Sixth

763 29 0
                                    

Sospirai per l'ennesima volta, afferrando la corda spessa e nera tra le mie dita, e tirandola verso di me per trainare il carrello di metallo. Strinsi la mascella, facendo più forza possibile, mentre evitavo di bestemmiare: tutto questo, ovviamente, sotto lo sguardo divertito del cazzone di Goose e lo sguardo di Viper un po' più serio, ma sempre pronto a prendermi per il culo.

Sospirai lasciando andare la corda, mentre asciugavo il sudore contro la manica della tuta, notando subito Viper attivare il freno del carrello. Un dannato carrello per spostare le turboventole* degli F-14. Quasi una cazzo di tonnellata, Dio.

«Cosa cazzo fai, Steel?» urlò Viper dal lontano piano rialzato, affiancato da Goose e, adesso, anche Iceman.

Sospirai, grattandomi il naso. «Pesa un quintale, e la corda mi ha spaccato le cazzo di mani a sangue!» urlai di rimando, allargando le braccia e facendole ricadere, ormai stremato, contro le mie gambe. «A cosa serve trainare i carrelli?»

Sapevo di non dover parlare così ad un superiore, ma ringraziavo Dio tutti i giorni per saper comprare il comandante Viper, e potergli dare del tu. Anche perché, a mesi, avremmo avuto la stessa carica: da tenente avrei avuto quella stella argentata, diventando comandante.
Ok, magari sarebbe stato sempre un passo più in alto per via degli anni in servizio, ma sempre meglio di essere capitano e tenente.

Vidi Viper scuotere la testa, mentre alzava la mano per mandarmi a quel paese, poi scese dalla piattaforma con un salto per venirmi contro. Sentì quasi il suo respiro sul mio collo, quando fu vicino.

«Disinfetta, fascia e torna. Non abbiamo finito» disse, senza scomporsi, adesso senza la compagnia dei due colleghi.

«Si può sapere perché mi sta facendo fare tutto questo?» dissi esasperato, guardandolo. Il suo baffo si mosse con le labbra e, se non fosse stato per la situazione seria, gli sarei scoppiato a ridere in faccia. «Ho le mani spaccate, sono sudato come un cazzo di porco e sono le due del pomeriggio: il sole sta spaccando le pietre e questa tuta verde petrolio non aiuta ma si attacca addosso»

Viper sospirò, guardandosi intorno, osservando la zona. «Perché io, caro Steel, posso» disse sorridendo, quasi in modo dolce. Mi veniva da ridere quando accostai le parole Viper e dolce nella stessa frase. «Voglio che, una volta fuori da qui, ti ricorderai di me. Sono stato tuo mentore per quattro anni e, beh, non so quando ci rivedremo»

Lo osservai, notando come mi fece segno di continuare a camminare verso il suo ufficio e togliere i nostri culi da sopra la pista.

«Perché dice questo, signore?» domandai, asciugando il sangue delle mani sulla mia tuta.

«Perché, come ti ho già detto, dopo potrai decidere cosa della tua vita e dove continuare con il primo posto di lavoro da comandante di plotone, quindi non so se ci vedremo ancora» disse tutto d'un fiato.


Guardandolo, potevo affermare quanto stronzo potesse essere a primo impatto, quasi senza cuore e coscienza; ma, conoscendolo, avrei ritirato mille volte quei pensieri sbagliati tanto quanto inutili. E, sempre guardandolo e conoscendolo, mi ero reso conto di non averlo mai ringraziato davvero come si meritava; più volte mi aveva coperto il culo durante gli anni di addestramento iniziale, quando combinavo le mie minchiate o facevo incazzare qualche superiore. Una volta ero anche finito in una rissa e lui aveva fatto in modo di non far spuntare la faccenda sul mio libretto personale dell'US Navy.
Quindi, sorridendo come un figlio fa al padre, mi diedi il permesso da solo per poggiare una mano sulla sua spalla.

«Grazie, capitano» dissi sorridendo e, quando gli vidi fare lo stesso, mi allontanai dirigendomi verso la mia camera.



Incontrai Louis per il corridoio, così ci incamminammo per la mia camera silenziosamente. Una volta dentro, avevo afferrato l'occorrente per disinfettare le mie mani e fasciare quella destra, ridotta un po' peggio rispetto alla sinistra.
Mentre applicavo il disinfettante, il mio sguardo finì su quello vuoto di Louis, così mi ritrovai a tossire.

Avietor » h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora