Capitolo 15

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Jungkook's pov

È passata una settimana da quel giorno.
Io evito di parlarne, facendo finta che non sia mai accaduto nulla.
Lo sfigato fa lo stesso.

Il nostro rapporto non è cambiato per niente.
Anzi, si è inasprito ancora di più.
Il fatto che mi abbia visto in quelle condizioni, ore dopo mi ha costretto a ricreare una corazza impenetrabile.
Non ricapiterà mai più una cosa del genere.
Me lo sono promesso.

Sono seduto con Yoongi, in mensa.
Sto aspettando che finisca la sua colazione.
Io non ho toccato cibo, ho lo stomaco chiuso da ieri sera.

"Insomma, Jungkook! Non puoi non mangiare solo perché hai litigato con l'angioletto" dice Yoongi, mettendo da parte il suo vassoio.

Già, la lite con lo sfigato.
Ieri sera abbiamo avuto una discussione.
Lui era più nervoso nel necessario, e io non ho fatto altro che stuzzicarlo come al solito, sperando di suscitare un qualcosa in lui.
E quel qualcosa è accaduto.

"Tu non puoi essere la mia anima gemella. Non voglio al mio fianco qualcuno di così spregevole, non c'è speranza per uno come te".

Ho ancora le sue parole in testa.
Non so perché, ma sentirle mi ha provocato un dolore allo stomaco.
Come se avessi ricevuto un pugno.
E non dovrebbe importarmene, eppure ci sto pensando da ieri.

Ho passato l'intera notte sveglio, a rimuginarci sopra.
Sono arrivato alla conclusione che mi importa, e anche tanto.
E non so nemmeno il perché.

"Non ho fame, Yoongi. La lite con lo sfigato non c'entra nulla" sputo, con gli occhi bassi sul tavolo.
Sospiro, mordicchiandomi il labbro.

Forse non pensa veramente quelle cose.
Magari era solo arrabbiato.
Lo conosco abbastanza da sapere che non è in grado di ferire una persona in quel modo, è troppo buono.
Non pensa realmente ciò che ha detto, sono sicuro.

Eppure vorrei andare da lui, vorrei avere la certezza che tutto quello che mi ha urlato contro ieri sera non lo pensa.
Vorrei, ma non lo faccio.
Non lo faccio perché in fin dei conti a me non frega nulla di lui.

Sono un demone, non ho bisogno di nessuno. Mi basto io.
Devo solo ricordarmelo quando la mia metà da angelo cerca di prendere il sopravvento.

"Certo, come no. Ma perché non guardi in faccia la realtà, Jungkook? Ieri sera tu e l'angioletto avete litigato, ti ha detto una cosa che ti ha profondamente ferito, e ora ci stai male. Inizia ad ammettere a te stesso la verità, e vedrai che tutto sarà più semplice".
Rimango in silenzio, tamburellando le dita sul tavolo.

Il brusio delle varie conversazioni attorno a noi si infiltra nella mia testa, facendomi innervosire ancora di più.
Odio ammetterlo, ma ho paura che Yoongi abbia ragione.

Ci sto male per ciò che ha detto lo sfigato.
Ci sto male e voglio chiarire tutto.

"Dai, su. Andiamo in classe, altrimenti faremo tardi e non potrai goderti i tuoi due minuti che sfrutti per guardare il tuo amato Taehyung, prima che inizi la lezione".
Sbuffo, roteando gli occhi.

Questa mattina Yoongi è davvero odioso.

~~~

È già una buona mezz'ora che assisto al rivoltante spettacolo del professore che ci prova con lo sfigato.

Dalla sua parte, lo sfigato mi sembra molto a disagio nel ricevere queste attenzioni.
Ma il professore Luhan, demone odioso e schifoso qual è, non se ne accorge e prosegue.

"Allora, signorino Kim. Che ne dice di spiegarci un po' di cosa abbiamo parlato nella lezione della scorsa settimana?"
Chiede il prof, allungando una mano sul banco dello sfigato.

Sono stupito che sia così sfacciato davanti a un'intera classe.
Fa per posare la sua mano su quella dello sfigato, ma quest'ultimo la ritrae e arrossisce.
"I-io non credo di r-ricordare" balbetta lo sfigato, abbassando la testa mentre la sua faccia diventa ancora più rossa.

Il professore lo scruta con uno strano sguardo, mentre noto i suoi occhi cambiare leggermente colore.
Oddio, non ci credo...
Si sta eccitando sul mio sfigato?
Chissà quali pensieri malsani stanno avendo luogo nella sua testa, adesso.

Premo la lingua contro la guancia, imponendomi di rimanere in silenzio.
Non sono affari che mi riguardano.

"Se hai queste dimenticanze, forse dovrei darti delle lezioni private per rinfrescarti la memoria" insinua il professore, con aria maliziosa.

Okay, è decisamente troppo.

"Mi scusi caro professore, non ho ancora capito se la pagano per insegnare la sua materia, o cercare di metterla in pratica con i suoi alunni?" Domando, con tono falsamente ingenuo.
Ma sono consapevole che la mia espressione dice tutt'altro.

Il professore si gira verso di me, guardarmi come se fossi un insetto fastidioso da scacciare.
"Prego signorino Jeon? Non ho ben capito cosa voglia dire".

Scuoto la testa, facendo una finta risata divertita.
"Ma mi faccia il piacere. Lo abbiamo capito tutti che vuole farsi Taehyung. Ma mi dispiace per lei, il signorino Kim ha già un demone problematico con cui deve avere a che fare, ovvero io, perciò si levi gentilmente dal cazzo".
Termino con un sorriso a trentadue denti, contento della mia risposta.

Il professore assume un'espressione alquanto incazzata, e la vena sul suo collo si ingrandisce notevolmente.
"Vada fuori Jeon, non tollero certe diffamazioni su di me, tantomeno nella mia lezione. Esca immediatamente" urla, con gli occhi fiammeggianti.

Sorrido, alzandomi tranquillamente dalla sedia.
"Certo che vado via, ma il signorino Kim viene con me. Non lo lascerò qui per assistere ancora ai suoi patetici tentativi di abbordaggio. Vieni sfigato".
Mi piego per raccogliere il mio zaino, e insieme a quello dello sfigato me lo carico su una spalla.

Lo sfigato mi guarda stupito.
"Forza, che aspetti?" Insito, afferrandolo per un braccio e costringendolo ad alzarsi.
"Ci si vede, professore" saluto, trascinandomi dietro lo sfigato.

Esco dalla classe, sotto lo sguardo divertito di Yoongi e dell'amico dello sfigato, e quello confuso di tutti gli altri.

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