Lisciai per l'ennesima volta il mio vestito blu notte, sospirando mentre poi passai le dita tra i capelli.
Harry mi schiaffeggiò la mano borbottando di stare ferma, mentre mi guardava con un sorriso sulle labbra. A vista d'occhio, ero più nervosa io che lui: oggi ci sarebbe stata la cerimonia ufficiale e, quando quella stellina argento sarebbe stata attaccata sulla sua giacca, Harry sarebbe diventato un comandante della marina aeronautica militare americana a tutti gli effetti.
Ovviamente, tra tutti i presenti, lui era quello più calmo.«Insomma, come fai a non essere nervoso nemmeno un po'?»
Harry guardò sua madre, cacciando le mani dentro le tasche del pantalone bianco che stava perfettamente attaccato alle sue cosce muscolose. «Perché mi sono rotto il cu- didietro per avere questo avanzamento e non vedo perché dovrei essere nervoso» disse scrollando le spalle e sorridendo. «In più, con il lavoro che faccio, non posso avere il tempo di essere nervoso. Se mentre sono su un aereo, si rompe qualche cosa o vengo colpito? Non posso farmi prendere dai nervi» disse sorridendo. Sorridendo.
«Non ho mai visto qualcuno parlare della sua possibile morte con un sorriso sulle labbra» borbottai incrociando le braccia al petto, facendolo ridere.
«Almeno emozionato lo sei?» chiese mia mamma, sorridendo.
«Certo! Emozionato lo sono di sicuro, ma ho le persone che amo qui» disse sorridendo e mostrando la fila dritta di denti bianchi, cadendo con lo sguardo su di me e facendomi arrossire.
La giornata, stranamente solare e senza nuvola, era iniziata con una chiamata di un Louis particolarmente nervoso che mi chiedeva di raggiungerlo a casa sua. Mi aveva detto che aveva paura, che non voleva nemmeno chiamare Gemma perché lei era già ansiosa di suo e non voleva peggiorare la sua situazione ma, sicuramente, ha peggiorato la mia.
Lo guardai, notando come stava in disparte davanti la base militare di Norfolk nella sua divisa bianca, a differenza di Harry che aveva la giacca blu da cerimonia, nel silenzio più totale mentre Gemma era accanto a lui, accarezzando le sue spalle.
Harry era impegnato in un discorso con mio padre mentre aspettavamo che le porte venissero aperte. Guardandomi intorno, ovviamente non eravamo solo noi quelli presenti per la cerimonia poiché vi erano i marinai in divisa che aspettavano anche loro di essere ufficializzati dopo la scuola d'addestramento.Quando mi strinsi nel mio cappotto nero, Harry fece scivolare un braccio intorno al mio corpo, stringendomi. «Tutto ok?» chiese.
«Sì sono solo ansiosa» dissi sorridendo. «Ma emozionata e molto fiera» mormorai per poi mettermi in punta di piedi, nonostante i tacchi, e lasciare un bacio sulla sua guancia perfettamente rasata.
Harry sorrise guardandomi, ma il fischio della porta che veniva sbloccata lo costrinse a distogliere lo sguardo e sorridere. Sospirò, dandomi un bacio sulla fronte e ci incamminammo tutti verso la sala principale, ovvero la palestra per gli allenamenti che venne maggiormente occupata da molte sedie e un palco. Dietro il palco, dove vi era un piccolo rialzo con un microfono, c'era la grande bandiera americana che scivolava lenta dal tetto fino al pavimento. Harry ci indicò i posti che lui e Louis avevano occupato per la famiglia; salutammo i genitori e le sorelle di Louis, parlando per ammazzare il tempo fin quando una voce sul palco richiese l'attenzione.
Harry mi sorrise, mi baciò la fronte e si allontanò sedendosi in prima fila con Louis mentre io mi accomodai tra mia mamma e Gemma, al quale strinsi le dita sorridendo.«Per favore, silenzio» annunciò una voce al microfono. «E in piedi per l'inno»
Ci alzammo tutti in piedi, poggiando la mano destra sul petto e presto si alzò un coro che onorava l'America. Sorrisi notando Harry, in una posizione quasi dolorosa per come i muscoli da sotto la giacca erano tesi, che teneva il capello vicino la gamba sinistra e la mano destra, sempre coperta dal guanto bianco, poggiata al petto. Quando l'inno finì, un uomo salì sul palco e sospirò, prima di parlare.
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Avietor » h.s.
FanfictionEro un giovane aviatore dell'US Navy da ormai quattro anni e, da quasi un anno, ero innamorato di lei, Isabella. L'unica cosa che desideravo era tornare a casa da lei...e ci sarei riuscito. Harry Edward "Steel" Styles era un fottuto bastardo, uno de...