36.Can you help me?

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Una volta calmo, Jungkook si mise del fondotinta, coprendo il lieve segno rosso dato dallo schiaffo che Jimin gli aveva lasciato sulla guancia.
Doveva parlare con i suoi genitori della situazione, senza menzionare il modo nel quale era finita la litigata.
Il signore e la signora Jeon sembravano ben disposti nei suoi confronti, ed ascoltarono tranquillamente le parole del figlio, che finì in poco tempo di raccontare quanto era necessario.
"Ed è per questo che è andato così velocemente via dalla tavola. Mamma, papà; Jimin non voleva mancarvi di rispetto." Spiegò Jungkook. "Non lo ha mai detto nemmeno a me. Sapevo che qualcosa lo turbava, che stava male... potete aiutarmi a capire cosa fare?" quando sua madre gli prese la mano, si calmò un poco.
"Jungkook, non puoi decidere per lui. Puoi provare a dargli una mano, questo è certo, ma probabilmente ha paura di sè stesso. Ti ricordi tua sorella? Aveva solo 12 anni quando iniziò a soffrire di problemi di autostima, che la portarono a star male, ad inducersi il vomito... e pian piano divenne un riflesso automatico. La questione è mentale, ma non sto dicendo che sia malato, è chiaro, ma se non si sente pronto per visitare uno psicologo non puoi costringerlo. Prova a stargli vicino, okay?"
"Okay, eomma."
Suo padre gli sorrise dolcemente. "Jungkook, hai tutto il nostro appoggio. Sii buono con lui, qualunque sia la sua scelta deve sentirsi bene con sè stesso. Se ha difficoltà ad accettare il suo corpo, dimostragli che a te piace così." disse, rassicurando il ragazzo. "Noi non siamo assolutamente arrabbiati per questo, quando sei corso da lui in quel modo io e tua madre abbiamo capito che stava succedendo la stessa cosa che era capitata a Jia."
Il castano annuì, poi parlò con tono affranto, sembrava sul punto di piangere. "Non posso perdere anche lui; eomma, appa." sussurrò, subito avvolto in un abbraccio dai suoi genitori.
"Non lo perderai." Promise la donna, lasciando che il ragazzo salisse nella sua stanza per riposarsi dopo quell'avvenimento così particolare: era scosso, in parte arrabbiato con Jimin, si sentiva ferito nel profondo.

Non fu necessario che suo fratello domandasse qualcosa, mentre entrava nella sua stanza.
Jungkook era avvolto in un piumone invernale, con in mano uno dei libri della sorella, accarezzava quelle pagine con una delicatezza increbile; negli occhi si rifletteva una profonda nostalgia, la consapevolezza di essere di nuovo davanti ad una situazione difficile.
Junghyun si avvicinò, abbracciandolo da dietro come faceva spesso per confortarlo, e subito Jungkook gli fece spazio sul letto, coprendo entrambi per poi posare il libro sul comodino.
"A cosa pensavi?" Il minore ruppe il silenzio, osservando il soffitto. "Si tratta di Jimin, vero?"
Il castano sospirò. "Sono di nuovo davanti ad una situazione difficile, fratellino. Ti ricordi quando nostra sorella stava male ed io non me ne ero minimamente accorto?"
Il più piccolo annuì.
"Io... ho fatto lo stesso errore ancora una volta. Di nuovo ho lasciato che qualcuno con un problema potesse soffrire da solo." confessò il castano, mentre il fratello cercava di calmarlo.
"Stai tranquillo, andrà tutto bene. Raccontami cosa è successo, se ti va."
Fu ciò che il maggiore dei due ragazzi fece, descrivendo precisamente ogni cosa al fratello.
"Jungkook, ti ha fatto molto male?"
Il castano scosse la testa. "Non è questo che mi ha fatto incazzare, assolutamente. Quello che odio è che non mi abbia detto nulla, nulla! Stiamo insieme, Junhyun, posso capirlo in tutti i modi ma questo per me è stato decisamente frustrante. Dimmi, hai idea di quante volte sarà stato male solo per colpa mia!?" Lacrime di pura frustrazione rigarono il viso del più grande, che lo nascose subito nel cuscino.
"Kookie, tranquillo." Suo fratello cercò di calmare il maggiore accarezzandogli la schiena, sapeva che quando Jungkook si arrabbiava, finiva sempre per soffrire.
Dal canto suo, il castano lo sapeva, conosceva il suo carattere orribile ed era consapevole che prima o poi avrebbe finito per sfogarsi in quel modo, come stava facendo.
"L-lasciami stare, Junghyun, ormai è andata così, sono stato s-stupido." singhiozzò, e subito dopo suo fratello uscì dalla stanza, promettendogli che sarebbe passato prima di cena per controllare come stava.
Jungkook si osservò nello specchio interno all'anta dell'armadio, con un sospiro: i suoi capelli erano tutti scompigliati, gli occhi rossi che quasi bruciavano, qualche lacrima che ancora si era permessa di bagnare il suo viso rimase lì, nel suo riflesso.
Si chiese per quale motivo tutto stesse andando così male, e decise di scrivere a Seokjin e Taehyung, due delle persone che riuscivano sempre a capirlo anche senza troppi giri di parole.
Subito i due ragazzi gli risposero, preoccupati per il suo stato psicologico, decidendo di incontrarsi la stessa sera a casa Jeon per parlare di ciò che era accaduto e dare la loro opinione in merito.

I suoi hyung gli erano sempre stati accanto in ogni momento, quando aveva bisogno di un po' di conforto o semplicemente per uscire assieme e dimenticare i problemi di ogni giorno; ed era così per tutti e tre. Il giorno del funerale di Jia, dopo la celebrazione, i suoi amici lo avevano portato lui e Junghyun a fare un giro per calmarli e parlare, aiutando i due fratelli con tutto il loro impegno. Senza di loro sarebbero certamente crollati, nonostante fossero ancora giovani. Seokjin era quello che si occupava più spesso degli altri, sia per la sua età che per il suo istinto materno, forse li aveva cresciuti più lui che le loro stesse famiglie.
Il castano si svestì, indossando un pigiama dei suoi preferiti, voleva riposare il più possibile prima di discutere della situazione con i suoi amici, aveva bisogno di dormire un po', lo aiutava a dimenticare.
Anche se spesso era difficile per lui chiudere gli occhi e scordare i problemi, ma ci poteva pur sempre provare: prese un sonnifero non troppo pesante, gli erano necessarie alcune ore di sonno in santa pace, nulla di più e nulla di meno.
Avvisò suo fratello di non disturbarlo perchè avrebbe riposato un po', poi finalmente chiuse gli occhi e venne trascinato tra le braccia di Morfeo.

𝐏𝐥𝐞𝐚𝐬𝐞, 𝐬𝐭𝐚𝐲 𝐟𝐨𝐫𝐞𝐯𝐞𝐫-𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora