57.Restart

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Quel giorno, Jin era andato a trovare il ragazzo dai capelli rosa, dicendo a Jungkook che aveva una 《commissione》 da fare.
Dopo aver parlato un po', aveva confessato al ragazzo un dettaglio della sua vita che il minore non conosceva.
"Jimin, Kookie è venuto a conoscenza di qualcosa che tu non sai a proposito dei tuoi genitori, io l'ho aiutato perchè sono suo amico, ed è giusto che anche tu lo sappia."
Jin passò al ragazzo alcuni fogli, che contenevano la verità sull'incidente dei coniugi Park, trascritta da lui stesso per semplificare il complicato resoconto della polizia, e quando il rosa li lesse, sentì il suo cuore spezzarsi ancora di più. Non avrebbe potuto dirgli subito la verità?

L'incidente è avvenuto attorno alle 21 di sera, sulla via del Tsuna Restaurant. Sul veicolo è stata ritrovata, senza vita, una ragazzina di 13 anni, di nome Jia Jeon. La macchina non è di sua proprietà, ma di Linsung Kee, maggiorenne che a quanto confermato dalle analisi della polizia, è scappato dopo l'incidente, ma non è ancora stato ritrovato. Mentre la ragazzina cercava probabilmente di accostare in un lato della strada dopo il collasso del pilota, non avendo la patente ha sbandato, colpendo nella sua mossa che le è costata la vita, due persone. Marito e moglie, genitori di un ragazzo molto giovane, i cui nomi sono stati censurati per volere della nonna che ha preso in custodia il giovane, ma che è stato dichiarato in seguito, Park Jimin, che non è a conoscenza degli avvenimenti esatti nei loro particolari.
Le due parti in causa sono state seguite da una serie di avvocati, e che hanno concordato di chiudere legalmente la questione e null'altro, se non aspettare di ricevere un risarcimento dal vero responsabile della faccenda, ovvero L. Kee.

"Quindi... è questa la dinamica dell'incidente." sussurrò, ancora scosso da ciò che aveva letto.
"Esatto. Jungkook all'epoca si prese la colpa dell'incidente, ed ancora oggi la sente come una sua responsabilità. Jimin, lui ti ama con tutto sè stesso ma ha deciso di lasciarti andare, sapeva che avresti sofferto e lo avresti odiato se fossi venuto a conoscenza di tutto ciò che è scritto in questi fogli." spiegò Seokjin, serio. "Passa tutti i giorni a chiedere di te, ed è così spaventato da non riuscire nemmeno a mettere piede in questa stanza e guardarti negli occhi."
Il minore cominciò a sentire gli occhi riempirsi di lacrime, che non riuscì a fermare quando riempirono le sue guance pallide.
"Calmati." Jin cercò di tranquilizzarlo, promettendogli che avrebbe fatto il possibile per convincere Jungkook ad entrare in quella stanza.
"Grazie, hyung."
E mantenne la sua promessa.

Jungkook non sembrava più lo stesso ragazzo che ricordava: quando entrò nella stanza, sembrava stanco.
Aveva gli occhi rossi, sembrava non aver dormito per nulla, i capelli scuri erano in perfetta armonia con i suoi vestiti. La felpa nera era di almeno una taglia più grande, forse non aveva mangiato molto ed era dimagrito, i jeans strappati e le scarpe scure lo rendevano, se possibile, ancora più cupo.
Con sè aveva una rosa bianca, che poggiò sul letto di Jimin, per poi dire due semplici parole, con tutta la sincerità che aveva nell'anima. "Scusami, Jiminie."
Il rosa rimase in silenzio, osservandolo, per poi accorgersi che non stava per nulla bene. Era seduto a lato del letto, con la testa poggiata sulle ginocchia, tremava, poteva sentire i suoi singhiozzi chiaramente.
"Tranquillo, Kookie." sussurrò, accarezzando i capelli scuri del minore. Capiva che per lui era molto difficile il tutto, Jin glielo aveva detto.
Lo aiutò a sistemarsi accanto a lui sul letto e lo abbracciò, parlandogli dolcemente.
"Va tutto bene, è okay. Non pensare a ciò che è successo, tranquilizzati e poi parliamo." Non seppe nemmeno lui dire da dove erano uscite quelle parole, tutto ciò che sapeva era che lo amava ancora, fottutamente tanto, così tanto che stava male al solo vederlo in quello stato.
"Jimin." Jungkook ripetè il suo nome un paio di volte; come una cantilena, fino a quando non smise di piangere, asciugando le lacrime con un fazzoletto.
"Guardami." il più grande lo osservò dritto negli occhi, per poi posarsi un momento con lo sguardo su quelle labbra che tanto gli mancavano.
"Jimin, ascoltami. Prima che io v-vada di nuovo nel panico, d-dovrei, ecco, dirti una cosa." il castano era ancora spaventato da lui, ma Jimin sapeva che si stava facendo forza.
"I-io non ho mai preso la nostra relazione come qualcosa d-di falso, di sbagliato." cominciò, cercando di balbettare il meno possibile, con tutta la verità che avevano quelle parole. "Mi è piaciuto davvero tanto stare con te, fare l'amore, prenderti per mano, soprattutto baciarti lontano da tutto e da tutti, andare al mare... Jiminie, io ho voluto interrompere la relazione per paura di ciò che avresti pensato di me se ti avessi detto la verità, ovvero dell'incidente. M-ma alla fine, ti ho fatto solo soffrire e di questo mi scuso, scuse che forse non saranno mai abbastanza anzi, ne sono certissimo. Ho riflettuto molto su quello che siamo stati noi, sui progetti che avevamo fatto e su quanto ci siamo amati a vicenda, ho provato a prendere delle pillole che mi avrebbero portato alla morte, pensando che forse passare ad una vita migliore sarebbe stato meglio per sapere che non mi avresti più pensato, ma poi sono giunto ad una conclusione."
Jimin sentì l'ansia salire in un modo assurdo.
"Chim... ecco, volevo dirti che ti amo troppo per non provare nemmeno una volta a chiederti di ricominciare."

Poi fu il turno di Jimin di rivelare ciò che sentiva per il più piccolo.
"Ho provato a togliermi la vita dal gran che ti amavo, Jungkook. Ma tu mi hai salvato, mi hai portato via dall'autodistruzione, hai chiesto ai medici una soluzione ai miei problemi con il cibo, di autolesionismo, dipendenza e depressione. Mi hai mostrato che ci tieni a me, ne sono certo, e tutto quello che posso dire è che io ho continuato ad amarti fottutamente tanto. Jin mi ha confessato che sei venuto qui ogni giorno, e questo mi ha fatto credere a buona ragione che tu provassi ancora qualcosa per me."
Jungkook annuì. "Se possibile, ti amo più di prima. Ti accorgi davvero di quanto ami qualcuno quando lo vedi soffrire, e io non ho dormito la notte per te, anche se la colpa era soltanto mia, piccolo."
Il rosa sorrise. "Quindi? Che cosa facciamo ora?"
Il ragazzo dai capelli castani gli prese la mano. "Signor Park, vorrei invitarla a casa mia il prossimo sabato, quando lei verrà dimesso." disse baciandolo delicatamente sulla fronte. "Mi piacerebbe ricominciare."
Jimin ridacchiò. "Molto volentieri signor Jeon."
Sapeva di amarlo.
Entrambi lo sapevano.
E quello fu ciò che li rese capaci di ricominciare a vivere davvero.

Angolo autrice

Io ora piango.
Questo capitolo è stato tipo le lacrime per me, non vedevo l'ora di sistemarlo per pubblicarlo. Spero sia uscito bene e scusate come al solito per i miei eventuali errori grammaticali.
Grazie per aver letto, mancano pochi capitoli e la storia finirà♡
~Ely❤

𝐏𝐥𝐞𝐚𝐬𝐞, 𝐬𝐭𝐚𝐲 𝐟𝐨𝐫𝐞𝐯𝐞𝐫-𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora