Jungkook dovette insistere per dieci minuti buoni per convincere sua madre che, nonostante la lieve pioggia, andare a scuola con il bus non sarebbe stato un suicidio.
"Tesoro, ti potrebbe portare il maggiordomo." aveva replicato la donna.
"Mamma, andrò con l'autobus."
La discussione andò avanti così per un bel po', fino a quando la signora Jeon si arrese. "D'accordo, fai il bravo. Che farai nel pomeriggio? Esci con tuo fratello?"
Il castano sospirò: sua madre era ancora protettiva con lui come quando era un bambino.
"Ti faccio sapere mamma. E no, non esco con quella peste, piuttosto vado da Jia appena ho finito le lezioni." rispose, prendendo il proprio zaino.
Uscì di casa, lasciando che qualche goccia di pioggia cadesse sui capelli castani, prima di tirare su il cappuccio del giubbotto giallo che portava.
Amava quel giubbotto, prima che succedessero tutta una serie di cose lo detestava, ma poi aveva cambiato idea su di esso, visto che ancora gli andava bene ed era comodo.
Il cielo era di un pallido azzurro, mentre la natura si svegliava, accarezzata dalla brezza del mattino.
Percorse tutto il viale; nelle cuffiette la sua tanto amata There for you faceva da sottofondo nel suo percorso verso la fermata dell'autobus.
Incontrò un ragazzo alla fermata: capelli turchini, e lo riconobbe immediatamente: Min Yoongi.
Pensò ad Hoseok-hyung, che probabilmente sarebbe diventato tutto rosso nel vederlo.
Decise di ignorarlo, non aveva nulla da spartire con lui, quindi prese normalmente il bus, ricevendo un messaggio da Jimin-hyung.Da: Jimin-Hyung:
Ciao Kookie, ci vediamo dal cancello?
p.s. ho scordato di ridarti la sciarpa... te l'ho riportataA: Jimin-hyung
Hyung! Va bene, ci vediamo dopo.
Puoi tenerla la sciarpa se vuoi, ne ho almeno 10, mia sorella me ne ha regalate un sacco, le adoroFinalmente arrivò all'università, e riconobbe immediatamente la figura del biondo, che lo aspettava appoggiato al cancello.
Era abbastanza pallido, sembrava stanco, ma decise di non chiedere nulla per gentilezza.
Osservò meglio Jimin: portava un orecchino color argento all'orecchio destro, un'enorme felpa scura e un paio di jeans, assieme alla sua sciarpa.
"Hey, buongiorno hyung."
Il biondino lo osservò a sua volta. "Altrettanto, Kookie. Entriamo?"Durante la lezione il suo nuovo amico sembrava distratto, come se la sua testa stesse viaggiando in qualche universo alternativo. Park Jimin era ancora un grande punto interrogativo, detestava non riuscire a leggere le persone, lui era troppo complicato.
Perchè non sorrideva mai davvero?
Perchè non gli aveva nemmeno chiesto come stava... o forse avrebbe dovuto essere lui a chiedergli come stava?
Sospirò, chiedendosi se davvero era valsa la pena di provare a farsi amico il ragazzo accanto a lui, che prendeva distrattamente qualche appunto con la penna.
Per fortuna, la lezione di psicologia si dimostrò abbastanza interessante, così da distrarlo dai suoi pensieri a proposito del ragazzo più grande.
Parlarono degli esami e poi cominciarono il capitolo che trattava della mente umana, e il ragazzo scrisse tutto ciò che venne spiegato.
Prese parecchi appunti, finì cinque pagine del quaderno e ricopiò il disegno di un'illusione ottica mostrata sul proiettore.
"È uguale..." Jimin osservò il suo quaderno. "Sei davvero bravo."
Il castano arrossì leggermente al complimento. "Oh, non è niente di che, hyung."
Dopo quella lezione, avrebbero avuto una decina di minuti di pausa per il pranzo, e Jungkook chiese a Jimin di mangiare assieme, fuori non cadeva più nemmeno una goccia di pioggia.
Il biondino si sedette sulla panchina dopo averla asciugata, e tirò fuori due mandarini, cominciando a sbucciare il primo.
"Hyung, sarebbe quello il tuo pranzo?" il castano era confuso.
"Kookie, tranquillo. Mangio sempre frutta verso le 12, poi appena arrivo a casa pranzo." rispose il maggiore, prendendo il primo spicchio del frutto.
Jungkook annuì. "Beh, buon appetito allora." il panino che aveva farcito con il formaggio era davvero buono, e sua madre si era offerta di scaldarglielo un momento al microonde per sciogliere leggermente il formaggio, ma la risposta del castano era stato un secco 《no》.
Aveva paura dei microonde.
Mentre mangiavano, nella testa di Jungkook continuava a ripetersi la domanda "Dovrei chiedergli come sta?"
Osservò l'amico, che pian piano sbucciava il secondo mandarino: le piccole mani sembravano così delicate, e i suoi capelli biondi erano tutti scompigliati dal vento.
Il fisico magro, nascosto dalla felpa scura, lo rendeva incredibilmente tenero... Jungkook sentì le guance farsi calde, non capendo il perchè.
Prese un respiro profondo, poi fece la domanda che aveva in testa.
"Jimin-hyung, non te l'ho ancora chiesto oggi e me ne scuso... come stai?"
Il maggiore sembrò sorpreso.
"Bene, credo." rispose, imbarazzato.
Il castano annuì. "Meglio così."
Il suo hyung abbassò lo sguardo. "Kookie, e tu? Dimmi, sei felice?"
Jungkook rimase un momento in silenzio. Nessuno gli aveva mai chiesto della sua felicità, Jimin era stato il primo a farlo, e il minore avvertì come un calore nel petto, una sensazione mai provata prima.
"Non lo so, hyung. Per me la felicità è anche solo passare del tempo con qualcuno con cui poter parlare, come te, oppure stare con la mia famiglia. Diciamo che sì, oggi posso ritenermi una persona felice. Per te invece?"
Il biondo interruppe il loro contatto visivo, abbassando lo sguardo.
"Io è da un po' di tempo che faccio fatica ad essere felice. Diciamo... da quattro anni circa." Non aggiunse altro, e Jungkook non volle indagare oltre, era già tanto che Jimin gli avesse confessato quel particolare.
"Mi dispiace tanto, Jiminie-hyung." replicò, senza nemmeno far caso al modo in cui lo aveva chiamato. Forse aveva sbagliato... ma non sembrò dare particolarmente fastidio al maggiore che, anzi, si alzò e aspettò che anche il più piccolo preparasse le sue cose per dirigersi con lui alla lezione successiva.Jungkook sentì che in qualche modo il ragazzo più grande gli stava dando la sua fiducia, forse per lui non doveva essere facile fare amicizia.
Eppure, lo aveva fatto con uno come Jungkook: il classico ragazzo figlio di papà, amato da mezza facoltà con un sacco di ragazze dietro e voci che giravano su di lui... per quale motivo? Come mai si stava fidando di Jeon Jungkook e non di una comunissima persona come tante? Non aveva nulla di speciale, dopotutto.Ciò che non sapeva, era che qualcosa di più grande legava lui e il biondino, qualcosa di talmente predestinato da fare quasi paura: le tre parche, bastarde fino al midollo, avevano incrociato i fili delle loro vite, portandoli a prendersi a vicenda per mano e superare un dolore, quel dolore, che li stava consumando lentamente.
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𝐏𝐥𝐞𝐚𝐬𝐞, 𝐬𝐭𝐚𝐲 𝐟𝐨𝐫𝐞𝐯𝐞𝐫-𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 ✔
Fanfiction[Completata] 𝐃𝐮𝐞 𝐮𝐧𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐢𝐭𝐚𝐫𝐢 𝐝𝐚𝐥 𝐩𝐚𝐬𝐬𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐚 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐫𝐞 𝐢𝐧𝐭𝐫𝐞𝐜𝐜𝐢𝐚𝐭𝐨, 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐩𝐚𝐫𝐜𝐡𝐞 𝐦𝐨𝐥𝐭𝐨 𝐬𝐭𝐫𝐨𝐧𝐳𝐞, 𝐞𝐧𝐭𝐫𝐚𝐦𝐛𝐢 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐫𝐢𝐜𝐞𝐫𝐜𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐟𝐞𝐥𝐢𝐜𝐢𝐭à...