Capitolo 58

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Jimin's pov

Kai ha optato per una cosa semplice, per il nostro primo appuntamento.
Oddio, non so se sia un appuntamento.

Entriamo in un ristorante piuttosto carino, ma mi sento un po' a disagio con tutta questa eleganza intorno.
Non porto i vestiti adatti.
"Tutto okay?" Mi domanda Kai, vedendomi imbarazzato.

Arrossisco, annuendo.
Un cameriere ci raggiunge, chiedendoci se desideriamo sederci.
Kai annuisce, e seguendo il cameriere, prendiamo posto a un tavolo per due.

All'improvviso mi sento agitato, e non ha nulla a che fare con Kai.
Uno strano peso mi opprime il petto, e inizio a respirare faticosamente, finché un lancinante dolore alle costole non mi colpisce.

"Jimin tutto bene?" Mi chiede Kai preoccupato.
Scuoto la testa, portandomi una mano allo stomaco.
"Stai sanguinando" mi avvisa lui, più allarmato che mai.
Sento qualcosa di caldo scivolarmi lungo le tempie e il mento.
Mi tasto il viso, ritraendo poi la mano tinta di rosso.

Provo un fortissimo dolore alla testa, come se qualcuno me la stesse sbattendo contro qualcosa.
La vista mi si appanna per un momento, facendomi andare nel panico.
"Jimin? Jimin!" Sento Kai che mi chiama, ma ogni suono intorno a me arriva ovattato.

Cosa sta succedendo?
Perché sto provando così tanto dolore, e perché ho delle ferite non mie?
In un secondo capisco tutto.

"Yoongi!" Urlo, alzandomi immediatamente dalla sedia, con la vista offuscata da lacrime di dolore.
Senza scusarmi o fornire alcuna spiegazione a Kai, esco di corsa dal ristorante.
Incomincio a correre come un matto, sapendo esattamente dove andare, dato che le mie gambe mi stanno portando da sole.

"Yoongi" sussurro, mentre continuo a correre per arrivare il più in fretta possibile da lui.
"Ti prego, fa che stia bene".
Mi sforzo per percepire qualcosa in più, ma mi risponde solo il vuoto totale.
Sicuramente è vivo, dato che possiedo ancora tutti i miei ricordi e ho il marchio al suo posto.

Ripercorro la strada che porta a scuola, ansimando pesantemente e sentendo i polmoni bruciare per la corsa.
Ma non importa, non mi fermerò comunque.
Arrivo davanti ai cancelli dell'istituto, guardandomi intorno.

Dal parco giochi abbandonato di fronte, arrivano dei gemiti di dolore piuttosto alti.
Mi precipito dentro, scavalcando l'alta staccionata con un salto che neanch'io credevo fossi capace di compiere.

Una figura è raggomitolata ai piedi di uno scivolo malridotto, che si contorce dal dolore.
Nella penombra del tramonto, individuo i capelli biondi di Yoongi, ora macchiati di sangue.
Corro verso di lui, inginocchiandomi poi quando gli sono accanto.

"Yoongi" bisbiglio, prendendogli la testa tra le mani e appoggiandola sulle mie gambe.
Quando vedo lo stato in cui è ridotto, faccio fatica a contenere le lacrime.
Il suo viso così bello è pieno di sangue e tagli, dell'altro sangue scorre lentamente da una tempia e ha le labbra gonfie, su cui sono protagonisti i tagli e macchie di sangue ancora fresco.

"Yoongi, che cosa è successo?" Domando, con la voce tremante.
Mi abbasso su di lui, stringendolo.
"Jimin" mormora, prima di tossire e sputare un po' di sangue.

"Starai bene, vedrai. Starai bene. Ti porto dentro, e ti curo io".
Lo abbraccio stretto, incominciando a singhiozzare sulla sua spalla.
Sento il tocco gentile della sua mano tra i miei capelli.
"Non piangere Jiminie, sto bene".

Ma non è così, lui non sta bene.
Vedo lo sforzo immane che fa per riuscire a parlare.
"Shh, non parlare più. Adesso ti porto in camera. Ce la fai ad alzarti?" Chiedo, sollevandomi in piedi.

__HELLISH PARADISE__•KookV•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora