Capitolo 24

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Jungkook's pov

Nel primo pomeriggio lo sfigato ritorna in camera.
Si accorge subito che qualcosa non va, come sempre d'altronde.

È per questo che è seduto sul mio letto adesso, in attesa che gli dica cos ho scoperto.
"Si tratta del professor Luhan" inizio.
Lui sussulta, e una scintilla di paura gli attraversa gli occhi.

"Mi ha detto cosa avete fatto, qualche giorno fa".
Mi fermo, per vedere la reazione dello sfigato.
È totalmente impaurito, e ora ha iniziato anche a tremare.

Mi fa una tenerezza assurda. Lo prendo tra le braccia, e lui appoggia la testa sul mio petto.
"Qualsiasi cosa t-ti abbia detto non è v-vera" sussurra, con voce tremante.

"Sapevo che non eri andato a letto con lui".
Rilascio un sospiro di sollievo, accarezzandogli i capelli.
"H-ha detto c-così?" Balbetta, con gli occhi che si riempiono di lacrime.

Annuisco.
"N-non è vero. J-jungkook, n-non devi c-cred-".
Gli poso un dito sulle labbra, scuotendo la testa.
"Ti credo, non devi dire altro".

Annuisce, tirando su con il naso.
"C'è un fondo di verità, in quello che dice il professore".
Fermo la mano con cui lo stavo accarezzando.
Leggo la paura sconfinata nei suoi occhi.

C'è un po' di verità...
Spero solo non sia quello che penso.
"Dimmi che non ti ha toccato" sputo, sentendo montarmi dentro la rabbia.
Giuro che se gli ha fatto del male, vado lì e uccido quel bastardo con le mie mani. E me ne frego dei suoi poteri.

"Ha tentato, ma non ci è riuscito. Per fortuna Jimin è venuto a cercarmi ed è arrivato in tempo".
Stringo i pugni, alzandomi dal letto.
Ho una voglia incredibile di spaccare tutto, e non è un bene avere lo sfigato così vicino.

"Jungkook io..." Alzo una mano per interromperlo.
Non voglio sentire nulla.
Prendo tra le mani lo schienale della sedia, stringendolo talmente forte che il legno si sbriciola sotto le mie dita.

"Io non c'ero. Tu stavi rischiando, e io non c'ero" mormoro, passandomi una mano tra i capelli.
Tento di respirare regolarmente, ma non riesco a calmarmi.

"Non è colpa tua, Jungkook" risponde lo sfigato timidamente.
"E invece si" urlo, sbattendo un pugno sulla scrivania.

Lui sussulta, ritraendosi di più sul letto.
Perfetto, lo sto anche spaventando.
"Siamo anime gemelle, Taehyung! Avrei dovuto proteggerti, e invece non c'ero".

Inaspettatamente, lo sfigato sorride.
"E ora perché ridi?" Domando incredulo.
"Mi hai chiamato "Taehyung". È la prima volta che lo fai".
Sono totalmente stupito, oltre che incazzato.

È veramente così contento perché l'ho chiamato con il suo nome?
"Beh, ti chiami così dopotutto" rispondo.
Lui annuisce.
"Lo hai capito finalmente" ribatte sorridendo.

Lo guardo sorridere, senza riuscire a dire più nulla.
"Vieni qui" dice, indicando il posto vuoto accanto a sé.

Sospiro, camminando lentamente verso di lui.
Non appena mi siedo, si avvicina circondandomi il collo con le braccia.
Ho appena scoperto che mi piace tanto quando fa così.

"Ormai quel che è successo è successo. Non devi sentirti in colpa, per niente".
Avvicina il suo viso al mio.
Ci separano pochi centimetri.
Sposto lo sguardo sulle sue labbra.
Lui sfiora il suo naso con il mio, prima di arrossire e nascondere la testa sulla mia spalla.

Sospiro rassegnato.
È talmente timido che mi chiedo se riuscirò mai a rubargli un bacio.

__HELLISH PARADISE__•KookV•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora