34.Lunch

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Jungkook era davvero felice, quel giorno: finalmente avrebbe presentato Jimin ai suoi genitori in qualità di fidanzato e non di semplice amico.
Il suo ragazzo era particolarmente bello quel giorno: indossava una maglia blu come il mare, una felpa di un tono leggermente più chiaro ed un paio di jeans stretti che risaltavano le sue gambe perfette, forse fin troppo. Ai piedi portava un paio di Timberland, decisamente le sue scarpe ideali, era proprio il ragazzo perfetto per lui anche nel modo di vestire.

"Sei nervoso?" Aveva chiesto, quella mattina, vedendo come Jimin stesse giocando con la sua collana.
"No, Kookie, non lo sono affatto." Aveva risposto il biondo, ma Jungkook gli aveva preso la mano e lo aveva costretto al contatto visivo. "Tu lo sei, eccome. Non devi avere paura dei miei genitori, sono buone persone. Okay, forse a volte possono sembrare molto formali, ma non aver paura di essere te stesso davanti ai loro occhi." Spiegò, mentre il maggiore stringeva la sua mano, ascoltandolo attentamente. "Quindi sii il Jimin di sempre, non cambiare o provare a nascondere il tuo carattere, piccolo." Gli aveva regalato un bacio sulla guancia, entrando con lui in facoltà.
Per tutta la mattina, non aveva fatto altro che pensare a quanto sarebbe stato bello pranzare con il suo ragazzo ed i genitori, far sentire il maggiore accettato per quello che era. Aveva aspettato troppo quel momento, ed era finalmente arrivata l'ora.

"Avete davvero fatto preparare il mio cibo preferito!" Il castano era contentissimo, e si sedette accanto a Jimin, pronto per iniziare a mangiare.
Come sempre, i suoi genitori chiesero di tutto e di più, ma il biondo sembrava quasi nervoso: era forse spaventato dai padroni di casa?
"Va tutto bene Chim; tranquillo." Gli sussurrò, iniziando a mangiare.
I suoi genitori fecero qualche domanda al suo ragazzo ed anche a lui, per sciogliere la tensione che si era creata in quella stanza così grande per sole quattro persone.
"Dunque vi siete conosciuti in università, giusto?" chiese curiosa la signora Jeon, versandosi del vino.
"Esatto." Jimin non aveva ancora mangiato molto, ma sembrava più tranquillo mentre rispondeva. "Vostro figlio Jungkook è stata la prima persona a parlarmi, io sono troppo timido per fare amicizia."
Il padre del castano intervenne. "Almeno vi siete parlati. Sapete, io e mia moglie eravamo parecchio timidi le prime volte, anche se si trattava solo di qualche sguardo." rise.
"Me lo raccontavate sempre quando ero più piccolo." ricordò con nostalgia il più giovane dei presenti.
"I tuoi genitori, invece, Jimin?"
Il biondo sospirò, Jungkook sapeva che parlare di loro faceva star male il proprio ragazzo, ma interpellato rispose comunque senza esitare. Probabilmente la presenza del castano lo faceva sentire più tranquillo. "I miei genitori si sono conosciuti da bambini, erano vicini di casa." si sentiva l'emozione nella sua voce mentre lo raccontava. "Hanno frequentato le stesse scuole fino alle superiori, poi non si sono visti per un paio di anni, quando si sono ritrovati, hanno capito che erano fatti l'uno per l'altra e dopo poco hanno ufficializzato il fidanzamento ai loro genitori. Due anni dopo si sono sposati, poi sono arrivato io." terminò, mentre i genitori di Jungkook gli rivolsero subito un sorriso. "È una bella storia, sembra quasi una favola. Da amici d'infanzia a marito e moglie." commentò la signora Jeon, prendendo un pezzo di pane.
"Che lavoro fanno, se posso permettermi di fare questa domanda?" Il padre di Jungkook, che aveva già finito di mangiare la prima portata, continuò quella sottospecie di interrogatorio; che era stato fatto anche alla povera Tia dopo il suo fidanzamento con Junghyun.
"Mia madre e mio padre non lavorano più... dopo un incidente, sono stati trasferiti in una casa di cura. M-mio padre era un bravissimo pittore." Jungkook gli tenne la mano per confortarlo, lanciando un'occhiata d'intesa al padre: doveva smetterla con le domande personali, nonostante la curiosità fosse di famiglia.
Jimin terminò di mangiare ciò che aveva nel piatto senza dire una parola, mentre la madre del castano continuò a parlare per tutto il tempo di come lei e Miles avessero rinnovato il salone con nuovi arredi.
Ad un certo punto, il biondino prese la parola, dopo essersi scusato per aver interrotto la madre del proprio ragazzo nel bel mezzo di un discorso che per la signora Jeon sembrava essere davvero importante.
"Potrei andare un momento in bagno? Prima... che arrivi la prossima portata, se non è di troppo disturbo" Il tono con cui Jimin lo disse sembrò quasi sofferente.
"Devi passare per il corridoio a destra di questa stanza, in fondo, l'ultima porta." Disse sua madre, mentre il biondino si alzava ed il cameriere ritirava dalla tavola i piatti ormai vuoti dei commensali.
Jungkook sapeva che la sua mamma odiava quando qualcuno si alzava da tavola anche solo per andare in bagno, soprattutto durante una conversazione.
Doveva esserci un motivo se Jimin era andato via così, dentro di sè Jungkook sapeva che qualcosa non andava.
"Mamma, papà, scusatemi un momento, ma è importante." spiegò, uscendo dalla sala da pranzo ed andando verso il bagno.
Avvicinandosi, potè chiaramente udire che il suo ragazzo stava male, e solo allora capì.
Un ricordo, tornò alla sua mente.

"Jia, vuoi uscire? Siamo in ritardo!"
Aprì la porta del bagno, trovando la sorella china sulla tazza del water.
"Sorellina..." aveva sussurrato, ed una volta che la ragazzina si era lavata il viso, lo aveva abbracciato, in lacrime. "I-io non so come fare, Kook, mi dispiace." Jungkook l'aveva stretta forte, poi l'aveva aiutata a tornare in camera da letto, rimandando l'uscita che avrebbero dovuto fare insieme a Taehyung e Junghyun.
"Jia, lascia che io ti dia una mano. Non puoi affrontare da sola tutto questo."

E lui era stato stupido.
Così stupido da non accorgersi che Jimin stava soffrendo; che il suo era un serio problema di alimentazione e non una 《persona difficile con il cibo》 come aveva detto durante una delle loro prime uscite.
Non era certo la prima volta che stava male dopo aver mangiato, ma lui non ci aveva mai fatto caso... mentre ora ogni cosa tornava.
Ogni volta che sembrava essere così debole, come quando avevano mangiato la pizza insieme, e chissà quante altre volte si era sentito male.
Decise che intervenire sarebbe stata la cosa migliore, il biondino gli aveva sempre mentito a proposito della sua salute, ma sarebbe presto finita quella messinscena.

>>Spazio autrice<<
Siccome sono una persona carina, domani appena riesco metto il prossimo capitolo che ho già pronto (Solo per voi♡)
Volevo poi farvi vedere una cosina che ho fatto oggi... sostanzialmente ho tradotto ed unito Serendipity ed Euphoria (Solo alcune parti) per formare quasi un'unica canzone da
Qui sotto trovate il mio pazzo lavoro, che io trovo comunque rilassante da fare uwu
So che non si leggerà molto, sorry ;;

 sostanzialmente ho tradotto ed unito Serendipity ed Euphoria (Solo alcune parti) per formare quasi un'unica canzone daQui sotto trovate il mio pazzo lavoro, che io trovo comunque rilassante da fare uwuSo che non si leggerà molto, sorry ;;

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Anygay, buona serata :3
~Ely❤

𝐏𝐥𝐞𝐚𝐬𝐞, 𝐬𝐭𝐚𝐲 𝐟𝐨𝐫𝐞𝐯𝐞𝐫-𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora