Thirty-third

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HARRY'S POV:



Sorrisi mentre guardavo la spiaggia, appollaiato sulla sdraio beatamente. Il sole stava tramontando rendendo il cielo arancione. Accanto a me, a prendere il sole che rimaneva, una Bella con un bikini nero tremendamente sexy. Sorrisi, alzandomi e avvicinandomi al suo corpo, disteso a pancia sotto, e baciai la pelle delle sue spalle...




«Harry» un calcio allo stinco mi fece smuovere e sobbalzare sul posto mentre giravo il viso verso Bella, ancora con gli occhi chiusi. «Sta piangendo, ti prego»

Sospirai, avvicinandomi al suo corpo poggiandomi su di lei dato che mi trovavo a pancia sotto. «Vado io, dormi amore» mormorai baciando le sue labbra.

Mi spostai cercando di districare le mie gambe dalle coperte e mi alzai, mentre grattavo il mio petto nudo e percorrevo la piccola distanza dal letto alla culla. Presi Dahlia tra le braccia mentre lo cullavo e scendevo in cucina. Canticchiai una ninna nanna bloccando il ciuccio tra le sue labbra e presi il piccolo biberon con il latte di Bella, riscaldandolo.
Avevamo ideato un sistema dove Bella, prima di andare a dormire, tirava il suo latte con uno strano aggeggio che le aveva regalato mia mamma in modo che potessi darlo alla bambina durante la notte.

Quando il timer segnò la fine per il riscaldamento del letto, aprì il piccolo sportellino e cacciai fuori il piccolo biberon con alcuni disegnini sopra. Controllai che fosse caldo al punto giusto ma, come sempre, era troppo caldo. Bella aveva sempre avuto ragione: non avrei mai saputo utilizzare questo forno a microonde del cazzo. Sbuffai, aprì il rubinetto e posizionai il biberon sotto il getto dell'acqua fredda per qualche minuto.
Quando controllai di nuovo la temperatura, chiusi il biberon con il beccuccio e lo portai sulle labbra della piccola che subito lo afferrò e iniziò a tirare. Mentre mangiava, mi sedetti sul divano e poggiai la testa allo schienale. Eravamo a casa da una settimana e avevo così tanto sonno arretrato che non era nemmeno successo durante i periodi di attività. Ma, essendo il bravo marito -anche se non del tutto- che ero, preferivo che Bella dormisse durante la notte invece di dormire durante il giorno e perdersi i momenti più importanti della vita di Dahlia. In più, non potevo lamentarmi perché tutta la famiglia era venuta qui, pernottando a Londra, per aiutare. Capitava, per esempio, quando le ragazze erano a casa per fare visita alla bambina che usavo la scusa per un "riposino" solamente per addormentarmi il pomeriggio alle due e svegliarmi la sera alle nove, quando andavano via. Bella mi prendeva spesso in giro, ma non diceva nulla perché sapeva che ero il primo a fare sacrifici: la aiutavo a casa, andavo a fare la spesa, cucinavo, sistemavo...non stiravo solo perché non ne ero capace. Avevo provato una volta, ma era finita tragicamente: ero uscito per andare a comprare la stessa maglietta, identica, a Bella prima che se ne rendesse conto.

Sospirai guardando Lia con un sorriso stanco e ancora un po' addormentato. Aveva finito il latte, così la presi e mi alzai poggiandola sulla spalla nuda. Ripensandoci, presi un quadrato di pezza bianco e lo poggiai sulla mia spalla e poi appoggiai Lia contro. Mi aveva vomitato addosso due volte, tutte e due mentre Bella era appena entrata in doccia, quindi avevo dovuto aspettare lei per potermi ripulire.

Diedi qualche colpetto sulle spalle della bambina mentre teneva la testa poggiata contro la mia e, stranamente, poco dopo fece il ruttino senza rigurgitare. Camminai per un po' aspettando che smettesse di lamentarsi e, una volta addormentata, mi coricai sul divano. Sistemai il suo corpicino sopra il mio petto coprendolo con una coperta e, finalmente, mi addormentai di nuovo.




Sospirai stiracchiando di poco il mio corpo mentre tenevo ancora tra le braccia la piccola Lia, facendo attenzione a non svegliarla mentre mi mettevo seduto. Ero diventato troppo bravo nel dormire la notte senza muovere un muscolo.
Bella sorpassò il piccolo arco che divideva il salotto dalla cucina con una tazza di caffè in mano e un sorriso sulle labbra.

Avietor » h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora