poi Bella si voltò verso di me mentre il dottor Philips lavorava ancora sul suo corpo per metterle i punti che avrebbe dovuto portare.

Avietor » h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora