56.Anxiety

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Jungkook decise di far visita ai suoi genitori e a suo fratello Junghyun quel pomeriggio dopo le lezioni, mentre Jin era fuori per una 《commissione.》 come aveva detto lui, e Namjoon lavorava ad una nuova canzone.
Aveva scoperto che era proprio lui il famoso RM, ed era rimasto letteralmente senza parole. Aveva una voce eccezionale, oltre a fare rap sapeva cantare benissimo, anche se lo faceva sentire poche volte perchè sentiva di non essere perfetto. Su quest'ultimo punto, Jungkook non era d'accordo: aveva un timbro speciale, quello hyung.
"Torno presto, Joonie-hyung!" Avvisò prima di uscire, andando verso casa con l'autobus.
Ormai era quasi dicembre, faceva davvero freddo per andare a piedi nonostante fossero pochissime fermate.
Sul mezzo non c'era quasi nessuno, e ne fu grato: non era dell'umore adatto per vedere qualcuno.

Entrando in casa sua, si sentì come in un luogo estraneo, troppo grande per lui. Si era abituato alla casa di Seokjin, di una grandezza adatta, non come la sua villa enorme e piena di stanze assolutamente inutili: avrebbero potuto vendere qualcosa e dare i soldi in beneficenza, invece di tenere tutti quegli inutili quadri e soprammobili in giro, o così pensava il ragazzo.
Sua madre e suo padre lo aspettavano in sala, così aveva detto Miles, che lo aveva stretto in un forte abbraccio dopo essere stata messa al corrente di tutto ciò che era accaduto nell'ultimo periodo in cui il ragazzo si era trasferito da Jin.
"Mamma, papà, è successo un casino." I suoi genitori si preoccuparono immediatamente, vedendo le condizioni del figlio. Era pallido in volto, con gli occhi leggermente rossi di pianto e un'espressione stanca sul viso, non presagiva nulla di buono.
"Vuoi dirci tutto?" Chiese suo padre.
"Jimin... è in ospedale. Per colpa mia."
La signora Jeon lo fece sedere sul divano davanti q quello dove stavano lei ed il marito. "Piccolo, che cosa è capitato al tuo ragazzo?"
"Sono stato stupido, ecco cosa è capitato a Jiminie. Voi non mi avete mai raccontato la verità sull'incidente di Jia e così..."
Il padre di Jungkook annuì, serio, aveva già capito. "Hai ragione, figlio mio, avremmo dovuto dirti subito tutto. Quando ci hai parlato del tuo ragazzo abbiamo capito subito di chi si trattava..."
"Ma avete fatto tutte quelle domande indelicate sui suoi genitori-"
"Proprio perchè volevamo capire se era davvero lui. Jungkook, stavamo pensando di organizzare un incontro con lui e sua nonna, ma poi te ne sei andato di casa. Suppongo che tu e lui abbiate litigato prima della sua ospedalizzazione, giusto? Conosco quella faccia, tu hai pianto, ed anche un bel po'."
Il castano annuì.
"Gli ho detto che non lo amavo più, avevo troppa paura di raccontargli come stavano davvero le cose. L-lui si è tagliato, ha rischiato di morire... grazie agli hyung lo abbiamo preso in tempo, ma non ho avuto il c-coraggio di andare a trovarlo nè quando era in coma e nemmeno quando si è svegliato. Lui è ancora lì, praticamente ogni dannato giorno cerco di entrare nella sua stanza ma fallisco m-miseramente."
Sua madre lo strinse in un abbraccio, mentre il ragazzo piangeva. Era uno stupido, un fallito, un idiota.
Aveva deluso i suoi genitori, aveva deluso suo fratello, probabilmente anche la sua sorellina e di sicuro tutti i suoi amici... cosa poteva fare?
"Jungkook, smetti di piangere." pregò sua madre, stava trattenendo a sua volta le lacrime. "Sai cosa ho trovato proprio l'altro giorno? Una poesia. L'aveva scritta tua sorella, pensando a te, credo che dovresti leggerla. Se noi non siamo in grado di darti la forza che ti serve per affrontare la vita, lei ci riuscirà di sicuro. Era sempre Jia ad aiutarti a risollevarti, così come tu facevi con lei."
Il ragazzo la lesse, dopo aver parlato anche con il fratello minore, che più o meno aveva detto le stesse cose che avevano fatto notare i signori Jeon.

Venerdì, 28 aprile.
Questa poesia è dedicata a mio fratello gemello Jungkook, io l'ho chiamata 2!3!

Io un'ombra dietro al palco,
nella profonda oscurità
Non volevo mostrarti tutto,
incluso il mio dolore
Ma poiché non sono
ancora abituata a questo.
Volevo solo farti sorridere,
volevo dare del mio meglio.
Quindi grazie per aver creduto
in qualcuno come me.
Nonostante le mie
lacrime e le mie ferite
Quindi grazie per essere
diventato la mia luce.
Per essere il fiore
nel più bel momento della vita
Va tutto bene, quando dico 1,2,3 dimentica tutto.
Cancella tutti i ricordi tristi,
stringi la mia mano e sorridi.

Jungkook si emozionò, leggendo quelle parole. Erano così belle che avrebbe anche potuto scriverci una canzone, prima o poi. Magari dedicata proprio al ragazzo dai capelli rosa e a tutte le persone importanti della sua vita. Una vita come tante, incasinata da fare schifo e così dannatamente complicata... doveva muoversi.

Muoversi e riuscire a fare qualcosa per provare ad obbligare sè stesso ad andare da Jimin, tipo farsi drogare da Jin-hyung e farsi trascinare in ospedale.
Poi, gli venne un'idea.

"Jin?"
"Dimmi, Jungkookie."
Il castano prese un profondo respiro.
"Ehm... vorrei che tu mi aiutassi a parlare con Jimin, del tipo... secondo te ha ancora voglia di vedermi?"
Seokjin ridacchiò. "Si da il caso che io questa mattina sia andato a fare un giro in un certo posto, e mi sia stata fatta una richiesta da una persona molto speciale per te."
Il minore ebbe un tuffo al cuore dopo quelle parole. "J-Jiminie?"
La sua 《eomma adottiva》 lo strinse in un abbraccio. "Io so che tu puoi fare quello che è giusto, Jungkook. So che quel ragazzo dai capelli rosa sente la tua mancanza e tu la sua, perchè semplicemente vi amate ancora, no? Non puoi lasciare andare la tua anima gemella, anzi, dovresti provare a tenertela stretta."
Jungkook lo strinse forte a sè.
"Mi accompagneresti in macchina assieme a Namjoon-hyung?"
D

etto, fatto.
Seokjin guidò tranquillo nel traffico cittadino, siccome del suo fidanzato nessuno si fidava quando stava al volante, mentre alla radio trasmettevano musica un po' di merda.
"Non vi nascondo la mia ansia." Jungkook cercava fiducia in sè stesso.
"Eddai, che ci riesci." Namjoon lo salutò amichevolmente prima che il ragazzo scendesse dal mezzo.
"Sai dove sta, vero?" Chiese il maggiore dei tre, per sicurezza.
"Sì, grazie a tutti e due."
"Vai a riprendertelo!" Urlò Namjoon, mentre la loro auto si allontanava.
Jungkook fece quasi di corsa tutti i corridoi e le scale che lo separavano dalla stanza del biondo, con il cuore che batteva fortissimo ed un fiore tra le mani.
Arrivato davanti alla stanza, prese un profondo respiro.
"Jimin, ti prego, lasciami sistemare ogni cosa." Sussurrò, entrando.
Era ora di parlare seriamente.

>>Angolo autrice<<
Mancano davvero pochi capitoli alla fine della storia, e spero che questo vi sia piaciuto. È uno dei capitoli che personalmente amo di più~
Siete curiosi di ciò che succederà nel prossimo?
Ve se ama bella gente, questa storia ha raggiunto un numero di visualizzazioni assurdo e giuro che piango ;;
Scusate come sempre per gli eventuali errori•
~Ely❤

𝐏𝐥𝐞𝐚𝐬𝐞, 𝐬𝐭𝐚𝐲 𝐟𝐨𝐫𝐞𝐯𝐞𝐫-𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora