Quello che la vita a volte ci riserva è molto più grande di quello che, magari, realmente vogliamo. Ci sono quelle volte in cui ci ritroviamo con la faccia per terra, ma c'è da ricordarsi che non sempre si tratta di una fine perché quella caduta può essere solo l'inizio di qualcosa di meraviglioso.
E a me è capitato, letteralmente.
Il diciassette dicembre di quattro anni fa una magnifica ragazza dalle bellissime onde castane mi è scivolata davanti per colpa della strada piena di neve mentre uscivo dalla base operativa americana di Norfolk, Inghilterra.
Corsi subito ad aiutarla, abbassandomi alla sua altezza mentre dalle sue labbra rosse uscivano dei piccoli lamenti per la botta presa.«Sta bene?» domandai gentilmente, mentre porgevo una mano alla ragazza davanti a me.
Afferrò la mia mano, stringendola leggermente, mentre facevo un po' di leva per tirarla su. «Sì, grazie mille...» mi guardò mentre toglieva la neve dai suoi abiti.
«Harry» sorrisi gentilmente, per poi infilare le mani nelle tasche del mio cappotto.
«Solo Harry?»
«Sì signorina, solo Harry» sorrisi, sistemando il mio beanie per poi mettere di nuovo le mani all'interno della giacca di pelle.
«Solo Isabella, per favore...e dammi del tu» sorrise anche lei, sistemando alcune ciocche castane dietro l'orecchio.
«È a piedi?» chiesi sorridendo, ricevendo uno strano sguardo, che mi fece ridere. «Sei a piedi, Isabella?» chiesi di nuovo.
«Sì, Harry»
«Posso darti un passaggio a casa? O magari papà ti ha detto di stare lontana dai ragazzi che non conosci?» risi leggermente, facendo qualche passo verso la mia auto parcheggiata sul ciglio della strada.
«I papà si preoccupano solamente» rise avvicinandosi a me. «Ma so badare a me stessa, grazie comunque»
Annuì, per poi aprire lo sportello e farle cenno di accomodarsi sul sedile in pelle dell'Alfa Romeo 2000, Sportiva.
Quando salì in macchina, notai come sorrideva passando i palmi delle sue mani sui pantaloni neri per riscaldarsi, così misi in moto l'auto e accesi i riscaldamenti. Mi disse l'indirizzo di casa sua e mi avviai, silenziosamente, mentre lei canticchiava le canzoni che passavano alla radio.
Quando fermai la macchina davanti l'abitazione, sospirò per poi aprire lo sportello ma la fermai.«Posso portarti fuori, qualche volta?» domandai sorridendo, poggiando il mio braccio sullo sterzo dell'auto.
«Forse» sorrise, per poi scendere e lasciarmi con uno stupido sorriso sulle labbra.
*
«Bells, smettila!» urlai ridendo. «Se scivoli non posso correre velocemente per afferrarti, puoi farti male»
«Non importa!» urlò mentre rideva e correva tra la neve del parco.
Mi fermai sui miei passi, incrociando le braccia al petto mentre la guardavo afferrare un po' di neve e buttarla in aria, mentre rideva come ride una splendida bambina alla scoperta di cose nuove.
«Quindi, Harry...» disse avvicinandosi e mettendosi a braccetto con me. «È la terza volta che mi vieni a prendere per una cioccolata calda insieme, ma non mi hai mai detto nulla di te»
La osservai sorridendo, facendo spallucce mentre camminavano verso il diner. «Cosa vuoi sapere esattamente?»
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Avietor » h.s.
FanfictionEro un giovane aviatore dell'US Navy da ormai quattro anni e, da quasi un anno, ero innamorato di lei, Isabella. L'unica cosa che desideravo era tornare a casa da lei...e ci sarei riuscito. Harry Edward "Steel" Styles era un fottuto bastardo, uno de...