Thirtieth

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LOUIS' POV:


Da ormai due giorni, Harry era tenuto sotto controllo per evitare che andasse in iperventilazione o che il suo cuore si fermasse definitivamente per lo stress subito. Da due giorni non dormivo e andavo avanti con tazze di caffè per rimanere sveglio che mi venivano portate da Walmer.
Huffman aveva avviato la pratica per l'assicurazione sull'infortunio che Harry aveva avuto, ma non si poteva concludere nulla senza la sua firma; in più, appena il mio amico si sarebbe ripreso, saremmo potuti tornare a casa. In quei due giorni, avevo sentito Bella ma non le avevo voluto dire nulla per non farla preoccupare senza un valido motivo. Oh Dio, il motivo c'era, ma Harry respirava. E fin quando avrebbe respirato, Bella non avrebbe saputo nulla. Ma ero stato costretto a dirlo a Gemma, che era scoppiata in lacrime tramite FaceTime, perché mi conosceva troppo bene e sapeva che qualcosa non andava come sarebbe dovuta andare. Harry infatti aveva una cicatrice che segnava la parte alta della sua fronte e finiva sul sopracciglio. In più, aveva anche dei punti sulla coscia ma non sapevo nulla su come li avesse procurati e non avrei potuto sapere nulla se non si sarebbe svegliato.

In quel momento, mentre venivo cullato dal suono monitor attaccato al suo cuore, ripensai a Bella. Le avevo promesso che tutto sarebbe andato bene, che le avrei portato Harry a casa sano e salvo, ma in quel momento nulla aveva di sano il mio amico.

Mi distrassi quando sentì il leggero bip diventare più forte fin quando Harry non aprì gli occhi. Mi avvicinai sorridendo e afferrai le sue dita, mentre lui le stringeva di poco.

«Amico va tutto bene» mormorai mentre lui rispondeva con un leggero grugnito. Indicò l'acqua, così gli presi la bottiglia con la cannuccia e gliela avvicinai alle labbra. «Come stai?»

«Bene» mormorò. «Mi sento stordito» disse con un filo di voce.

«È normale, sei stato sotto i ferri per più di sette ore» dissi guardandolo. «Chiamo il medico, non fare cazzate» dissi facendolo ridere per poi sentirlo lamentare del dolore alle costole.

Corsi a chiamare il medico che velocemente arrivò nella sua "stanza", era più una brandina dove molti letti dove vi erano molti soldati ammalati. Il medico controllò Harry dicendo che per il momento tutto era sotto controllo e, se si fosse ripreso almeno in parte nelle prossime 24h, sarebbe potuto tornare a casa.

Dopo qualche minuto in cui fummo lasciati soli, immersi nei nostri pensieri, Harry sospirò. «Lo hai già detto a Bella?» chiese e io negai semplicemente con la testa, guardandolo. «Ma Gemma e mia mamma lo sanno» affermò mentre stavolta semplicemente annuì. «Louis, parlami dannazione»

Sospirai poggiando i miei gomiti sulle mie ginocchia. «Non ho voluto dirlo a Bella per non farla preoccupare. Sta per entrare all'ottavo mese e una cosa del genere avrebbe recato solamente danni a lei e la bambina» dissi, mentre lui semplicemente mi guardava. «Ma mentre parlavo con Gemma, ha intuito che qualcosa non andasse bene dal mio sguardo e sono stato costretto a dirglielo» mormorai abbassando lo sguardo sulle mie scarpe. «Mi dispiace amico, davvero»

«No, no, hai fatto bene Lou, tranquillo» sorrise appena. «Lo dirò io a Bella quando torneremo»

«Dovresti riposare» gli dissi, rilassandomi contro lo schienale della sedia. «Hai una faccia di merda»

Harry rise silenziosamente. «Tu hai una faccia di merda. Hai dormito?» negai di nuovo silenziosamente. «Beh dovresti farlo»

«Anche tu» ribattei subito.

Annuì e chiuse semplicemente gli occhi, ma dal rumore dei bip capivo che ancora non dormisse realmente. Aspettai che il rumore diventasse lento, segno che si era addormentato, e poi subito caddì nel sonno che per due giorni non avevo trovato.




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