Fifteenth

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HARRY'S POV:

«Dove stai andando, esattamente?»

Mi voltai verso Bella, sorridendo e sistemando la camicia bianca, chiudendo gli ultimi bottoni.

«Ho un incontro alla base, per comunicare quello che abbiamo deciso» dissi guardandola. «Ne sei ancora sicura, giusto?»

«Sì, devo solo trovare un modo per comunicarlo ai miei genitori» mormorò guardando il suo cellulare. «Sarà difficile ma ce la farò»

Sospirai, sedendomi sul divano accanto a lei. La casa Tomlinson, quella sul lago, era diventata il nostro piccolo rifugio quando volevamo stare un po' in pace, soprattutto senza quelle stronze di Gemma, Rachel e Lola. Pensandoci, nemmeno Louis e i ragazzi scherzavano. Lo avevamo deciso quando, la settimana prima, tutti i ragazzi avevano deciso di organizzare una cena a casa senza il mio consenso dal momento che quando mia mamma non c'era, ero io a "comandare" essendo più grande. Quando Gemma aprì la porta di casa, e trovò me e Bella in un situazione particolare -dove la ragazza aveva le cosce in aria e le mie mani stringevano con forza le sue caviglie- aveva urlato così forte che tutti i ragazzi erano entrati dopo di lei, dandomi quei pochi secondi di vantaggio per coprire almeno la ragazza sotto di me. Inutile dire che ne parlarono per tutta la sera, facendo stupide battutine, se non fosse per il fatto che ancora oggi ne parlavano.
La settimana prima ancora, avevamo passato il Capodanno tutti insieme, festeggiando -oltre al nuovo anno- anche la data che avevamo deciso per il matrimonio dato che Bella avrebbe dato il suo esame finale a Maggio.
Quindi, avevamo deciso di sposarci il 12 Giugno dell'anno dopo ancora.

«Non devi farlo da sola, lo sai» dissi accarezzandole la coscia coperta dal jeans chiaro. «Possiamo parlarci insieme»

«Harry ti amo, e lo sai» disse guardandomi. «Ma ho paura che mio padre, in un primo momento, possa volerti morto»

Mi scappò una risata, che fece sorridere anche lei. «Dimentichi che ho una preparazione fisica militare»

«Vorresti dire che picchieresti mio papà?» disse ridendo.

«No, ma almeno proverei a fermarlo...anche se poi penso che dovresti darmi indietro l'anello» dissi indicando l'anello sul suo anulare sinistro con un sorriso.

«Si forse» ridacchiò, guardandolo anche lei.

Infilai gli stivaletti neri, per poi alzarmi e andare davanti lo specchio per dare almeno un contegno ai miei capelli. «Quando pensi di parlare con loro? Perché ti ricordo che dopo c'è il gruppo alla quale dirlo»

«Sì lo so» sbuffò, alzandosi dal divano per fermarsi dietro di me e abbracciarmi. «Ma è una notizia un po' tragica e non tutti la prenderanno bene. Sai, non tutti saranno felici come lo è stata tua mamma quando glielo hai comunicato»

«Forse hai ragione» sorrisi girandomi tra le sue braccia, per poi posarci le mani sopra. «Avranno comunque del tempo per accettare la notizia, anche perché quando lo dirò alla base, non si potrà tornare indietro»

Bella annuì, alzandosi in punta di piedi e baciandomi. Accarezzai le sue braccia, risalendo e fermando le mie mani sul suo collo. Mi guardò sorridendo e pensai che, quando le chiesi di sposarmi, non avrei mai potuto prendere decisione migliore.

«Adesso andiamo, sono le tre e mezzo e alle quattro hai l'appuntamento» disse, allontanandosi e afferrando quella giacca di lana nera che, comunemente, chiamavo giacca della nonna solo per infastidirla.

Afferrai il mio cappotto blu notte, indossandolo e chiudendolo per poi girare la sciarpa intorno al collo.

«Ogni volta sembra di stare in compagnia di mia nonna» dissi aprendo la porta. Uscì dalla casa guardandomi male, capendo ovviamente a cosa mi riferissi. «Dovresti sbarazzartene, altrimenti lo faccio io» dissi ridendo e chiudendo la porta alle nostre spalle.

Avietor » h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora