HARRY'S POV:
Sin dalla giovane età, mia mamma diceva che il miglior modo per fare le cose bene, è farle da soli. Per questo, in quel momento, stavo camminando con rabbia verso l'ufficio del capitano Huffman, in cerca di spiegazioni.
«Harry ti prego» supplicò Louis. «Pensa a quello che stai facendo, cazzo!»
Louis, come un angelo custode, camminava velocemente dietro di me mentre cercava di farmi ragione. Ma non ne volevo sentire.
«Se ci penso di più, va a finire con un'ammonizione sul mio profilo che possiede la U.S Navy.» sbottai con rabbia mentre prendevo il corridoio alla mia destra. «Non esiste che mi faccia andare bene una cosa del genere, nemmeno sotto tortura»
Arrivato davanti la porta, la aprì senza bussare e senza aspettare il permesso, entrai. Huffman, preso alla sprovvista, alzò il capo di colpo guardando chi era appena entrato. E, ovviamente, appena mi vide sospirò.
«Non capisco quale sia il suo problema nei miei confronti, capitano, ma ero stato abbastanza chiaro sulle mie necessità» sbottai puntandogli un dito contro. «Non esiste che mi faccia andar bene una cosa del genere. Non so se lei ci sia mai passato, ma a me non va bene per niente, cazzo!»
«Comandante, si-»
«Comandante niente!» lo interruppi poggiando le mani sui miei fianchi. «Cosa pensa che sia? Un burattino da muovere come meglio crede? Il deficiente di turno che le fa da zerbino?» chiesi retoricamente. «Sono partito da Londra per venire a finire in Afghanistan, dove c'è una cazzo di guerra in corso, per pilotare aerei che lanciano bombe! Ho lasciato a casa una moglie che porta in grembo la mia bambina!» lo guardai con rabbia mentre lui sistemava la sua stupida cravatta dal colore di merda. «Bambina che ho intenzione di veder nascere e crescere. Non voglio che rimanga orfana per una cosa che può tranquillamente essere evitata»
«Comandante, si sieda» disse serio. Guardai Louis, che annuì, e poi mi sedetti su una sedia con il mio amico accanto. «Non è una cosa che si può evitare, comandante. Siamo venuti qui, con la guerra in corso, per aiutare e quei bastardi ci hanno attaccato bombardando i nostri aerei. Siete i migliori piloti che abbia mai visto, per questo vi ho richiesti qui.» disse, spostando il foglio sulla quale prima stava scrivendo e unì le mani sul tavolo. «Mi dispiace per sua moglie e la bambina, ma quando si è arruolato sapeva quello che sarebbe potuto succedere e, soprattutto, sapeva che lo stato americano veniva prima di tutto» mi guardò, poi spostò lo sguardo su Louis e sospirò. «Se decide di non decollare, dovrò fare rapporto per disobbedienza ad un superiore e sinceramente non me la sento di ammonirla per un capriccio»
Appena quelle parole lasciarono le sue labbra, chiusi gli occhi prendendo un respiro profondo. «Capriccio?» chiesi, guardando Louis e lasciando scappare una risata per niente divertita dalle mie labbra. «Mia moglie e mi figlia non sono un cazzo di capriccio, capitano.» sbottai sbattendo una mano sulla scrivania improvvisata. «Non vado a suicidarmi lasciando vedova una ragazza e la bambina senza un padre, se lo può dimenticare!!»
«Ehi, amico» Louis si mise tra la scrivania e il mio corpo, allontanandomi leggermente. Solo in quel momento mi resi conto che mi ero avvicinato fin troppo e stavo puntando un dito sul viso del capitano. «Rilassati Harry, ci metti nella merda così amico» disse spingendomi ancora e facendomi allontanare. «Usciamo fuori. Esci!» sbottò quando vide che ero rimasto fermo sul mio posto.
Guardai un'ultima volta la faccia di cazzo del capitano e uscì da lì dentro, sbattendo la porta contro il muro. Sentì Louis mormorare delle scuse e poi i suoi passi veloci che mi seguivano, cercando di raggiungermi. Quando mi bloccò dal braccio, mi voltai verso di lui con rabbia. «Non ci salgo su quel cazzo di aereo, Louis!»
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Avietor » h.s.
FanfictionEro un giovane aviatore dell'US Navy da ormai quattro anni e, da quasi un anno, ero innamorato di lei, Isabella. L'unica cosa che desideravo era tornare a casa da lei...e ci sarei riuscito. Harry Edward "Steel" Styles era un fottuto bastardo, uno de...