Thirty-sixth

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«Harry, per l'amor del cielo!» dissi quasi urlando. «Suonano alla porta, non posso andare!»

«Sì, sto andando!» urlò dalla sala da pranzo.

Continui a cullare Lia mentre beveva il suo latte, adesso nel biberon per via dei suoi sei mesi, e sospirai quando la bambina si staccò da esso già dormiente. La poggiai sulla mia spalla per il ruttino dal momento che Harry era ancora impegnato e quando lo fece, la poggiai di nuovo all'interno della culla della sua nuova cameretta rosa e bianca, dipinta da Harry.
Sistemai il lenzuolino sul suo corpo, tolsi i giocattoli che la bambina aveva utilizzato e li posai all'interno dell'apposito contenitore.
Era passata qualche settimana dall'ultima visita delle nostre famiglie, e dire che mi mancavano era veramente poco: sentivo le ragazze tutti i giorni via Skype e la maggior parte del tempo con i ragazzi ci scambiavamo in continuazione messaggi e foto della bambina sul gruppo Whatsapp che Louis aveva creato. Anne e mia mamma chiamavano tutti i giorni, aggiornandoci su quello che succedeva a Norfolk, facendomi anche ridere per il loro modo di spettegolare. Insieme, erano pericolose e anche Harry ne era consapevole.
Per la vita di coppia che vivevo con il ragazzo, non potevo far altro che essere felice: era sempre presente, sia per me che per Lia; usciva a fare la spesa, cucinava, dava da mangiare alla piccolina e si occupava del suo bagnetto giornaliero. Inutile poi dire come si occupava anche di me adesso che Lia dormiva nella sua cameretta e faceva un'unica tirata dalle nove di sera fino alle sette della mattina dopo. Avevamo deciso ormai di aspettare che Lia compisse almeno due anni per sposarci, in modo da non avere un neonato della quale prendersi cura e organizzare il tutto con l'estrema calma. Per la piccola, invece, avevamo avuto da poco la visita dalla pediatra che ci aveva comunicato che tutto andasse bene e che era arrivato il momento di cambiare gli alimenti alla bambina per lo svezzamento; infatti ero passata da darle il latte più volte al giorno solamente per pranzo e cena, che Lia aveva insieme a me ed Harry, e poi la merenda. Guardandola crescere così bene e così piena d'amore, non potevo far altro che essere contenta e felice della piccola vita che avevamo concepito io ed Harry. Cosa, alla fine, molto importante era il fatto che Lia fosse identica ad Harry: ricci scuri e lunghi e occhioni verdi. Ma ero contenta di poter dire che avesse le mie labbra, il mio nasino e le mie fossettine.


Mi avvicinai in cucina quando non vidi Harry da nessuna altra parte, infatti lo trovai seduto sullo sgabello dell'isola con dei fogli sparsi sul ripiano e le mani tra i capelli. Mi avvicinai baciandogli la spalla e presi a lavare i piatti che avevamo utilizzato per la colazione. Harry, stranamente silenzioso, sospirò e scompigliò i suoi capelli, così mi avvicinai. Quando mi notò, sorrise dolcemente.

«Si è addormentata?» chiese piano, facendomi annuire. «Quella bambina ci farà impazzire». Risi dolcemente alle sue parole, ma notai che il sorrise che fece non era piano. Non arrivò ai suoi occhi.

«Cosa succede amore?» domandai spostando i suoi capelli, adesso più lunghi, lontano dalle gemme verdi che tanto amavo.

«Nulla» mormorò sospirando e alzandosi. «Scusa ma devo chiamare Louis, torno appena posso» disse baciando la mia fronte e si allontanò.

Ripresi a lavare i piatti con un peso sul petto, sentendo che qualcosa stava per succedere e che io, purtroppo, non avrei potuto fermare.




*


HARRY'S POV:




«Ma chi è la bimba più bella? Sei tu, vero? Certo che sei tu amore mio. Guarda quanto sei cresciuta, sembra ieri che ti tenevo tra le braccia ed eri un piccolo fagottino» risi notando come Lia sorrideva sghignazzando e colpendomi con le sue mani. «Non darmi colpi, marmocchia! Devi dare baci a papà» dissi baciando la sua guancia paffutta e rosea e ridacchiando quando afferrò i miei capelli per non allontanarmi.

Avietor » h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora