Forty-seventh

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HARRY'S POV:


Mi mossi leggermente tra le coperte calde, sbadigliando e stirando i muscoli. Quando mi sistemai di nuovo, la ragazza al mio fianco non perse tempo a stringersi a me e a farmi sentire quanto nuda fosse. Incastrò una sua gamba tra le mie, mentre rimanevo coricato e con un braccio sul cuscino di Bella. Quest'ultima iniziò a lasciare dei baci partendo dalle labbra, scendendo sul pomo d'Adamo e poi sul petto.


«È ora di svegliarsi» mormorò sensualmente. Sorrisi e mugugnai parole a caso, facendola sorridere contro la mia pelle. «Sì, è proprio ora amore. Devi andare a prendere Lia»

Al menzionare del nome della piccola aprì piano gli occhi che bruciarono per la luce del sole, alzando la testa dal cuscino per guardare l'ora. Poi sbuffai e ricaddi sul morbido.

«Sono appena le otto, lasciami dormire ancora dai» mormorai stringendola a me. Rimase sorridente con le labbra sul collo. «Non ho sempre domeniche libere, abbiamo chiesto a mia mamma di tenere la piccola per questo»

«È con tua mamma da ieri pomeriggio» disse piano. «Cosa penserà mai?»

Risi leggermente scuotendo la testa. «Abbiamo una figlia, cosa potrà pensare mai oltre al fatto che ti scopo violentemente su tutte le superfici possibili?»


Mi colpì sullo stomaco, facendomi male per la botta improvvisa. «Non possiamo lasciarla sempre lì»

Risi leggermente tirandola su di me e baciandola. «Andremo a prenderla Bella, non sta male, rilassati»

Mi guardò poco convinta, poi sospirò e si coricò su di me. Da quando ero tornato, solamente tre volte l'avevamo lasciata in compagnia dei nonni o di uno degli zii, ma Bella continuava ad insistere e a sentirsi in colpa senza motivo. Lia non ci avrebbe odiati solo perché l'avevamo lasciata qualche volta in modo da poterci ritagliare del tempo. Ovviamente Bella, era convinta del contrario, tanto che scivolò fuori dalle coperte e mise la vestaglia blu.

«Amore, piccola dai» la richiamai mettendomi seduto. «Non ci odierà, lo sai. In più dovrei essere io quello odiato, tu ci sei sempre stata» mormorai dolcemente, guardandola.

Sospirò guardandomi, stringendosi poi nelle spalle e mettendo su una tenera espressione. «Lei non ti odia, e lo sai» mormorò scuotendo la testa. «Ma non riesco a stare lontano da quella bambina»

Passai una mano sul viso e poi tra i capelli. Mi alzai, lasciando scivolare le coperte, e indossai i boxer velocemente. «Cosa pensi di fare quando dovrai separarti per mandarla all'asilo? Alla scuola elementare, la scuola media, il college, l'università. Ci hai pensato?» chiesi poggiando le mani sui fianchi.

«Perché ne stai parlando adesso?» chiese sulla difensiva. «Ha appena compiuto un anno» disse guardandomi e stringendo con forza le braccia al petto. Avevo imparato a conoscerla nel corso degli anni, sapevo si stesse mettendo sulla difensiva e che mi avrebbe attaccato in poco tempo.

«Perché è così che va la vita, Bella.» dissi guardandola. «È questo che farà, è questo che fanno i figli: tu li cresci e in un futuro loro se ne andranno. Lo hai fatto anche tu»

«Sì, e guarda dove mi ha portato la cosa!» disse alzando il tono della voce. Mi misi a contare mentalmente, arrivando a quattro quando sferrò il primo colpo. «Ho lasciato la mia famiglia e Norfolk per venire a stare a Londra, in un'enorme casa con una bambina di un anno e con un marito che sta via mesi e mesi! Sono andata via per te e tu, con quel cazzo di lavoro, non ci sei mai stato; né per me e né per lei!» disse urlando.

La guardai rimanendo in silenzio, lasciando scivolare le mani via dai fianchi. Qualcosa mi si era mosso o spezzato dentro, mi aveva ferito. Sapeva quanto stessi male al pensiero di averla portata qui, obbligato comunque a rimanere lontano da lei e la mia bambina. Lo sapeva, certo che lo sapeva, e aveva deciso di usufruire della situazione a suo vantaggio. Il suo corpo sembrò perdere tutte le forze, mi guardò con la bocca aperta e gli occhi lucidi. Cercò di avvicinarsi, ma si fermò quando mi mossi velocemente diretto al bagno.

Avietor » h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora