49.Pain

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Attenzione gente~
Questo capitolo contiene descrizioni di scene di autolesionismo, come avevo specificato nell'introduzione della storia.
Ve lo dico solo per evitare casini, magari siete sensibili ecc...
~Ely❤

Il giorno successivo alla visita dei suoi hyung, Jimin aveva cominciato a ferirsi.
Non era nemmeno troppo grave, secondo lui. Dopotutto, era già stato abituato una volta a lasciare quei segni così brutti ma così veri...
Sulle braccia.
Lentamente.
Il sangue rosso apparve sulle sue ferite, la lametta che imprimeva sulla pelle dolorosi tagli che prima o poi sarebbero diventate solo stupide cicatrici consumate dal tempo.
Una.
Una seconda, e ancora.
Le sue lacrime bagnavano la pelle ancora umida per la doccia, mentre il rosso del sangue macchiava i polsi e gli avambracci del ragazzo dai capelli rosa. Chiuse gli occhi, oramai era la lametta a comandare, lui non aveva più nessun controllo su di essa.
Dopo aver passato circa una decina di minuti di puro dolore, prese una garza e cercò di fermare il sangue... cosa cazzo stava facendo?
Non riusciva a controllare sè stesso.
Tremava, era completamente in preda al panico, ma non riusciva a far altro che farsi del male.
"Ora smetto." Sussurrò a sè stesso, ringraziando il fatto che sua nonna fosse fuori con le amiche per un po'.
"Scusa, nonna, sono uno schifo ora. E poi mamma, papà, i miei hyung, avete ragione a pensare che io lo sia, se volete."
Cercò di calmarsi in tutti i modi, ma sembrava impossibile.
Chiuse gli occhi, respirando lentamente, per poi alzarsi ed aprire l'acqua nella vasca con una mano, mentre con l'altra tamponava le ferite. Appena l'acqua fu della giusta temperatura, si immerse e cercò di rilassarsi. L'acqua stessa fu capace di rimuovere tutto quel rosso dalle sue braccia martoriate, e si sentì un po' meglio, sperando di poter smettere una volta per tutte di farsi del male, nonostante tutti i casini.
Nella sua testa, tanti ricordi si facevano strada uno dopo l'altro.
Ricordava ogni momento passato con il suo ex ragazzo, qualunque scena nella sua mente lo faceva sentire ancor più vuoto, nonostante già lo fosse da vari giorni.
Si chiese davvero come aveva fatto a non finire in ospedale ancora, ma poi si rispose da solo.
Sto continuando a mentire a tutti.
Alla nonna, agli hyung, sono una delusione. Non merito di stare così, forse l'amore mi ha fatto impazzire.
O forse era il suo cervello ad essere impazzito, perchè nonostante tutto stava continuando a sopravvivere, a rimanere a galla come una zattera durante una tormenta in mare, quando tutto ciò che avrebbe voluto fare sarebbe stato morire.
Non gli importava come: poteva lasciarsi annegare nella vasca, ferirsi ancora di più, prendere medicinali fino a stare male... ma il suo autocontrollo lo fermava sempre prima di fare quel passo in più.
"La vita fa schifo." Sospirò, prendendo del sapone e cominciando a passarlo sul proprio corpo, sentendo non poco dolore sulle braccia.
Sentì le lacrime che di nuovo scorrevano libere sulle sue guance, ma non per il male fisico.
Nonostante ogni tentativo, la sua mente continuava a riportarlo nel mare di ricordi nel quale si stava perdendo.

"Jimin, piccolo, sei sempre più bravo." Jungkook gli aveva lasciato un bacio sulla guancia, mentre il ragazzo mangiava il pesce... o meglio, ci stava provando.
"Mi sento così stupido, Kookie." Aveva detto, l'allora biondo, ragazzo che aveva paura delle conseguenze di quello che stava cercando di fare.
"Non lo sei, stai migliorando di giorno in giorno, e io mi fido di te e delle tue capacità."

Lo aveva tanto aiutato, ma ora che lo aveva lasciato solo, quell'aiuto sembrava come svanito nel nulla.
Jungkook era stata la sua ancora di salvezza, pensava davvero di essere stato amato davvero da qualcuno, ma chiaramente non era stato così.
Di nuovo, un ricordo lo rese prigioniero.

"Supereremo anche questo esame insieme, Jiminie! Quando siamo tutti e due nessuno ci può fermare."
"Ne sei certo?" Il maggiore era leggermente insicuro: quell'esame era particolarmente impegnativo.
"Sicuro, piccolo." Aveva promesso il castano, baciandolo sulle labbra.
Jimin aveva ricambiato il bacio, con il cuore che stava esplodendo come ogni volta. Ogni volta era come la prima, quelle labbra così familiari che tanto amava, non avrebbe mai potuto immaginare una fine del genere per la loro relazione. Almeno, non allora.

Ma forse poteva mettere fine alla sua stessa vita. Idea semplice, no?
Il rosa uscì dalla vasca, asciugandosi con il suo asciugamano preferito e rivestendosi con il cambio che aveva portato. Andò in cucina a prendere vari tipi di pillole, pensando bene a come fare il tutto: non ci sarebbe voluto molto tempo, doveva solo pianificare tutto alla perfezione. Avrebbe fatto ogni cosa l'indomani, dopo aver perso, così sperava, l'ultimo barlume di lucidità che aveva.
L'unica cosa che poteva fare in quel momento era nascondere ciò che gli serviva e andare a dormire in attesa del momento perfetto.

Si svegliò alle 10 del mattino del giorno successivo, dopo un incubo orribile a proposito di Jungkook. Ormai quel ragazzo era costantemente nei suoi pensieri nonostante l'odio profondo verso di lui.
Si rese conto di non aver nè cenato e nemmeno fatto colazione, ma ormai era la prassi quotidiana fregarsene tranquillamente di mangiare, siccome sarebbe stato solamente peggio.
Non sapeva nemmeno più cosa volesse dire prendersi cura di sè stessi, aveva imparato a sue spese che non serviva a nulla quando l'unica cosa che si desidera è sparire dal mondo.
Si chiuse a chiave in bagno, nel silenzio più totale, tirando fuori tutto quello che gli serviva per mettere fine alla sua inutile e misera esistenza.
I suoi genitori probabilmente lo avrebbero saputo da sua nonna, un po' gli dispiaceva non averlo detto a nessuno dei due, ma dopotutto era abbastanza grande da poter decidere per sè stesso che cosa fare.
Si guardò allo specchio: era il ritratto della depressione, si faceva schifo da solo, aveva perso molto peso ed era ridotto in condizioni pietose.
Prese la lametta e le pillole con sè, pensando a quanto sarebbe stato felice Jungkook nel vederlo così, chissà se mettendo una semplice foto sui social lo avrebbe reso felice.
Dopo aver fatto tutto quanto, spense il telefono e chiuse gli occhi, lasciandosi guidare dalla ormai amica lametta, pronto per dire basta a tutta quanta la sua sofferenza, nel silenzio che da sempre cullava gli innocenti.

>>Angolo autrice<<
So che mi volete uccidere tutti allegramente♡vi voglio bene anche io piccoli pasticcini armati di bazooka contro la sottoscritta.
Al prossimo capaitoloh!
~Ely cattiva cattiva

𝐏𝐥𝐞𝐚𝐬𝐞, 𝐬𝐭𝐚𝐲 𝐟𝐨𝐫𝐞𝐯𝐞𝐫-𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora