Pensavo di averle viste tutte nei miei ventitré anni di vita, ma quando un pomeriggio scesi nella palestra/spazio hobby di Harry rimasi sconvolta:
Niall, a petto nudo, era coricato sul tavolo da ping pong mentre giocava con poca enfasi con un Louis fin troppo esuberante. Liam e Rachel erano dovuti andare via prima perché il ragazzo era stato richiamato a lavoro d'improvviso per un collega che si era dato malato. Anne, Dave, mia mamma e mio papà erano partiti quella mattina, con molte carezze alla pancia e lacrime da parte di noi donne. Io, ovviamente, ero instabile e piangevo per tutto ma loro non sapevo perché avevano pianto.In quel momento, mentre riposavamo sul letto dopo aver pranzato, portai di colpo sulla pancia. Harry continuava a parlare di un film che voleva andare a guardare al cinema, mentre il bambino dava piccoli colpi.
«Harry» mormorai e subito fu seduto sul letto mentre io rimanevo coricata. Presi la sua mano, baciai le sue nocche e la portai sulla parte della pancia sotto l'ombelico. Harry mi guardava in modo confuso, ma le sue sopracciglia si alzarono e le labbra si schiusero in una vera e propria espressione di puro stupore.
«Oh mio Dio» mormorò guardandomi e, quando allontanai la mia mano per tenere su la maglia, la sua rimase lì. «Ha davvero scalciato?»
Annuì sorridendo e mordendo il mio labbro. «Ha iniziato a scalciare come un cavallo quando ti ha sentito parlare»
«Ha scalciato per me? Per la mia voce?» chiese mentre io annuivo ancora. «Ah! Abbiamo un piccolo calciatore allora, per forza» rise abbassandosi su di me e baciandomi, mentre mi stringeva.
«Oh mamma mia» ci voltammo verso Louis e Gemma, con dietro Niall e Lola, mentre tutti e quattro avevano gli occhi chiusi. «Non volevamo interrompere, davvero. Harry non ammazzarci» disse Louis.
«Venite qua stupidi» disse Harry ridendo. «Ha scalciato!»
Di colpo il nostro letto fu invaso da altre quattro persone, mentre io rimanevo coricata con le spalle poggiate sul cuscino. Spiegai che, appena aveva sentito la voce di Harry, subito aveva iniziato a scalciare come un cavallo. I ragazzi poggiarono le mani sulla mia pancia, ma non successe nulla.
«Oh andiamo dai» borbottò Gemma. «Non solo dobbiamo aspettare, non ci dà nemmeno un'anticipazione»
«È proprio un marmocchio» rise Niall. «Sarà un maschio, sicuro»
«Da cosa lo dici?» chiesi appoggiandomi ad Harry.
«Beh da come dice Harry, scalcia come un cavallo...quindi, chi può essere che scalcia così se non fosse un maschietto?» domandò.
«Smettila di dire queste cose, Gemma giocava a calcio quand'era piccola ed era anche brava» sorrise Harry.
Gemma stava per rispondere, ma Louis cacciò un urlo facendo spaventare Lola. «Si è mosso gente, si è mosso!» rise, dando un piccolo bacio sulla mia pancia. «Si fa sentire dagli zii, ma che bravo»
Risi accarezzando il viso di Harry, mentre a turno ascoltavano il piccolo calcetto di puntino e ridevano, partecipando ad una parte importante della vita mia e di Harry.
*
«È meraviglioso»
Tutto il resto del pomeriggio lo passammo a letto, io ed Harry, mentre i ragazzi decisero di andare a fare un giro sotto protesta di Harry perché tutti volevano rimanere incollati alla sua pancia. Sua.
Così adesso mentre io mi rilassavo, lui accarezzava il mio corpo dedicando la maggior parte delle coccole al mio rigonfiamento che, giorno dopo giorno, mi causava più problemi: innanzitutto, avevo smesso di dormire supina perché se lo facevo rimanevo tutta la notte sveglia per via dei suoi calcetti. Quindi quando avevo scoperto che lateralmente non si muoveva durante la notte, avevo occupato quella posizione. Poi, dal momento che cresceva e mi avvicinavo al quinto mese, i vestiti che avevo finora indossato non entravano più; e infine, ma cosa che più di tutte mi pesava, la nausea al mattino aumentava e durante il giorno il mal di schiena era sempre presente. Ma nonostante tutto, ero contenta di vedere quei piccoli ma doloranti cambiamenti nel mio corpo.
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Avietor » h.s.
FanfictionEro un giovane aviatore dell'US Navy da ormai quattro anni e, da quasi un anno, ero innamorato di lei, Isabella. L'unica cosa che desideravo era tornare a casa da lei...e ci sarei riuscito. Harry Edward "Steel" Styles era un fottuto bastardo, uno de...