6.Chocolate

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Jungkook lo trovò tenerissimo.
"Perdonami, Hyung, non posso chiederti nemmeno di fare un giro assieme? Come amici, ovviamente."
Jimin annuì. "Non c'è problema, ma continuo a non capire. Amicizia... con me?"
Il castano sospirò: sarebbe stato difficile compiere la sua missione.
"Certo che sì. Non conosco molte altre persone bionde il cui nome sia Jimin, il cognome Park e con un adorabile nido di uccellini per come sono messi i tuoi capelli, hyung." ridacchiò Jungkook, felice.
"Ma hai visto i tuoi, di capelli?"
Le parole gli vennero spontanee, così come sembravano essere spontanee le risposte di Jimin. Sembrava quasi che si conoscessero da una vita, e questo non gli dispiaceva.
Notava però che il biondo non riusciva a sorridere davvero, come se qualcosa lo stesse tenendo in catene.
Camminarono con calma, visto e considerato che correre con le stampelle non era una valida e affidabile soluzione, anche perchè prima o poi, secondo il meteo, si sarebbe messo a piovere, bagnando e rendendo scivolosi marciapiedi e strade, con il rischio di trovarsi la faccia per terra.
Jungkook si sentiva bene accanto a quello hyung, che sembrava perso nei suoi pensieri, ma che allo stesso tempo gli concedeva un po' di silenzio che nessuno lasciava solitamente alle persone con cui passava il tempo, pensando solo a parlare e parlare senza far respirare il pensiero.
A quell'ora non c'erano molte macchine in quella stradina di Busan, e l'aria era pulita e respirabile, cosa che rese Jungkook ancora più felice.
Stavano camminando fianco a fianco senza sapere dove sarebbero arrivati, come se stessero avanzando ad occhi chiusi verso un curioso destino, nessuno dei due avrebbe mai potuto immaginare che ciò che era nei loro pensieri, questo 《viaggio》 in realtà fosse in procinto di iniziare.
Sapevano poco uno dell'altro, ma il più piccolo sentì che c'era qualcosa di molto forte che legava lui e Park Jimin.
Qualcosa di più grande.
"Dove andiamo?" chiese il suo hyung, ad un tratto.
"Uhm, che ne dici del parchetto poco lontano da qui? Quello nella via del negozio di giocattoli, hai presente, hyung?"
Il biondo annuì. "Andiamo, allora."

Il verde prato si stava tingendo pian piano di foglie cadute, trasformandolo in una coltre che spaziava dal rosso al giallo, al ritmo dei loro passi che risuonavano assieme alla natura.
Alcuni teneri scoiattoli giocavano sugli alberi, cercando ovunque qualcosa da mettere da parte per quando sarebbero arrivati i primi freddi e l'inverno, che avrebbe portato con sè un bianco mantello.
L'aria abbastanza fredda scompigliava loro i capelli, rendendo vano ogni utilizzo di spazzole o pettini, ma era pur sempre autunno, ed il vento era quasi d'obbligo.
Jimin sembrava avere freddo, così il minore gli offrì la sua sciarpa, la sua preferita: rossa e nera a quadretti, la adorava, ma gli faceva piacere prestarla a qualcuno in caso di bisogno.
"Hai freddo, hyung?" chiese, gentilmente, sperando di non essere stato troppo sgarbato con lui.
"Sei generoso, Jungkook, ma questa sciarpa è tua, potresti prenderti un raffreddore se non la metti. La colpa è mia che non l'ho portata, ma abito qui vicino e posso passare a prend-" non finì la frase che si ritrovò con la calda sciarpa del castano avvolta attorno al collo, proteggendolo dal vento.
Jungkook si tirò su la cerniera della giacca per ripararsi, poi gli sorrise.
"Ti sta bene, sai?"
Era quasi certo di aver visto Jimin arrossire, e fu una scena che gli sciolse lentamente il cuore.
"G-grazie..."
Passeggiarono un po' per il parco, ascoltando il cinguettio degli uccellini che salutavano l'autunno.
Ogni tanto le loro mani si sfioravano, ma il biondo non disse nemmeno una parola, forse era imbarazzato dallo stare solo con qualcuno che non conosceva bene per un po' di tempo.
"Prendiamo della cioccolata calda, hyung, offro io." Jungkook lo trascinò fino ad un piccolo bar poco lontano dal parco, e quando le loro mani si toccarono, fu il castano ad arrossire.
La cioccolata li aiutò ad intavolare una conversazione, seppur banale.
"Secondo me, è più buona con la panna." decretò il più piccolo.
"Assolutamente no, la panna toglie il vero sapore della cioccolata. Mia nonna ha sempre detto che la panna va bene solo sulle fragole."
Jungkook mangiò la panna sopra la propria cioccolata, mentre il maggiore lo guardava, quasi stupito dalle sue azioni. "Jungkook, mi stupisci. Almeno tu non la mescoli, grazie al cielo..."
Sì, l'incubo relativo alla cioccolata di Park Jimin, a quanto pare erano le persone che mescolavano la panna alla cioccolata calda.
Il castano rise, divertito, ma non riuscì a scorgere nemmeno l'ombra di un vero sorriso sul volto del biondino, che stava girando e rigirando il cucchiaino nella sua bevanda.
"Ehi, Jimin-hyung, non bevi tutta la cioccolata? Poi si raffredda..."
Il maggiore scosse la testa. "Ne ho bevuta un po', mi basta così." spiegò semplicemente.
Il più giovane non volle insistere, e appena finì, pagò le cioccolate ed uscirono, salutando il vento freddo di quel giorno d'autunno. Una goccia finì sulla sua giacca, poi una prima, una seconda, e ancora: aveva cominciato a piovere, e dopo aver indossato il giubbotto tirò fuori immediatamente l'ombrello per permettere al suo hyung di ripararsi sotto la pioggia, considerato che con le stampelle faceva fatica ad utilizzarne uno.
Nel frattempo, con la mano libera dall'ombrello chiamò il suo maggiordomo, per accompagnare Jimin a casa, scoprendo però che era impegnato a portare sua madre a trovare alcune amiche che abitavano abbastanza lontane, e che non avrebbe fatto in tempo.
"Puoi restare un po' a casa mia. Non abito... troppo lontano." il biondo si voltò, guardandolo negli occhi.
"Rischierei di disturbare, magari i tuoi genitori non hanno piacere di avere pers-" il più grande lo interruppe. "Jungkook, ho detto che puoi stare a casa mia, okay? Se... se ti va, almeno fino a quando non verranno a prenderti. Non vorrei che ti venisse la febbre per il tuo 《desiderio》 di tornare a casa sotto la pioggia. Inoltre, i miei genitori non sono in casa."
Il castano acconsentì, nonostante la paura che in qualche modo, nella casa dello hyung, si sarebbe trovato a disagio, ma accettò comunque.
"La via è questa, Jungkook. Copriti tu con l'ombrello, io ho il cappuccio." disse, dopo un bel po' di strada. Gli autobus non passavano spesso in quella zona, e infatti erano stati costretti ad andare a piedi, sotto la pioggia.
"Hyung?" chiese ad un tratto il più piccolo, catturando l'attenzione del maggiore, che stava aprendo la porta di casa sua.
"Sì?"
"Puoi chiamarmi Kookie."

Spazio autrice
Mi scuso per la bruttagine (yeah, invento parole) di questo capitolo, ma sapete che i capitoli di passaggio esistono xD
p.s. a me la cioccolata piace senza panna uwu
~Ely❤

𝐏𝐥𝐞𝐚𝐬𝐞, 𝐬𝐭𝐚𝐲 𝐟𝐨𝐫𝐞𝐯𝐞𝐫-𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora