32.Coming out

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Finite le lezioni, il minore; dopo aver salutato Jimin, decise che quel giorno avrebbe cambiato la propria vita.
Doveva confessare ai suoi genitori tutta la verità, e loro avrebbero dovuto accettarlo; era la sua vita e non la loro, dopotutto.
E lo fece, con tutto se stesso.
Sentì la paura folle nelle vene, mentre con tutta la calma possibile si avviava verso la sala, dove aveva chiesto di poter parlare con loro.
I suoi genitori erano seduti su alcune poltrone, posizionate davanti a quella su cui si sarebbe seduto il ragazzo.
La signora Jeon aveva fatto preparare del thè, voleva che suo figlio si sentisse a suo agio.
Fin da bambini, infatti, i piccoli di casa trascorrevano le loro giornate lontano dai genitori: era Miles a prendersi cura di loro, siccome i signori Jeon erano quasi sempre via per lavoro a Daegu. Quando i gemelli avevano compiuto i loro 11 anni, i genitori finalmente riuscirono a spostare l'azienda, e passare più tempo con i figli; ma nonostante questo il legame nella famiglia era ancora poco, la distanza che li aveva separati in quegli anni aveva un grosso peso.
"Jungkook, tesoro, siediti." Sua madre gli sorrise, versandogli una tazza di thè e aggiungendovi uno spicchio di limone, come il ragazzo preferiva.
"Certo." Il castano sospirò, mescolando con il cucchiaio il contenuto della tazza, per calmarsi.
"Dicci, che cosa ti turba? Dai tuoi occhi si vede, piccolo, cosa non va?"
"Mamma, papà." Jungkook prese un respiro profondo. "Forse non è quello che avreste voluto per me, forse sarò la vostra delusione, il vostro rammarico. Probabilmente sarai triste, mamma, ed anche tu, papà. Perchè i-io... ecco... s-sono gay, mi piacciono i ragazzi." ammise alla fine, sentendo l'ansia salire come mai prima, aveva le lacrime agli occhi.

Sua madre sorrise dolcemente. "Jungkook, è okay. Sei un figlio meraviglioso, mi piace che tu abbia detto la verità, ed anche a tuo padre."
Jungkook era in lacrime, ma la signora Jeon si alzò e lo strinse tra le braccia. "Va tutto bene, Kookie, perché piangi?"
"Non mi odiate? Non vi faccio schifo?"
Sua madre lo calmò, accarezzandogli i capelli. "Tesoro, sei il mio bambino. Come potrei odiarti? A me non importa che tu sia etero, gay o qualunque altra cosa... io voglio solo la tua felicità. Dimmi, sei innamorato di qualcuno, vero?"
Jungkook annuì.
"Sono orgogliosa di te, in cuor mio ho sempre sentito che il ragazzo che invitavi spesso qui era speciale."
Il castano sgranò gli occhi. "T-tu, come lo hai capito, mamma?"
La signora Jeon sospirò. "Lo hai sempre guardato con gli occhi che luccicavano per la felicità, e nel suo sguardo ho visto lo stesso. Il piccolo sentimento di gratitudine per chi ti ama davvero, non importa il motivo. Ora ti prego, smetti davvero di piangere, perchè vorrei vederti felice, finalmente hai qualcuno al tuo fianco che può aiutarti a vivere come meriti."
Il marito era d'accordo.
"E così il nostro primogenito si è fidanzato, eh? Da quanto tempo, Jungkook?"
Il ragazzo si asciugò le lacrime. "Davvero poco. Io... non riuscivo a trovare il coraggio per chiederglielo, nonostante sapessimo dei nostri reciproci sentimenti, nonostante tutti i baci e tutta la roba romantica da coppie sposate, avete presente, no?"
Sua madre rise. "Tesoro, che ne dici di invitarlo qui a pranzo? Sarebbe la prima volta come... uhm, fidanzamento ufficiale?"
Il castano annuì, ritrovando il sorriso. "Allora più tardi lo chiamo e gli chiedo se non ha nulla da fare. Domani in ogni caso finiamo alle 12."
La donna sorrise, sembrava fiera di lui.
Ad un tratto, la porta si aprì: era Junghyun, appena tornato da scuola.
"Di che state parlando?" Domandò, posando a terra lo zaino e togliendosi la giacca della sua divisa.
"Bentornato a casa, tesoro. Jungkook ci stava parlando del suo fidanzamento."
Il più piccolo della famiglia corse verso il fratello. "Oh, alla buon'ora! Allora, avete fatto cose? Dimmi, Jimin è bravo a ficcare? È come nei film?"
Il signor Jeon non riuscì a trattenere le risate, mentre le guance del più grande si colorarono di rosso.
"Junghyun!" Sua madre cercò di non ridere. "Non farti gli affari di tuo fratello, che anche tu e Tia ogni tanto vi divertite."
"Non pensavo avessimo dei genitori con un lato pazzo di questo tipo, Kook."

Il maggiore salì nella propria stanza assieme al fratello, e parlò con lui della sua relazione con Jimin.
"Io vorrei sapere com'è stato per te fare l'amore con Jimin-hyung, ho visto come sei arrossito quando ho tirato fuori l'argomento." Disse il più piccolo dopo un bel po' che faceva domande su domande.
"E perchè dovrei dirtelo?"
Junghyun sorrise. "Ti ho raccontato di me e Tia, sono solamente curioso. Non è forse una domanda lecita?"
La gentilezza con la quale lo chiese convinse Jungkook: dopotutto, era pur sempre suo fratello minore.
Lo stesso bambino che aveva confortato il giorno della morte della sua gemella, lo stesso che faceva sempre il figlio quando giocavano a 《famiglia》 e il compagno di tanti scherzi in giro per la casa.
Certo, litigavano anche loro come tutti i fratelli, ma gli voleva molto bene.
"Beh vediamo... ero davvero spaventato, ma qualcosa in me era scattato, eravamo noi due soli su una spiaggia, non c'era nessuno quella notte. Avevo paura di fargli male, di non essere all'altezza delle aspettative dello hyung." Raccontò, tornando con la mente a quei momenti così belli. "Però lui mi ha subito detto che stava andando tutto bene, siamo stati felici entrambi, Hyunnie." Sorrise, usando quel soprannome che gli aveva affibbiato sua sorella quando il fratellino era nato da poco.
"Deve essere stato bello, ti si sono illuminati gli occhi."
Jungkook annuì. "Non vorrei mai cancellare quello che è stato, mai. Jimin mi ha cambiato letteralmente la vita, ti rendi conto?"
"L'amore, quello vero, ti cambia eccome la vita; è come se ti segnasse. Lascia delle bellissime cicatrici nell'anima, non credi?"
Il castano rise. "Come sei poetico, quest'oggi. Oh, a proposito, domani Jimin verrà a pranzo da noi... cioè, glielo devo ancora chiedere, ma sono certo che dirà di sì."
Il più piccolo, che quello stesso giorno aveva tinto i capelli di un nero corvino, sembrò felice. "Così lo conosco bene, siamo usciti una sola volta assieme ed allora eravate convintissimi di essere solo amici."
Jungkook ancora non sapeva di quello che sarebbe successo poi, ma sentiva che qualcosa sarebbe cambiato.
Ancora una volta.

𝐏𝐥𝐞𝐚𝐬𝐞, 𝐬𝐭𝐚𝐲 𝐟𝐨𝐫𝐞𝐯𝐞𝐫-𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora